(Redazione) Riflessioni, non recensioni - 07 - Antichrist (quando la natura è matrigna?)
di Stefania Lombardi
Vidi Antichrist nel 2009 e mi precipitai subito a recensirlo nel mio blog dell’epoca.
Avevo tanta voglia di esprimermi su un film così ricco di spunti.
Scrissi subito che era un film che rompe ogni schema, non catalogabile e unico nel suo genere. È un film di Lars von Trier ma non sembra affatto uno dei film di Lars von Trier; in realtà non lo si potrebbe attribuire a nessun regista anche se, in ultima istanza, solo una mente particolare come quella del nostro amato regista danese sarebbe stata in grado di idearlo e realizzarlo.
Sulle note di “Lascia ch’io pianga” del Rinaldo di Händel accompagnate da immagini quasi oniriche ha inizio il nostro film. La prima cosa che viene in mente è la dicotomia classica Eros/Thanatos ma anche universo maschile/universo femminile in chiave psicoanalitica.
Che Eros e Thanatos fossero collegati abbiamo a supporto pagine e pagine di letteratura e di trattati dagli albori della civiltà, ma qui è diverso; qui abbiamo un atto di Thanatos avvenuto esattamente durante un atto di Eros, praticamente in contemporanea, e tutto questo si fonde perfettamente in un tutt’uno con le note di Händel.
Da qui la tragedia. Uno dei due protagonisti è uno psichiatra (la razionalità della psicoanalisi che probabilmente non contempla realtà altre) e prende in cura la sua compagna (cosa inusuale in psicoanalisi) che parrebbe essere quella più scioccata da questa porta su Thanatos apertasi nella loro vita e colma di sensi di colpa.
Sono due genitori che hanno dovuto seppellire un figlio; questa cosa, da sempre, è considerata un atto contro-natura (è naturale generare un figlio perché la natura è generazione).
A sottolineare il dolore, abbiamo una agghiacciante scena di morte al rallentatore avvenuta in una allegoricamente "pura" nevicata sul loro mondo.
Contro-natura sembra il termine chiave di questo film oltre che una delle chiavi di lettura del titolo “Antichrist”.
Altra chiave di lettura, come evidenziato da alcuni filosofi, è il termine Antichrist stesso in quanto viene anche inteso non come una persona o un essere ma come tutta una situazione che appare privata di una naturale salvezza.
Come luogo più atto alla terapia da intraprendere, i protagonisti scelgono un certo particolare bosco chiamato, stranamente, "Eden" (in questo film non ci sono trame, personaggi o cose, ma ci sono allegorie di trame, allegorie di personaggi e allegorie di cose; tutto è simbolo, significante e significato); i personaggi fanno terapia nella natura, quindi.
Nella natura del bosco ci saranno atti “contro-natura” che, in fin dei conti, fanno parte della natura umana e in particolare quando questa è dominata dalla paura e dall’irrazionalità; è comunque in quella irrazionalità che vengono pensati lucidamente piani che sulla carta sono logici e razionali; in fin dei conti è la natura umana (che a volte è contro-natura) mostrata nelle sue più bieche e recondite sfaccettature.
È la storia di un senso di colpa e di un dolore così grandi che in modo catartico cercano disperatamente Thanatos, perché da Thanatos è partito tutto e a Thanatos vogliono tornare.
La tipica impronta di von Trier si trova nella divisione in capitoli; in maniera catartica i personaggi e la natura realizzeranno alcuni capitoli del film suddivisi nel climax di dolore, pena e disperazione che saranno rappresentati anche dai "tre mendicanti" mostrati nella loro versione animalesca: il cervo, la volpe, il corvo.
Alcuni filosofi hanno visto nei tre mendicanti animaleschi anche una sorta di allegoria negativa dei tre re magi in quanto i doni portati sono doni di morte.
Ma la morte, come si diceva, è qui in veste catartica evocata, cercata e ricercata come unica salvifica (in questo senso ci sarebbe "salvezza") soluzione.
L’amore e l’odio sono, in questo film, liberi di essere se stessi e vengono esasperati e portati alle estreme conseguenze nella natura genitrice (la generazione della natura e delle donne: altro tema chiave).
Simbolico è il riferimento alla stregoneria, a donne, quindi, che furono considerate "innaturali" dall'uomo ma che in realtà sono madri se il conflitto con l'uomo porta a un dialogo e matrigne quando questo conflitto psicoanalitico (ma non esiste solo la chiave di interpretazione di una certa e particolare psicoanalisi che divide il mondo in concetti obsoleti come “maschile” e “femminile”) di "forze" contrapposte viene esasperato; e per uscire da questo conflitto esasperato c'è solo la morte catartica.
Tutto questo, e molto altro ancora, è ANTICHRIST.
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