Oggi descrivo
Oggi non scrivo. De-scrivo
Stasera il pub, come tutti i sabati sera, è colmo di umanità.
Mi ci sono ritrovato, solo, per un imprevisto bidone di un amico.
E ho osservato per due lunghe ore la vita manifestarsi. Ho deciso di non scrivere ma di descrivere.
E c'era la tavolata di ragazze con un unico amico gay. Indovinate chi fra loro mi guardava mentre io li osservavo.
No, oggi non scrivo su quel tavolo, sennò ne viene fuori la Recherche due.
E c'era la cameriera stanca che nel prendermi l'ordine mi diceva: "Sergio non ce la faccio più".
Ed io, che oggi descrivo e non scrivo, ho dovuto tagliarmi la mano per non costruire un romanzo su quella piccola frase.
E c'era il macho, capelli raccolti con un piccolo chignon alla samurai giapponese, che però non beveva Sakè, ma lemonsoda.
E via, taglio l'altra mano per non scrivere un romanzo sul nostro bisogno di apparire ciò che non siamo.
E c'era la gnocca dell'est che mi guardava stizzita come a dire "Che cazzo ti guardi prima il macho di me?".
Ed io mi sono tagliato un piede per non scrivere un romanzo sulla tanto tenera e femminile esigenza di essere riconosciute, prima di altri.
E c'era il barista pazzo che mi strizzava l'occhio come a dire "io so che tu sai".
Ed ho tagliato l'altro piede per non scrivere un romanzo sulla mia incapacità di sapere alcunché.
"Che cazzo so io, barista?"
E poi c'era la solitaria, sovrappeso, lo sguardo verso la sua birra.
Ed io mi sono tagliato la lingua per non alzarmi e dirle: "Alza gli occhi, ti prego, c'è un mondo fuori dal tuo dolore che ti sta indicando la via".
E c'era il gigante italo-inglese che di lontano mi guardava osservare.
E ci siamo salutati sollevando il boccale.
E mi sono tagliato la testa per non scrivere un romanzo fantasy con atmosfere da pub scozzese in cui dietro al gigante si nasconde un re in disgrazia e dietro al narratore solitario un bardo medievale.
Sono tornato a casa pieno di tagli, perché questo per me significa impedirmi di scrivere e limitarmi a descrivere.
Pieno di tagli che so essere l'essenza della mia prossima scrittura.
E non chiedermi perché io desideri quest'incontro!
La risposta è chiara.
Lo desidero per lasciarti andare se vuoi andare e per accoglierti se vuoi restare.
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