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(Redazione) - Anfratti - 03 - "Ancora è possibile andare" - Poesie inedite di Alessandra Brisotto

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di Alessandra Brisotto Acrilico su carta di Alessandra Brisotto ______ Ancora è possibile andare dove la sabbia si scioglie al confine tra il sale e la pietra prima del flutto più duro che ci riporta al largo esattamente al punto in cui si immerge il sole Ancora è possibile andare ______ Voi tutte parole in viaggio, avete assunto una forma, un colore, una voce, che vi rende diverse. Voi sparse ovunque, nell'oggi e nel poi, tornate, vi prego, tornate, ridatemi forma. ______ Ciò che si vede Il cuore non mi piace, non mi piace più. Mi fa pensare a una carcassa, al concime per le piante, a un meccanismo che si spegne, si deteriora e muore. Preferisco l'anima. ______ La crepa Si è aperta un giorno ma non so quando Traspare il primo vagito, forse d'estate una radice forte, larga più o meno un dito Il primo raggio di sole

(Redazione) - Genere In-verso - 19 - Di alberi, di popoli, di poesia.

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    di David La Mantia Immagine del Cosmo come ente vivente, in continua nascita e sviluppo, l'allegoria della vita nella sua totalità. Per questa ragione era adorato presso quasi tutti i popoli di ogni luogo e tempo: querce, frassini e tigli erano oggetto di culto presso Celti e Normanni, fichi, melograni e olivi spiccavano simbolicamente nel bacino del Mediterraneo. L'albero cosmico trae le proprie radici nel cielo e nel ventre della terra, vivificandola con la linfa celeste. È un momento panico, sciamanico. Va ricordato che presso Zoroastro i suoi rami corrispondono ai cinque elementi: l'etere, l'aria, il fuoco, l'acqua e la terra. Agli alberi erano associate molte antiche divinità cosmogoniche come Osiride (cedro), Giove (quercia), Apollo (alloro), Diana (nocciolo), Minerva (olivo). Anche la Vergine Maria è paragonata all'albero della salvezza, dal cui frutto nasce il Redentore. Il Libro della Genesi colloca dentro il giardino dell'Eden l'albero dell...

(Redazione) - Voci dall'Umanesimo-Rinascimento - 05 - La poesia di Giovanni Pontano

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  di Gianni Antonio Palumbo Giovanni Gioviano Pontano è figura chiave dell’Umanesimo aragonese e della letteratura umanistica. Fu segretario di Ferrante I d’Aragona e animatore, dopo Antonio Beccadelli detto il Panormita, dell’Accademia che da lui assunse il nome. La sua poesia, come evidenzia Sebastiano Valerio in Pontano lirico tra l’amore coniugale e la seduzione (contributo pubblicato in Il discorso della seduzione dall’antichità all’età contemporanea , a cura di A. Di Benedetto, A.R. Daniele e T. Ragno, UniorPress, Napoli 2022), “ha ricevuto negli ultimi anni nuovi studi e rinnovate interpretazioni, eppure, nel panorama della storia della lirica italiana, cerca ancora una consacrazione canonica, anche in ragione dello strumento linguistico, il latino, che il poeta aragonese adoperò in maniera esclusiva e originale, in un secolo, il XV, nel quale il bilinguismo della nostra letteratura dovrebbe essere considerato con maggiore attenzione”. Esploreremo, in questa sede, non il co...

Il delirio di Elia

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  Il profeta Elia di  José de Ribera Forse domani schiume acide di ricordo  corroderanno ogni nostra aspirazione all'oblio.       Zampilli acidi di memoria      gorgogliano già ora       dalle crepe nei muri,       dalle rughe dei palmi. La parola profezia tornerà a essere concava - un ventre molle e vuoto, figlio di un ascolto folle. Forse allora, dentro la grotta del pensiero,  resteranno al mio fianco sussurri sottili di silenzio.      Forse allora si comprenderà      chi io non sia mai stato      per la sola colpa       di essere stato.

(Redazione) - Muto Canto - 22 - Attraversare la metamorfosi in epoca contemporanea

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  di Anna Rita Merico  Attraversare la metamorfosi in epoca contemporanea. Consentirle di dire il desiderio di umanità e seguirne i necessari attraversamenti per sentirne rimbombare la necessità di voler sgusciare via da ogni nicchia di presente conosciuto, dato. Ingeborg Bachmann (1926-1973), Paese di nebbia pubblicata nel 1954. Giunge come frusta questo verso.Stacca da ogni realismo e trasporta in una radice di trasparente visionarietà accesa, metamorfosi lapidaria. Mondo nel mondo. Nulla è al suo posto, ogni rigo deborda fluttuante nel successivo e torna in risacca. Ogni immagine parte da sé e s’immerge in gioco di cerchi concentrici come sasso gettato in sorgive acque. Fuori dal fuori i passi di un io poetico denso, pensieroso, viandante tra mondi. Affascina la mollezza dolce e fiabesca di questo trasporto che cuce la bestemmia dell’abbandono trasformandola in infinito. E’ pagina sospesa in cui l’ago del silenzio buca confini e limiti e d’inverno sta la mia donna è tutt...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 34 - A proposito di "Una chiarissima luce" (Compagnia editoriale Aliberti, 2024) di Alessandro Ardigò

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  di Paola Deplano Mi si passi il paragone blasfemo: Chiarissima luce di Alessandro Ardigò (Compagnia editoriale Aliberti, 2024), è un libro uno e trino. È trino perché composto da due parti con in mezzo il secondo linguaggio artistico dell’autore (il disegno) ed è uno perché si nota che il cuore poetante e disegnante è il medesimo, con un suo peculiare modo di scrivere e di dipingere, spesso ruvidamente tenero e soprattutto mai melenso.  Nella prima parte si parla d’amore, di vita, di poesia, a volte prendendo lievemente in prestito suggestioni poetiche della letteratura italiana e straniera, anche delle origini. Docente di letteratura italiana nei licei e dottorando di studi filologici e linguistici all’Università di Bergamo, l’autore non manca certo della cultura necessaria per esprimere con la propria voce tutto il mondo intellettuale che conosce e che fa conoscere a suoi studenti, per i quali è una figura importante, fuori e dentro le aule scolastiche. Da questo luogo, c...

