Roma: due poesie di Maria Gabriella Cianciulli

Autoritratto della poeta

Foto di Sergio Daniele Donati ©



















ROMA

Il tempo sfocare nel rosa
scivolare di scialle sui palazzi
i colonnati con pudore
avvolgere il cupolone le sue ancelle
Fingermi fu leggero
come guardare a Oriente
Vidi la voce delle maree
risalire il Tevere ansando tra i pini
un bisbiglio fuso al miagolio dei gatti
in amore
la mia casa senza pareti
mi parve immensa
(Inedito)

Foto di Sergio Daniele Donati ©



















VIA DEI SABELLI

Via dei Sabelli annusa le rosette
nello sbadiglio del mattino tra i palazzi
appena tinti lo stridore del tram
si apre il varco con la giostra sonnolenta
profumata di latte e di baci di madri
Come possono due rondini disertare
la primavera per scrivere il diario
di un giorno in avaria?
Una scommessa finita male
la ragione di un lamento vergine
quanto i passi che tessevano la ragnatela
E pensare che il bandolo della matassa
lo avevamo strappato all’arcobaleno
appena sfogliato
E c’era già l’ombra silente sulla sopraelevata
che ingoiava Roma gattara
(Dalla raccolta " Di Terra e di Donna " Controluna ed.)

BREVI NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE
Maria Gabriella Cianciulli nasce a Montella (AV) il 30-05-1959, un paese dell’entroterra irpino, dove vive attualmente. Intraprende gli studi liceali, in seguito consegue la maturità magistrale presso l’Istituto Magistrale “Imbriani” di Avellino e l’abilitazione all’insegnamento per le scuole primarie. Con la prima silloge “ Echi di maggio”(Delta 3 Edizioni) pubblicata nel 2015 inizia il suo percorso poetico, percorso che è continuato e che ha visto da poco l’uscita del suo secondo libro “ Di Terra e Di Donna” per i tipi di “Controluna” a cura di Giuseppe Cerbino.
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