Oblivion (3) Y Final
l'olio sacro
sembrava pece,
ricordi?
Aderiva alle nostre mani
senza altro appiglio
alla vita
che i nostri corpi,
sudati.
Furono i tuoi passi
e i miei respiri
a render puro
un amore colloso;
e, mentre colava
a terra,
s'aprivano varchi
di risate
senza scopo
tra i nostri sterni.
Ora io vado
e tu cammini
su fili d'argento
puro,
e in quei varchi,
benedetti dalla follia
dei nostri passi
allacciati,
affonda le radici
un giovane albero,
forse un salice,
capace di ricordo.
Strepitoso !
RispondiEliminaOblivion non so cosa sia, ma la poesia è super!
RispondiEliminaMeravigliosa! Nella pura tradizione lirica greca! Nelle tue strofe, sento il profumo del Mediterraneo!
RispondiEliminaUn gioco di rimandi e di assonanze mentali e contestuali sorprendente. Evocativo il ritmo e la sonorita'. Vedo in questo testo un'anamnesi molto piu' che un oblivion! E' sempre un incontro profondo, importante, sfidante e nello stesso tempo giovibile della sua bellezza
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