La casa dei sogni (ascoltando le 7 toccate di J. S. Bach eseguite da Glenn Gould)

Disegno della piccola immensa Ruth Marie (11 anni)

Hai ragione Glenn. Dovrei ricordarmelo più spesso. 

Le tempeste sono sempre e solo esterne e lasciano rivoli sulla nostra pelle che, certo, invecchia. 
Il vento, poi , Glenn, ci soffia sui pensieri e tardiamo sempre di qualche secondo l'istante del nostro ritorno. 
Tardiamo e tradiamo l'istante, anagrammi noi stessi delle poche lettere che sappiamo mescolare. 
Per questo il nostro stesso nome ci sfugge. 

Eppure Glenn, tu lo sai bene, esiste sempre una possibilità di suonare uno staccato, riempiendo i silenzi tra le note delle nostre intenzioni di balzare. 
Uno staccato per oltrepassare lo steccato dei nostri turbamenti. 

Il mio nome è Fedro, Glenn. Il mio nome è Fedro. 
E lancio sguardi dietro lo steccato dal giorno del mio primo respiro, là dove si cela la casa dei sogni. Un albero antico, un ruscello limpido dove posare le nostre fatiche. 
E sono piedi nudi sul muschio morbido. E pennellate infantili e gioiose sulla tela delle nostre visioni. 

Io quella casa la percepisco nel silenzio tra le tue note, nel tuo canticchiare mentre suoni, nel tuo sguardo di falco sui tasti del piano. E osservo felice le tue mani mentre si sollevano in attesa di rientrare...nella casa fatata sull'albero delle nostre infanzie. 





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