Melanconia
È quando ti pare che vivere
si riduca a quell'aliseo
e senti il richiamo di ferite antiche,
come se nel sangue fosse scritta
una memoria velenosa e latente,
e l'ombra del giudizio alza
la sua voce baritonale
e ripete il tuo nome
mille e mille volte,
e mille e mille altre volte
sciorina la lista della tue colpe;
allora si alza un vento contrario
che non può che essere
che di triste coscienza.
Ciò che è stato è stato, e tu
allora non avresti potuto essere diverso.
Avviene in quell'istante una docile resa
una sorta di perdono materno,
una carezza sulla nuca,
mentre si alza forte il canto paternale
dell'impossibilità di ricevere perdono,
né di donarlo a sé stessi.
La melanconia è rimanere là
in mezzo a quegli opposti venti
e desiderare di sparire
da un palcoscenico senza spettatori
dove si recita
la commedia del proprio fallimento.
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