Due poeti allo specchio (Sergio Daniele Donati e Luigi Cannillo)

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  Autoritratto di Sergio Daniele Donati IL SOGNO (testo inedito 2025 di Sergio Daniele Donati) Mi pareva allora di giocare a dadi col cielo di tendere il suono del silenzio in iperboli color ocra. Era un sogno il cui risveglio succhiava poi nettari da un lingua in lenta diluizione. Sull’albero il ramarro rideva e roteava la coda a indicare il ruscello color petrolio dei miei pensieri. Ero solo, e solo sei tu, soli siamo noi, ogni notte a decifrare lingue e stilemi di chi non parla.        Il primo passo del sognatore        è quello che tacita il canto;        l’ultimo, al contrario, ne riprende       la melodia; da uno spartito evanescente. Foto di Tiziana Grassi (testo inedito 2025 di Luigi Cannillo) In sogno non siamo mai veramente soli c’è sempre un paesaggio una folla, altri noi cellule a vigilare e attraversare confini o ci riflette uno specchio ci vigila una foto nella camera che intanto prende l...

La lama del crepuscolo

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È facile per l'uomo puro portare la croce della colpa del mondo; la luce è cieca e non percepisce peso. Più difficile nell'umana notte assistere alla danza macabra  dei fantasmi sdentati  dell'abbandono di sé e alle copule delle assenze. Non mi chiedere perché io abbassi lo sguardo e rifiuti il tuo saluto; guarda gli asfalti che i miei piedi calpestano. Sono pieni di crepe; sembrano sorrisi e smorfie d'un buffone che si rifiuta di piangere il suo ritiro dal mondo. Dal mio campo indegno svapora lento il Sogno e lascia in dono tracce dure come il diaspro di un pianto bambino. _______ Foto e testo -  inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati  

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 42 - Giochiamo con la poesia della "prima parola"

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  di Sergio Daniele Donati Se si accetta un gioco – e le sue regole – quelle stesse regole divengono il campo giochi e allo stesso tempo l'oggetto del gioco .  Per questo, prima di proporvi di giocare con me oggi, devo esplicitare per voi alcune regole, perché possiate accettare di sedervi al tavolo con me, o passare oltre. Eccole: Questo gioco si fonda su un assunto non dimostrabile, anzi filologicamente falso , ovvero che la prima parola della narrazione biblica della creazione (בראשית - Bereshit - comunemente tradotto con all'inizio, o al cominciamento ) sia la prima parola dell'uomo. L'assunto è doppiamente falso: da un punto di vista religioso  perché  per chi è credente la Torah è parola di D.o, non dell'Uomo; da un punto di vista filologico perché si ha ben presente che alcuni testi indiani in Sancrito, ad esempio, possono ben datarsi in periodo antecedente a quello dell'elaborazione del libro della Genesi e la scrittura non è cosa che abbia inventat...

(Redazione) - Dissolvenze - 41 - E il naufagar

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  di Arianna Bonino E il naufragar (testo inedito e foto di Arianna Bonino) Onde, onde, onde, onde, onde, onde, onde, sale, alghe, sassi, catrame,  legni, branchie, perle, stelle, lische, riflessi, scogli, ancore, pesci, bottiglie, coralli, relitti, polpi, ossi, sabbia, sughero, squame, tentacoli, vetri, lenze, meduse, latta, stracci, conchiglie, piume, esche, ami, granchi, reti, reti,  granchi, ami, esche, piume, conchiglie, stracci, latta, meduse, lenze, vetri, tentacoli, squame,  sughero, sabbia, ossi, polpi, relitti, coralli, bottiglie, pesci, ancore, scogli, riflessi, lische, stelle,   perle, branchie, legni, catrame, sassi, alghe, sale, onde, onde, onde, onde, onde, onde, onde.

Quel "non so che" dell'approdo poetico - piccole intuizioni a margine - di Sergio Daniele Donati

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  Foto di Sergio Daniele Donati Quelle che sto per scrivere sono mere intuizioni alla rinfusa dettate da un'impellenza che l'insonnia di stanotte, con il suo portato di flussi incrociati di pensieri, mi ha portato.  Quando la mente è stanca, per evidente paradosso, entra in iperproduzione, come piccioletta barca (1) ,   in cerca di un approdo sicuro, e sarebbe bene, se solo si fosse capaci di farlo, seguire il dantesco consiglio e non intraprendere quel viaggio. Ma, se le cime sono ormai sciolte, e altro non resta davanti a sé che l'indeterminata infinità del mare, non resta che navigare.  Allora stanotte, tra mille pensieri non certo rassicuranti, ho potuto indagare la natura  di approdo del dire poetico.  Versi sparsi, letture incrociate, si posavano infatti come lenimenti su quella sorta di iperventilazione mentale che mi stava attraversando. E quei versi, a cui tributo vera gratitudine, li ho potuti analizzare nella loro struttura più celata, come se fo...