Piedi umidi
Foto di Logan Zillmer |
Hai ragione. Non ho nulla in più di te perché medito.
Meditare non fa di me un superuomo.
Anche io tengo i piedi nell'umido e la foschia mi chiude spesso i sensi.
E sto, come te, immobile ad attendere chissà cosa per iniziare a vivere.
Hai ragione meditare non mi dà nulla che tu non abbia già dichiarato di aver ottenuto per altre vie.
E se anche tu vedi quella porta dietro la foschia, davvero non c'è nulla, se non il cammino prescelto, che ci differenzi.
Hai ragione a rimarcarlo, sono una piccola persona che ha ricevuto un solo insegnamento ed una sola colonna dorsale per stare eretto.
Una persona piccola che meditando ha percorso felice i suoi centimetri verso quella porta che tu puoi raggiungere con un solo balzo, a quanto mi dici.
Eppure è meditando che ho capito che la mia banalità, piccolezza umana, limite è un valore, è il campo da arare per poter fare altri centimetri, camminando nell'umido.
Hai ragione dunque a definirmi piccolo, a rimarcare le mie cadute.
Fanno parte di ciò che io credo sia un uomo.
Se arrivi prima di me a quella porta, urlami ancora, ti prego, quanto sono piccolo.
Mi farà avanzare di qualche centimetro in più.
Meditare non fa di me un superuomo.
Anche io tengo i piedi nell'umido e la foschia mi chiude spesso i sensi.
E sto, come te, immobile ad attendere chissà cosa per iniziare a vivere.
Hai ragione meditare non mi dà nulla che tu non abbia già dichiarato di aver ottenuto per altre vie.
E se anche tu vedi quella porta dietro la foschia, davvero non c'è nulla, se non il cammino prescelto, che ci differenzi.
Hai ragione a rimarcarlo, sono una piccola persona che ha ricevuto un solo insegnamento ed una sola colonna dorsale per stare eretto.
Una persona piccola che meditando ha percorso felice i suoi centimetri verso quella porta che tu puoi raggiungere con un solo balzo, a quanto mi dici.
Eppure è meditando che ho capito che la mia banalità, piccolezza umana, limite è un valore, è il campo da arare per poter fare altri centimetri, camminando nell'umido.
Hai ragione dunque a definirmi piccolo, a rimarcare le mie cadute.
Fanno parte di ciò che io credo sia un uomo.
Se arrivi prima di me a quella porta, urlami ancora, ti prego, quanto sono piccolo.
Mi farà avanzare di qualche centimetro in più.
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