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Kaddish della parola #2

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  Abbiamo costruito un mausoleo attorno al nòcciolo di parola, costretto all'implosione mattutina le intuizioni della notte — la parola copre la parola,  a evitare l'ansia  di doversi ricostruire;  nel silenzio.  Abbiamo escluso, costretto  in asfittiche particelle d'ambra, il germoglio di un pensiero neonato e ancora puro, e moltiplicato i vocabolari della disappartenenza e del vuoto — parole profughe, desertiche, profane e acuminate,  sotto la pianta dei piedi; incapaci di darci il volo  o di assicurarci la profondità  di un pensiero ancora nascente. Eppure là, nella devastazione del linguaggio, tra i mattoni di quella nuova Babele, stava una bambina ipovedente, il corpo proteso al canto dell'assenza — raccoglieva scheggie e ossidiane e le porgeva in dono  al vento distraente — e distratto — perché ne facesse polveri nere a fecondare le terre antiche  e speranze fragili; tele di ragno. Il disegno era chiaro — il Mandala dello zitt...

(Redazione) - L'urlo di Ermanno - A proposito dell'artista Ermanno Spera - nota critica di Melita Ruiz (Emanuela Maggini)

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Ermanno Spera: artista nasce a Roma, l’11 marzo 1967. Nel 1985 il consegue il diploma di Perito Elettronico. È artista, poeta e scrittore; i suoi testi esprimono messaggi evocativi e sentimenti che convivono nell’individuo e che hanno valenza universale. Dal 1999 ad oggi, è stato inserito con le sue opere, sia letterarie che artistiche in diverse antologie artistico-letterarie, nazionali e internazionali; ha partecipato a molteplici rassegne artistiche, mostre collettive e personali, in ambito nazionale. Negli anni ’90 faceva parte di un gruppo di artisti che erano soliti ritrovarsi nei pub del quartiere San Lorenzo di Roma. Nel corso di questi eventi, readings poetici e mostre personali, proponeva con la sua arte storie figurative con cavalli alati, uomini -tigre e centauri. L’urlo di Ermanno Ne è trascorso di tempo da quando Edward Munch realizzò il celebre urlo; un grido potente, angosciante nel quale l’umanità tutta ancora s’identifica. Dai primi del ‘900 ad oggi assistiamo agli st...

Ho tradito

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  "Sinapsi" di Sergio Daniele Donati Ho tradito confini verdi e barriere   sullo sfondo di una fiamma nera   e muschi sacri al Mito e alla Dea   per salire poi alle crepe celesti.   Ho tradito sirene e betulle antiche   e la lezione antica della Voce   per inseguire la scossa d’argento   nel buio senza suono di una vita   dispersa, frantumata e diluita.   Ma mai ho tradito il tuo freddo canto,   Moabita, né il pozzo nel deserto   delle mie intenzioni, nel silenzio   dove le iridi han mutato colore   per diventare ambre senza bagliore; custodie spente e prive di respiro   di un desiderio sepolto e fossile. _____ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati

Hiram Barrios - Raffiche (aforismi) - con Traduzione di Antonio Nazzaro e Hiram Barrios e nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Le parole di Fedro  è una realtà sempre attenta alle diverse forme espressive che coinvolgono la parola e che dalla parola stessa traggono nutrimento. Allo stesso tempo  Le parole di Fedro  è una realtà che aspira a cogliere dall'ambiente letterario (ed artistico in generale) respiri che vadano oltre i confini di una italianità che è allos tesso tempo campo e fertile confine. In altri termini, l'attenzione alla parola, su queste pagine non si riduce mai soltanto all'espressione poetica e, tantomeno, alla sola espressione italiana.  Prima della parola è il suono, e il suono è sempre del dominio universale dell'Uomo, al di lùà dei confini, che pure esistono. È per questo che siamo davvero lieti di poter accogliere degli aforismi di Hiram Barrios , autore messicano dai tratti di scrittura del tutto peculiari ed unici.  Come vedrete sono aforismi che del canone aforistico (incisività, pienezza, essenzialità) non disperdono alcun elemento costitutivo. Tuttavia...

Cinque poesie inedite di Fosca Navarra - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Siamo davvero lieti di poter accogliere sulle nostre pagine delle poesie inedite di Fosca Navarra giovane poeta dalla produzione letteraria già molto interessante e ricca.  Come vedrete si tratta di poesie dall'apparato simbolico e metaforico interessante e molto vivace nelle quali spesso la poeta predilige rivolgersi ad una seconda persona singolare, ad un TU, dai contorni cangianti.  È questa una scelta stilistica con una sua precisa storia nella poesia italiana che rende spesso il senso profondo di una ricerca di intimità col lettore , effetto che in questo caso viene amplificato dalle figure retoriche ricorrenti utilizzate e dal richiamo ad un corporeo sempre presente. Un'autrice, dunque, a nostro avviso da seguire con estrema attenzione e cura e la cui lettura è per il lettore un interessante viaggio nelle musicalità di corde sottili e delicate. Per la Redazione de Le parole di Fedro il caporedattore -  Sergio Daniele Donati 1. Del romanzo appena aperto tu sei...

