Dialoghi poetici coi Maestri 6. - Salvatore Quasimodo
Salvatore Quasimodo - Foto di repertorio |
ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
(Salvatore Quasimodo: dalla raccolta Giorno dopo giorno, 1947)
_______________________________
PROLE ACCECATA
È sottoterra che, seppellita,
la parola germina,
tra bave cieche di lombrichi
e maceri infedeli
di rami secchi;
la parola tradita, come prole
accecata nel sogno.
E non basta dirsi vinti
né cedere il passo
a un silenzio nazista.
Occorre avere la folle pazienza
di chi illumina di fuochi
fatui le macerie
d'un dire senza segno.
Speranza è parola sporca;
odora di fango e muschi decomposti
e si cela nell'attesa d'una pioggia
che ne liberi i fardelli.
Speranza è formula sacra
da pronunciare la notte, in compagnia
della solitudine degli astri.
( Sergio Daniele Donati: Inedito, 2021 )
Che meraviglia Sergio! Non finirai mai di stupirmi. Il tuo talento merita una pubblicazione. È un ordine!
RispondiEliminaAccetto volentieri l'ordine...
Elimina🤗
Molto bella e realistica, una dichiarazione di impotenza emotiva detto con la stessa poesia.
RispondiEliminaGrazie. Sì, un atto di resa profonda.
Elimina