Un dittico "giapponese" (di Sergio Daniele Donati)

 

Foto di Man Ray

Ki-Ai (1)

Al tempo delle miriadi 
di formiche mirabolanti,
un solo grido stirava la propria voce
attendendo che la nenia antica
trasformasse il proprio ritmo
in fragore cristallino.

Ero là,
pronto ad essere gettato 
contro il muro dell'illusione, come proiettile. 
Fu allora che innalzai la mia volontà 
fino a toccare il non desiderio.

Poi fui sparato. Altri mi hanno dato un nome,
il cui suono soffusamente potente è Kiai

_______

La vita che mi diedi 
(in morte del Maestro)

Nato da una voce non ancora sopita, 
il vento mi scuote come ulivo
dalle mie incertezze
- cadono in reti verdi a terra,
pronte per la raccolta -

Poi, come sempre il Silenzio 
mi guida verso il Silenzio.
Questa la vita che mi diedi
in morte del Maestro. (2)

SERGIO DANIELE DONATI
INEDITI 2006

NOTE
(1) - Il Kiai è il suono che nelle arti marziali si emette prima di portare un colpo (atemi), o durante la sua esecuzione o subito dopo la conclusione della tecnica. La parola Kiai è composta da due parole molto importanti nelle filosofie ed arti marziali giapponesi. KI, solitamente tradotto con “energia”, e AI solitamente tradotto con “amore” od “armonia”. Mi piace pensare al Kiai dunque come ad un suono che unisce, che armonizza il passato (intuizione del movimento), il presente (esecuzione della tecnica) ed il futuro (l'osservazione del suo completamento) Il Kiai dunque non è un semplice grido di battaglia, ma una vera e propria tecnica energetica potente anche fuori dagli schemi delle arti marziali. Una tecnica sonora di armonizzazione energetica.

(2) - Nel 2006 mancava prematuramente il Maestro di pratiche meditative e arti marziali di Sergio Daniele Donati. Lo stesso autore decide in questa sede di non farne il nome in ossequio della intimità di una relazione allievo-maestro tanto rara quanto profonda.




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