Vieni

Foto di Sergio Daniele Donati
Vieni, non perché io chiamo,
né perché taccio
come tace il gatto
quando osserva il vuoto.
Vieni perché natura
grida e risveglia.
I verbi del movimento
- cominciare e percorrere e arrivare -
sono già pronunciati forte
dal lento passo del millepiedi sul muro.
Vieni, in altre parole, come se,
alla fine del percorso, 
io non ci fossi
- come se non ci fossi mai stato -;
come se il suono d'un richiamo antico
non ti avesse dato il moto
del passo sonnambulo, la sera.

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