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Da "Midbar" (di Raffaela Fazio - Raffaelli Editore, 2019) - 10 - Alle querce di Mamre

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Alle querce di Mamre “Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo […] Andrò a prendere un boccone di pane; ristoratevi, dopo potrete proseguire […]». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo” (Gn 18,2 ss.). Vigile quiete la sosta sulla soglia. Accordi il fiato al ritmo delle ore - le più calde. Il tuo riposo si concilia  al mondo:             pare una vigilia. Ma cosa attendi             vecchio se non pretendi nulla? Perché  dal fondo dei tuoi anni             alzi lo sguardo? Hai visto e sei accorso. Non chiedi chi sia lo straniero. Non cerchi un segno. Nel suo panim accogli  il volt...

(Redazione) - Muto Canto - 23 - Di un dialogo con immagini fermate in parole per e con Angelo Curcio.

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  di Anna Rita Merico  A proposito dell'opera di ANGELO CURCIO  "Terramare"  (Editrice Zona-level48, Genova 2022),  con prefazione di Costanzo Ioni. Un testo che si nutre di un poetico-viaggio in remote cartografie generate a sud. Cartografie intramate di luci e di soglie, di madri e di armonie, di sentieri e ricerche di bussole. Angelo Curcio rinnova gli antichi saperi legati alle sapienze degli apprendimenti della navigazione notturna facendone tratto lirico-esistenziale di adamantina bellezza. La navigazione notturna di questo Autore è l’attraversamento delle perigliose acque in cui immergersi senza bussole al cospetto delle Scille e delle Cariddi che emergono dai e nei gorghi della Vita. Potenze da aggirare per nuove rinascite e la poesia resta l’unico autentico linguaggio per dire di tale materia. Se le Scille e le Cariddi dei gorghi presenziano al movimento della scissione del pensiero, della frammentazione della parola, la poesia ha il potere di ri-armoni...

Un addio barocco

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"Autoritratto evanescente" di Sergio Daniele Donati  È là, all'incrocio esatto tra suono e assenze che prende forma il canto dello stupore. È al confine tra paludi e pensieri blu, tra l'abbozzo dell'ordine e la legge del desiderio, che geometrie auree raccontano lievi la saga di armonie celate. È la che mi perdo e tu ritrovi in mia assenza il piacere di pronunciare un nome arso dai fuochi dell'oblio senza fine. È là che lascio sia linda l'onda e precario il richiamo; là, sulla frontiera tra il gioco della parola e l'asfissia dei silenzi. Vado per non tornare e questo il corno inglese non sarà mai capace di raccontarlo al tuo mondo, ignaro del proprio nome. ______ Testo - inedito 2025 -  di  Sergio Daniele Donati 

Alcune riflessioni sullo "stato delle cose" in poesia di Mauro Ferrari

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  Un breve cappello introduttivo “ Che fare?” La poesia onesta e importante (termini banali ma che qui hanno senso) esiste e non è raro trovarla in vari cataloghi editoriali (a volte persino nei maggiori...), ma in un mondo in cui si scrivono migliaia di recensioni, si sfornano antologie più o meno “autorevoli”, si creano gruppi e si litiga sui social, non si riflette abbastanza (mai) di poetica : l’utilizzo di strumenti rapidi ed efficientissimi, nel bene e nel male alla portata di tutti, infatti, non sta producendo risultati apprezzabili sul fronte della poetica, parola che sembra bandita dalla discussione e dal confronto. Si resta a livello di ricerca individuale, di idiosincrasie espressive, o al massimo di gruppi che si riconoscono in un progetto organizzativo o editoriale. Per di più, la conoscenza approfondita e sincera della “situazione” della poesia e delle nefandezze che la stanno rovinando ( che l’hanno già rovinata ...) è affidata soprattutto agli incontri amicali, alle...

Immagini concentriche

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Un'ombra incerta una nota tenuta, sotto il cedro vicino al pozzo. La formica ascende catene montuose  sul muro a secco. Un silenzio tenace tra i suoni ossessivi di una cicala sul platano Non penso più  al sogno di ieri; sogno un pensiero senza timbro né autore, e una parola scorrere liquida nel flusso della dimenticanza. _____ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati

Torna a casa

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  Torna a casa lercio con un sorriso ebete e le stelle negli occhi chi cerca purezza. Chi invece si dice puro ma non santifica  neri fanghi e grigi limi sotto unghie spezzate e punta dita fin troppo linde sull'altrui fatica, resta afono e preda eterna  di una solitudine blu. Mentre annusavi quel fiore sul ramo, ho visto il tuo sorriso sarcastico perché piangevo la fatica della resina, sotto la corteccia. Allora ho pianto ancora, ho pianto di più, ho pianto anche per te. _____ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati  

Un pianto declinato

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Ecco il pianto declinato in lingua antica; ecco lo strozzo, l'impaccio, l'ala spezzata, il tendine lasso. Ecco il singulto,  l'urlo costante  dei "perché io , perché proprio a me?" . Ecco il velo grigio fumo la nenia sincopata, incapace di consolazione, il grido di un padre impotente. Ecco, si fa poesia; si fa poesia.  Ora. Per non vedere più. ________ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati