Odor di gelsomino
In ricordo del mio Maestro
Poggiasti il suono del tuo sterno
all'intenzione più pura.
Il Silenzio, granito, abbracciava
la docile piovana manifestazione
che irrorava i tuoi ultimi lenti pensieri.
Il tuo non detto fu tradotto
nella parola dell'Uomo
e, ascoltato desiderio,
si posò sul petalo da te prescelto
Quel petalo ero io.
Atto finale, dipartita, creazione e trasmissione
il tuo, bisbiglio notturno,
evocava la mia Via,
odor di gelsomino.
Io, maestro, ero là,
testimone della tua angelica trasformazione.
E non piansi ciò che eri stato.
Mi girai, e con passo lento,
raccolsi pioggia dalle mie orbite
per disperderla su una fertile terra
ansiosa di riceverla.
"E non piansi ciò eri stato." mi sembra una testimonianza bellissima e potente
RispondiEliminaGrazie per queste magnifiche parole. Si c'era dell'evidente "potenza" in quel momento, che ho cercato di tradurre in parole.
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