Un anno in Redazione
Foto di Arianna Bonino |
Con il mese di ottobre si è concluso il primo anno di lavoro della Redazione de Le parole di Fedro.
È stato un anno intenso e di grande lavoro collettivo che ha dato a ognuno di noi splendide soddisfazioni.
Con questa uscita speciale la Redazione tutta ha voluto far dono di un suo atto di presenza e di ringraziamento per voi, fedeli lettori, che ci avete in questo anno seguito con tanto affetto.
Ognuno ha pertanto lasciato il suo contributo per voi lettori nella speranza che venga recepito come tributo collettivo della Redazione a ciò che per un litblog è più importante: i suoi lettori.
Per la redazione
Sergio Daniele Donati
(caporedattore)
Foto di Stefania Lombardi |
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Compleanni
nei film/serie
di Stefania Lombardi
di Stefania Lombardi
Ebbene, sì,
siamo al primo compleanno della redazione di Le parole di Fedro.
Nella mia
rubrica, “Riflessioni, non
recensioni”, ho parlato di
alcuni film e di alcune serie TV.
Vogliamo
vedere assieme i vari compleanni al loro interno?
Foto tratta dal film "Il Padrino" |
Nella serie
televisiva “Madmen”
abbiamo vari compleanni. Nella
prima serie c’è il compleanno della figlia del protagonista,
compleanno dove il protagonista scompare per un bel po’ suscitando
non poche chiacchiere.
Nella quarta
stagione abbiamo un compleanno non festeggiato, quello della
protagonista femminile a cui tocca passare la notte in ufficio al
lavoro assieme al protagonista invece che festeggiare il compleanno
“a sorpresa” organizzato dal suo ragazzo, poi ex ragazzo.
Nel film del
1981 “Excalibur”
assistiamo a una vera e propria rinascita più che a un compleanno,
la rinascita di Re Artù che è anche la rinascita della terra, della
natura.
Nel film “Il
Padrino”
(nella parte II) c’è una scena in cui Michael Corleone ricorda il
compleanno del padre durante il quale annuncia la sua prossima
partenza per la guerra.
E come
dimenticare la torta di compleanno di Hayman Roth, investitore
in pensione ebreo, altamente invischiato nella malavita organizzata
americana e che sa di essere vicino alla morte per un male
incurabile, eppure agisce come se dovesse essere immortale e tale
crede di essere.
Non mancano
le torte perché son presenti (nel Padrino I) un matrimonio e persino
un battesimo (di sangue: non solo perché di consanguinei ma
soprattutto perché fatto nel sangue).
Nel “Macbeth”
si può arguire che la celebre scena del banchetto di corte in cui il
protagonista vede il fantasma di Banquo, sia svolta in occasione di
un compleanno, probabilmente del protagonista scelto.
Recentemente,
in questa rubrica si sta dando spazio ai cortometraggi indiani
dell’architetto regista ManjunathanSubramanian; è, quindi, un dovere e un piacere ricordare che è
anche il suo compleanno (8 novembre) e a cui facciamo tanti auguri,
oltre a farli alla redazione di Le parole di Fedro.
Grazie per
questo anno
meraviglioso assieme.
Foto di Sergio Daniele Donati |
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Una poesia inedita di
Arianna Bonino
Arianna Bonino
Fedro
Conosce gli ingranaggi più di tutti
eppure non li svela, è nell'oblio.
Son passi nella neve, solo tracce,
la scia che già si perde tra le rocce
e delle navi è lui che fa il rollio,
memoria riaffiorante dei relitti.
Se scopri tra le viole un quadrifoglio
è lui che lì l’ha messo di nascosto
e c'è un motivo anche se non lo vedi:
ti pare di trovarlo, lì ai tuoi piedi,
e lo vorresti chiaro ad ogni costo,
ma si nasconde e picca assai il tuo orgoglio.
Ci sono trame che non puoi capire,
un equilibrio di costellazioni
a cui guardare perché siano lume:
ci vuole cuore e non per forza acume
per orientarsi senza indicazioni
con gli occhi chiusi per di più sentire.
Così ti dice il Fedro mascherato,
mimetico, confuso nella scorza
di un albero, una pietra, un animale:
“insieme stanno sempre il bene e il male,
fragilità fa rima con la forza
sono Parole, magma del creato.”
Foto di Stefania Lombardi _____ |
Una nota di lettura di
Paola Deplano
Paola Deplano
A PROPOSITO D’UN COMPLEANNO
12
LUGLIO 1980
Abbi
pazienza, mia donna affaticata,Abbi
pazienza per le cose del mondo,Per
i tuoi compagni di viaggio, me compreso,Dal
momento che ti sono toccato in sorte.Accetta,
dopo tanti anni, pochi versi scorbuticiPer
questo tuo compleanno rotondo.Abbi
pazienza, mia donna impaziente,Tu
macinata, macerata, scorticata,Che
tu stessa ti scortichi un poco ogni giornoPerché
la carne nuda ti faccia più male.Non
è più tempo di vivere soli.Accetta,
per favore, questi 14 versi,Sono
il mio modo ispido di dirti cara,E
che non starei al mondo senza te.
