Troppo facile
Sarebbe troppo facile
legare le parole a una catena d'acciaio
brunito e ben oliato;
farle filare in sequenza, in ordine composto,
incoscienti della loro potenza
come pezzi di domino, in sequenza.
Per questo la parola ha bisogno dell'incontro,
della canna fumante del lemma altrui,
del suono gutturale di lingue sconosciute,
del clangore di ferro del confronto;
e di un maestro burbero
- lo chiamano Silenzio -
pronto a colpire il dorso di un dire pigro
con la canna di bambù
che porta il nome
del premio - il risveglio -
e della pena - il mancato ascolto.
Immagine tratta da un quadro di
Marc Chagall (particolare)
Testo (inedito 2022) di Sergio Daniele Donati
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