Figlio del vento

Pesa la penna, figlio del vento,
e tendi il filo delle intenzioni.
Dietro il tronco di quell'albero
striscia i piedi il celato,
per farsi inseguire
nell'eterno gioco a rimpiattino
con le gole, arse di pace, dell'uomo.
Posa la penna, figlio del vento;
il tempo della scrittura 
marca un tempo troppo stretto,
e i tuoi tratti tremuli
tolgono respiro alla legge sovrana dell'evanescenza.
Ascolta; mi è stato chiesto 
di sussurrarti piano la formula 
che unica libera la parola
da ogni incaglio:
è nel monotono della cicala,
è nel monotono del grillo;
non in quello dell'assiolo
che la notte ti conduce 
a incontrar la regina dell'Altrove.

Testo (inedito 2022) e foto di
Sergio Daniele Donati



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