La bellezza (La beauté)

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La bellezza che respira da una lama un po' sbrecciata; goccia di miele e d’ambra sul polpastrello di un bambino. __________ La beauté qui respire d’une lame un peu ébréchée ; goutte de miel et d’ambre sur le doigt tendre d’un enfant. ______ Testo - inedito 2025 -  e traduzione in francese  di Sergio Daniele Donati 

L'uomo in fuga

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L’uomo in fuga non ha tempo di considerare il lievito della Storia. Ci pensino le nuvole nell’indaco a gonfiare il desiderio che si perde, e le narici a testimoniare il passato dell’ordito, degli odori. _______ Testo - inedito 2025 - ed elaborazione grafica da immagine IA di Sergio Daniele Donati

Meditazione

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  Dietro ogni respiro si nasconde   la danza di un amore mai svelato, la spirale porpora che da sempre   genera il vortice di sangue e sogno,  la calma amazzonica che giunge dopo la fine d’una speranza muta. ______ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati

Ride

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Parte da un istante di vuota coscienza e non sa nemmeno come si chiama. Sa che parte e a volte torna e che si incaglia,  ridendo, a ogni passo sugli scogli su cui sirene e desideri non cantano più. Si incaglia  sulle pietre aguzze del ricordo e dell'assenza; e ride,  ride senza fine, né inizio, né conto. Ride dall'unico dente giallo che gli resta, il saggio sdentato e ubriaco della vita. _______ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati

Passi omolaterali

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_____ Si muove con passo omolaterale e disarmonia interiore e cede al richiamo di sirena della sua atassia cerebellare chi non sa alternare silenzio e parola, parola a silenzio. Viandante asincrono di pergamene e polveri, d'inchiostri e pennini, si appoggia al profumo di un arcobaleno evanescente. Incapace di metter radice, la sua esistenza è bestemmia alla sacra alternanza; alla dolce membrana oppone lo stolto entusiasmo per il calore di una ustione del derma craniale. _____ Il se meut d’un pas homolatéral et d’une disharmonie intérieure, et cède à l’appel de sirène de son ataxie cérébelleuse, celui qui ne sait alterner silence et parole, parole et silence. Voyageur asynchrone de parchemins et de poussières, d’encres et de plumes, il s’appuie sur le parfum d’un arc-en-ciel évanescent. Incapable de prendre racine, son existence est blasphème à la sainte alternance ; à la douce membrane il oppose l’enthousiasme insensé pour la chaleur d’une brûlure sur le cuir chevelu. _____ Testo -...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 48 - Solo tre parole (un sogno)

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  di Sergio Daniele Donati Sai bene , mi dicevi,  che non ogni esclusione  si conclude col ripudio, che il midollo del sigillo  è nella protezione e che ciò che non può  attecchire su terreni acidi trova spesso risposta fertile  in altri campi.  Certo, rispondevo, e so anche del dolore del primo passo dell'escluso verso una terra  ancora sconosciuta, della parola non eletta oggi a tornare nell'indistinto insieme  di ciò che oggi, ancora, non vien detto.  Al risveglio dal sogno le pareti della stanza  sembravano fluttuare  in un indaco sfocato quasi faticassero a prendere forma, o, anzi,  a scegliere  se manifestarsi o diluirsi davanti al mio sguardo estatico. Erano i perimetri incerti della parola quando ancora non viene espulsa,  sola,  dal reame del silenzio? O era un coro muto di voci bianche e bambine a prendere – o perdere  – contorno  davanti ai miei occhi? Mi alzai, senza sapere se fossi anc...

(Redazione) - Dissolvenze - 46 - …à l'aveugle, Paris, 5e arrondissement

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  di Arianna Bonino È sorprendente come dietro a nomi altisonanti e spesso indubitabilmente meritevoli, talvolta si siano celati predecessori tanto determinanti nell'ispirare i loro più noti emuli o discepoli quanto sconosciuti – o quasi – ai più. Personalmente ho un debole per questi brillanti e impolverati personaggi rimasti nell'ombra. Di frequente sono nomi relegati nelle note a piè di pagina, ma ancor più nelle note a piè di pagina delle appendici dei libri. In pratica, vengono citati nelle pagine che, guardando il volume di taglio, sono le meno battute, più chiare perché poco usurate, se non addirittura intonse. Costoro giacciono beatamente in quel candore cartaceo per anni e anni, talvolta secoli, rischiando di rimanerci addirittura per sempre. Ecco, non che io voglia esagerare, anche perché il personaggio in cui mi sono imbattuta forse non è così sconosciuto, considerando i suoi meriti. Eppure, a me risulta che ad oggi nessuno dei suoi intriganti scritti sia reperibile ...

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 15 - Il poeta e la sua parola (parte sconda)

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  di Giansalvo Pio Fortunato L’evidenza che risiede nel relazionarsi alla lingua costituita e la forza data dall’immensa possibilità di disporre di questa lingua, fa sì che si possa concepire anche con una certa nettezza quanto sia intima la relaziona tra il poeta e la sua parola. In tal senso, infatti, la parola, nell’accezione da me intesa [1], punta a riconoscere l’atto esatto di enunciazione; ossia: il momento in cui un’espressione linguistica prende corpo ed edifica un mondo di senso. Per la poesia, ovviamente, è quasi d’obbligo parlare di enunciazione e non di un enunciato almeno per due motivi: la poesia sfugge ad ogni atto di formalizzazione rigorosamente logico-tradizionale; nell’atto stesso del “pronunciamento” della poesia, si sviluppa una nuova e complessa sfera di senso, che non si riduce mai semplicemente in un mero atto di significato. Implica, piuttosto, un far essere. Se ci trovassimo innanzi ad enunciati, infatti, il verso non solo sarebbe definito come una se...