Tele di ragno (notturna)

Ci orientano le stelle
ma ci disorienta l'infinito.
Abbiamo bisogno di limiti,
di Colonne d'Ercole invalicabili
che forse solo il sogno sa varcare.
Lì, nella landa sottile 
che separa il sonno dalla veglia,
abitano intuizioni profonde.
È il territorio di mezzo
dove una lingua altra
si struttura 
per la nostra comprensione del profondo.

Chi medita sosta in quel territorio
il più possibile.
È un lavoro sottile di traduzione 
del simbolo in parola
che prende spesso forma
nei colori pastello 
di una nuova alba. 
L'uomo è abile ragno
e tesse tele ogni notte
tra mondi distanti.
Per questo dimentichiamo il sogno al mattino;
la gioia è nel tendere il filo,
non nel percorso verso la sua meta. 

Avrei voluto parlarti delle voci che mi abitano
e dei mondi da me percorsi con passo felpato,
là dove i muschi d'inverno si coprono di neve pura. 
Quel mondo si apriva 
mentre tu chiudevi la porta
su cardini cigolanti,
come la tapparella del tuo balcone trasandato.
La parola non mi è più amica,
né il silenzio. 

Non mi resta che una saggezza monca
da diffondere ad orecchie capaci
di intravedere tra i miei balbettii
una qualche traccia di antichità.
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