Con passo felino
Foto di Man Ray |
A mio figlio Gabriel
Percorri il mondo con passo felino;
misura, passo dopo passo,
la manifestazione del cambiamento.
Non affrettare i tempi,
né ritarda lo slancio:
ogni cosa ha il suo attimo,
la sua piccola apnea
prima del prossimo respiro.
E poi proteggi
la fragilità del mondo
nelle tue tasche.
Là, lontano, voci di canna
hanno già preparato
lo sguardo femmineo
che ti trascinerà via,
la pelle a cui consegnerai
la sacralità del tuo nome.
L'amore si costruisce lenti
e, se poi strappa vesti,
è perché conosce il valore
della nudità.
C'è un mondo sottile
più fine del lino
che tesse tele attorno ai tuoi occhi
e li prepara allo sguardo
che incanta;
lo sguardo che - unico -
ti farà sentir riconosciuto.
Sii lento perché quel prezioso filo
è più fragile della tela del ragno
ma trattiene le perle di rugiada
d'un cuore - il tuo -
che sta diventando d'uomo.
Ti sarà detto: vai, lontano dalla casa dei tuoi padri,
lontano dai tuoi armenti,
là nella terra che io ti indicherò.
Tu vai, solo allora, incontro a te stesso,
perché - forse ancora non lo sai -
non c'è terra più fertile,
né cammino più dorato
che riconoscer sé stessi
nello sguardo di donna
che ti cambierà il colore degli occhi.
Ma fino ad allora, Gabriel,
percorri il mondo con lento passo felino,
e siano muschi gli appoggi dei tuoi piedi.
Quando il falchetto prende il volo
suo padre lo guarda;
sa che nulla sarà come prima,
e benedice l'aria
che lo porterà lontano.
Che porterà entrambi lontano.
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