Post

(Redazione) - AJAR (luccicanze) - 02 - Un sogno, o forse un mosaico

Immagine
di Alba Gnazi Ancora lo stesso sogno. Tra le braccia tengo un bambino piccolissimo che lavo dolcemente nella vasca del bagno con le piastrelle bordò, quello della mia casa d'origine. L'acqua ambrata, profumata di sandalo, scorre su quel morbido corpo paffuto che pesa lievissimo, e tintinna in gocce minute sulle corolle di schiuma addensate sul fondo. Ricordo di aver trovato il bambino in una casa diroccata, sorvegliato da un cane bianco e gentile. Prima non era il mio bambino, ma ora lo è. Gli canto una canzoncina; gli sussurro il nomignolo intonato dalla voce sottile di Nonna Anna. Nonna Anna non lo sa - o forse sì: in fondo chi sono io per stabilire confini e barriere? Forse lei sa , in quel "mentre" in cui abita da vent'anni o poco più -, come e quanto le parole in dialetto che usava sempre stiano venendo su, a una a una, nel mio quotidiano. Qui un'esclamazione, lì un vezzeggiativo, altrove un'espressione fatta e finita, con tanto di cadenze, dei ritmi ...

Tre poesie di Alberto Barina, tratte dalla sua raccolta C.I.P (Place Book Ed., 2024) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

Immagine
  Siamo lieti di poter pubblicare in estratto tre poesie di Alberto Barina tratte dalla sua opera C.I.P.  (Place Book Ed., 2024). Le tre poesie, ad avviso di chi qui vi scrive tra le più interessanti della raccolta stessa, evidenziano un profondo intreccio di diversi stili espressivi che vanno da un maggiore simbolismo, a linee marcatamente intimistiche a espressioni di un poetare di pensiero più evidente. Siamo quindi di fronte ad una scrittura in cui il fil-rouge  non è tanto costituito dal modus espressivo  quanto dall'accostamento della scrittura stessa  quasi a complemento e completamento  di un percorso di riflessione preciso.  L'alternanza tra accapo serrati ed enjambements coraggiosi  crea poi un ritmo alla lettura di sicura sorpresa e di difficile accomodamento, per il lettore, cosa che, per l'appunto porta come effetto naturale la ricerca del significato profondo di alcune scelte stilistiche interessantissime.  Un raccolt...

(Redazione) - Metricamente (Prontuario di sopravvivenza metrica) - 02 - Sulla conoscenza metrica basilare… compatibile (o quasi) con i pomeriggi al mare

Immagine
  A cura di Ester Guglielmino II. Sulla conoscenza metrica basilare… compatibile (o quasi) con i pomeriggi al mare. Sì, lo so, l’estate non è certo la stagione migliore per affrontare argomenti “metricamente scottanti”, tanto più che la calura agostana sembra piuttosto invitare al ritmo facile e lesto della sempreverde macarena. Eppure, la cadenza bimensile di Metricamente mi sorprende, di fatto, nel pieno delle ferie con tanto di panama di paglia e occhiali da sole, determinata - nonostante tutto - a intraprendere fughe “prontuarie” che - si spera - risultino chiare, rapide e leggere. Così - rimandando a contesti ben più freschi le incursioni tra sonetti, ballate, canzoni e le occasionali parentesi sui sistemi quantitativi greco/latini - affronteremo oggi alcune questioni metriche basilari, partendo da ciò che è così semplice da poter essere dato quasi per scontato, se non fossimo nell’ambito di un prontuario - appunto - e col ventilatore acceso che sventola a picco sul capo. Abbi...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 46 - Tacitazioni (in prosa poetica)

Immagine
  di Sergio Daniele Donati Accade – e lo fa senza grandi annunci – che l'estate arrivi  e la mente e il cuore si volgano all'idea di un meritato riposo. E in questa necessità di sospensione senza ritorno,  di stasi e dilatazione dei tempi, viviamo un po' tutti,  chi con piacere profondo, chi con ansia e sofferenza.  Eppure, nemmeno allora, la voce bambina tace. Saltella – intuizione appena accennata, inchiostro ancora da mettere nel pennino.  Saltella e bisbiglia – richiamo per uccelli, mano tesa verso il vuoto. Io resto qua, ad ascoltare il canto malinconico di un abbandono annunciato,  dietro le coltri umide di un pensiero troppo antico per trovare parola e ascolto. Resto qua consapevole che, quando la tacitazione viene dall'alto, non resta che coprirsi i volti  con un manto di lino, lacero e sacro. Perché il sacro che non ha nome ha la forma dello strappo della definizione del sé per differenza, di una "Tzade"   (1) tatuata sul braccio. "...

Vocebianca

Immagine
  dal Museo Archeologico di Atene - Testa di ragazzo foto di Sergio Daniele Donati Una  vocebianca sottopelle nel silenzio atavico  e famelico della casa.  Il muro a secco trasudava esperienze  attorno alla mia brama  di pergamene. E, se ora taccio,  è perchè il segreto non sia secreto dalle ghiandole  di una condivisione impossibile. Gli arti inferiori scricchiolavano i loro legni al vento e l'iride si infiammava per quella scritta: (1) Ora mi chiedi perchè io non parli e cerchi di estrarre dai miei silenzi un senso al tuo bisogno di parola. Ma io ho sognato quel sogno e,  se ora parlassi, sarebbe la lingua incomprensibile delle pietre a raccontarti di un uomo che muore. _____ (1) -   Uno dei primi versetti della Genesi (trad.:  e un vento divino planava sui volti delle acque ) _______ Testo - inedito 2025 -  di Sergio Daniele Donati