Materica
Da quando m'hai chiesto
di che materia è fatta la Parola,
sogno argille sacre
e il suono sottile del nascondimento.
Elaboro nel sogno
la risposta alla tua domanda
e di notte ascolto il canto silenzioso
degli inchiostri e dei pennini.
Parola è aria
ma è ancora assente ai miei lobi
quel vento che plana
sulle acque dei miei intenti.
Parola è granito
ma manca ancora alla mia penna
la potenza del rivolo sotterraneo
che sgorga dalle sue crepe e disseta
le domande di una gola giovanile.
Parola è nero di seppia
su una pergamena antica,
ma attendo ancora
il suono dell'Antico farsi strada
nei miei midolli.
Per questo sorrido e non rispondo
e tu attendi, reso sapiente
dalla resa al Silenzio.
Verrà il tempo della luce
su ogni tua domanda sulla Parola.
Sino ad allora sia
il nostro sogno comune
a guidarci lontano,
là dove i peli
d'una barba canuta e i codini
corvini d'una mente adolescente
cantano, ridendo assieme,
il canto dell'attesa.
Testo (inedito 2022) e foto di
Sergio Daniele Donati
Parola e materia sembrano concetti lontani eppure...
RispondiEliminaBella poesia.
In un certo senso lo sono, ma qualcosa di materico nella parola permane sempre. Grazie!
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