Figlio del vento
Pesa la penna, figlio del vento,
e tendi il filo delle intenzioni.
Dietro il tronco di quell'albero
striscia i piedi il celato,
per farsi inseguire
nell'eterno gioco a rimpiattino
con le gole, arse di pace, dell'uomo.
Posa la penna, figlio del vento;
il tempo della scrittura
marca un tempo troppo stretto,
e i tuoi tratti tremuli
tolgono respiro alla legge sovrana dell'evanescenza.
Ascolta; mi è stato chiesto
di sussurrarti piano la formula
che unica libera la parola
da ogni incaglio:
è nel monotono della cicala,
è nel monotono del grillo;
non in quello dell'assiolo
che la notte ti conduce
a incontrar la regina dell'Altrove.
Testo (inedito 2022) e foto di
Sergio Daniele Donati
Bellissima
RispondiEliminaGrazie davvero
EliminaParole leggere, alate come il vento che le trasporta
RispondiEliminaMa grazie. Che belle parole
Elimina