Zain (terzo ciclo)
Poi una voce,
un monito potente:
« Vai lontano,
verso te stesso,
ché non c'è luogo
più lontano di "te stesso"
nel Silenzio ».
Io stavo là,
con la "voce-dentro",
nel travaso del dolore.
«Padre,» chiesi, «perché tradisci
il destino di tuo figlio?»
Abbassava lo sguardo
mentre mi ferivo il torace,
pugnale alla mano.
Un monito al monito:
«Le ferite dei padri
sono numeri tatuati
sulla pelle dei figli»
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