Al Maestro - Trittico
Ci scava gli occhi
- e ne risucchia la luce -
percorrere come talpa,
sottoterra,
gli umidi territori
della nostra falsa coscienza.
Abbiamo bisogno dell'abbaglio
- d'una intuizione puerile -
per dirci degni
della falsa imago
che abbiamo
della cecità d'Omero.
Del Ciclope ci meraviglia
l'ottuso passo,
l'incapacità di trovar senso
nel gioco che la Parola fa
con le intenzioni del Rapsodo.
La cecità del figlio
del dio del mare
non è figlia
del gesto di Odisseo,
ma di una assenza originaria
- ci vogliono due occhi
per raccogliere
sotto al limo della forma
la gemma preziosa
dell'ironia.
Eppure continuo ad arrendermi
al canto delle sirene
e non mi lego a nessun albero,
Maestro,
dal giorno in cui la tua voce
è tornata al Silenzio
che l'ha generata.
Tutte le foto sono
di Sergio Daniele Donati
e sono state scattate
al Museo Archeologico di Atene
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