(Redazione) - 12 - Riflessioni, non recensioni - Kal (la pietra) - Kal (The stone)
di Stefania Lombardi
Per la seconda volta, in questa rubrica, si torna in India e si parla di un corto in lingua tamil con sottotitoli in inglese.
Il corto inizia con il celebre gioco della “campana” (in India, in lingua tamil, si chiama “Kal” che significa pietra).
Una pietra che è scelta, e motivo di scelta.
Vediamo la pietra messa davanti alla testa prima di iniziare il gioco, come una sorta di buon auspicio e vediamo anche il lavoro con le pietre, in una cava di pietra.
Vedremo che queste scene sono collegate nella vita e nella pietra.
Vedremo un vago riferimento al nostro italiano “Pinocchio” che, come il protagonista, un innocente bambino di 10 anni, quasi invidia i lavoratori della cava di pietra che non devono andare a scuola ma possono mangiare delle deliziose pietanze chiamate “vadas” (sono piccanti).
Per il protagonista questi cibi, che la madre gli prepara solo nei giorni di festa, sono la molla che spinge le sue azioni; egli è lanciato, come una pietra, verso questo suo desiderio.
La cava di pietra è sulla cima della montagna.
Tuttavia, secondo le storie raccontate ai bambini, sulla cima della montagna c’è un mostro che li divora, un mostro che può essere ben rappresentato dal duro lavoro nella cava di pietra, lontano dall’ambiente protetto della scuola e della famiglia.
Ma la leggenda dice anche che se si bussa 3 volte alla porta di qualcuno, quel qualcuno dovrà, invece, recarsi verso la cima della montagna, altrimenti il mostro si presenterà alla sua porta.
Ed è così che viene convinto l’amico del protagonista a recarsi sulla cima e accettando i deliziosi vadas offerti dal supervisore della cava.
Sulla simbologia del numero 3 è inutile soffermarsi: nella tradizione cristiana è la trinità e in quella indiana l’universo. Tutto è scandito da ritmi sovrannaturali.
Ed è così che il supervisore tenta il nostro protagonista per ben 3 volte con i vadas. La prima volta il protagonista scappa, la seconda volta fa capire che aspetta che sulla sua porta qualcuno abbia bussato 3 volte e la terza volta accetta.
Anche i vadas offerti variano: uno all’inizio, poi due e poi l’intero ammontare di vadas.
Tra tanti bambini abbindolati tramiti i vadas, il supervisore sceglie il più ingenuo protagonista tramite una conta fatta di pietre.
Questa è la storia di una innocenza rubata, di un mostro che fa un lavoro duro in una cava di pietra, di un bimbo che gli crede per poche cibarie fino a perdere la cosa più preziosa di tutte.
Il protagonista cade proprio perché innocente. Se non fosse stato così innocente, sarebbe caduto?
Probabilmente la risposta è in quella cava, in quella pietra, una pietra sul cuore.
Qui il corto.
Questo cortometraggio è stato proiettato al Festival di Cannes 2011.
È stato proiettato anche all'IIFI di Goa, uno dei più prestigiosi festival cinematografici dell'India, e all'IFFK del Kerala, facendo in modo che il regista Manjunathan Subramanian diventasse presto uno dei membri della giuria dei premi cinematografici nazionali indiani per i film che non sono dei lungometraggi e per i documentari.
ENGLISH VERSION
For the second time in this section, we return to India and discuss about a short movie in the Tamil language and with English subtitles.
The short movie begins with the famous game called "bell" (Campana) in Italy (in India, in the Tamil language, it is called "Kal" which means stone).
A stone that is chosen, and a reason for choice.
We see the stone placed in front of the head before starting the game, as a kind of good omen, and we also see the hard work with stones, in a stone quarry.
We will see that these scenes are connected in life and in stone.
We will see a vague reference to our Italian "Pinocchio,": as the protagonist, an innocent 10-year-old boy, almost envies the stone quarry workers who do not have to go to school but can eat delicious eatable called vadas (they are spicy ones).
For the protagonist, these eatables are the driving force behind his actions; his mother bakes them for him only on holidays and it is not enough for the child; like a stone, he is thrown toward this desire of vadas. The stone quarry is on the top of a mountain.
However, according to the stories told to children, there is a monster on top of the mountain that devours them; a monster that can be well represented by the hard work in the stone quarry, away from the protected environment of school and family.
But the legend also says that if you knock 3 times on someone's door, that someone will have to go to the top of the mountain, instead; otherwise, the monster will show up at their door.
And that is how the protagonist's friend is persuaded to go to the top of the mountain and accept the delicious vadas offered by the quarry supervisor.
On the symbolism of the number 3 it is useless to dwell: in Christian tradition it is the trinity and in Indian tradition the universe. Everything is marked by supernatural rhythms.
And so it is that the supervisor tempts our protagonist 3 times with vadas. The first time the protagonist runs away, the second time he makes it clear that he is waiting for someone to knock on his door 3 times, and the third time he accepts.
The vadas number offered also vary: one at first, then two and then the whole.
Among many children beguiled through vadas, the supervisor chooses the naivest protagonist through a count made of stones.
This is the story of stolen innocence, of a monster doing hard work in a stone quarry, of a child who believes and trust him for a few vadas until he loses the most precious thing of all.
Precisely, the protagonist falls because of his innocence. If he was not so innocent, would he fall?
Maybe, the answer is in that quarry, in that stone, a stone over our hearts.
Here the stort movie.
This short movie screened at Cannes Festival, 2011.
It got screened in IIFI Goa, one of the prestigious film festivals in India, and in IFFK Kerala, making the filmmaker Manjunathan Subramanian one of the Jury Members in Indian National Film Awards for Non Feature and Documentaries.
Commenti
Posta un commento