Dialoghi poetici coi Maestri 19. - Shuntarō Tanikawa
Shuntarō Tanikawa, Foto di repertorio |
Essere vivi
Essere vivi
essere vivi ora
vuol dire avere sete
essere abbagliati dal sole fra gli alberi
ricordare all’improvviso una melodia
starnutire
tenerti per mano
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire minigonna
un planetario
Johann Strauss
Picasso
le Alpi
vuol dire imbattersi in tutte le cose belle
e poi
essere attenti e opporsi al male che vi si nasconde
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire poter piangere
poter ridere
potersi arrabbiare
vuol dire libertà
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire un cane che abbaia in lontananza ora
la terra che sta girando ora
da qualche parte il primo vagito che si alza ora
da qualche parte un soldato ferito ora
è un’altalena che dondola ora
è l’ora che passa ora
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire il battito d’ali degli uccelli
vuol dire il fragore del mare
il lento procedere di una lumaca
vuol dire gente che ama
il tepore della tua mano
vuol dire vita
(Shuntarō Tanikawa: Tratto da Poeti giapponesi,
ed. Einaudi, 2020 a cura di M. T. Orsi e A. Clementi degli Albizzi)
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Tradizioni lontane
Che non poggi ogni comprensione _____________
Tradizioni lontane
della vita su liste incomplete
è un mantra sacro.
Eppure cerchiamo ordine e legame;
anche tra stelle tra loro lontane.
E immaginiamo costellazioni e mitologie
che ci orientino in oceani sconosciuti.
Né ci frena saper impossibile
completare l'Opera.
Elenchiamo da sempre le parti
e aspiriamo al Tutto;
perché di quel Tutto siamo i figli.
E se il padre non risponde
il neonato alza alto
-sempre più alto-
il suo vagito.
Tracciamo fili di ragno,
tra oggetti distanti
perché sappiamo
colmare nel tempo ogni distanza.
Ogni descrizione della vita
si nasconde monca dietro tronchi
d'albero, millenari.
Per questo da sempre abbiamo dei figli.
Completino loro la lista incompleta
o almeno si ricordino
che immaginare l'impossibile
è ciò che ci rende uomini.
(Sergio Daniele Donati - Inedito 2021)
Non sto esagerando ma i tuoi versi, per me, sono più suggestivi di quelli del poeta giapponese. Ti confesso che le elencazione, le liste, da Neruda in poi cominciano a stancarmi
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