12
luglio 1980
È
una poesia d’amore, questa. Un amore fermo, sicuro, di lungo corso.
Un amore coniugale, un tempo bandito dalla poesia a favore di
immaginari svolazzi intorno a donne angelicate e più o meno
impossibili. Che io sappia, in Italia, fu Saba il primo a sdoganare
un amore del genere, in quella poesia – A
mia moglie -
in cui si elencavano le buone qualità di molte femmine animali per
paragonarle a Lina, la sua compagna di una vita. Un’ode talmente
inconsueta e nuova che l’interessata, se non ricordo male, molto se
ne risentì, quasi offendendosi. (Mi si perdoni quest’informazione
che butto qui senza nessun riferimento critico, come un relitto di un
naufragio, ma non ricordo proprio da quale mareggiata mi derivi la
notiziola sfiziosamente biografica, ai limiti del gossip.)
La poesia 12 luglio 1980 non è di Saba, però, ma di un autore che condivide con lui un poetare sobrio e pacato, quasi scarno: Primo Levi. Tratta da Ad ora incerta (Garzanti, 1987), intende celebrare con «pochi versi scorbutici» il sessantesimo compleanno della donna che il poeta ha amato, ricambiato, per tutta la vita. La donna, tra le altre cose, il cui pensiero ha contribuito a salvarlo dal lager – e scusate se è poco. Ce lo dice Levi stesso, nell’ultimo verso della lirica 11 febbraio 1946: «Sono tornato perché c’eri tu». Questo endecasillabo non è solo una chiusa di straordinaria incisività, ma una dichiarazione d’amore con una forza espressiva che raramente ha trovato eguali nella poesia novecentesca.
Vien voglia, allora, di conoscere questa figura fondamentale, quest’ombra aggraziata che ha sostenuto, finché lui glielo ha consentito, le cupe fragilità del marito e si è presa cura di lui, moralmente e materialmente.
Lucia Morpurgo era nata nel 1920. Il padre, Giuseppe, era docente e pedagogista. Conosceva Primo sin dall’adolescenza, ma il matrimonio avvenne, per ovvi motivi, solo nel settembre 1947. La coppia ebbe due figli, Lisa, nell’ottobre 1948, e Renzo, nel luglio 1957. La signora Morpurgo Levi era un’insegnante molto conosciuta e apprezzata, cosa che non le impedì di essere una moglie e una madre molto presenti nella vita dei suoi cari. Morì nella quiete della casa dove aveva vissuto col marito e in cui erano nati i suoi figli domenica 14 giugno 2009. È sepolta nel Cimitero Ebraico di Torino.
La poesia 12 luglio 1980 non è di Saba, però, ma di un autore che condivide con lui un poetare sobrio e pacato, quasi scarno: Primo Levi. Tratta da Ad ora incerta (Garzanti, 1987), intende celebrare con «pochi versi scorbutici» il sessantesimo compleanno della donna che il poeta ha amato, ricambiato, per tutta la vita. La donna, tra le altre cose, il cui pensiero ha contribuito a salvarlo dal lager – e scusate se è poco. Ce lo dice Levi stesso, nell’ultimo verso della lirica 11 febbraio 1946: «Sono tornato perché c’eri tu». Questo endecasillabo non è solo una chiusa di straordinaria incisività, ma una dichiarazione d’amore con una forza espressiva che raramente ha trovato eguali nella poesia novecentesca.
Vien voglia, allora, di conoscere questa figura fondamentale, quest’ombra aggraziata che ha sostenuto, finché lui glielo ha consentito, le cupe fragilità del marito e si è presa cura di lui, moralmente e materialmente.
Lucia Morpurgo era nata nel 1920. Il padre, Giuseppe, era docente e pedagogista. Conosceva Primo sin dall’adolescenza, ma il matrimonio avvenne, per ovvi motivi, solo nel settembre 1947. La coppia ebbe due figli, Lisa, nell’ottobre 1948, e Renzo, nel luglio 1957. La signora Morpurgo Levi era un’insegnante molto conosciuta e apprezzata, cosa che non le impedì di essere una moglie e una madre molto presenti nella vita dei suoi cari. Morì nella quiete della casa dove aveva vissuto col marito e in cui erano nati i suoi figli domenica 14 giugno 2009. È sepolta nel Cimitero Ebraico di Torino.
È
bello ricordarla in questa foto in cui appare sorridente, sulla
sinistra, accanto all’allora fidanzato Primo e alla sorella di lui,
Anna Maria.
[L’immagine è tratta dall’Album
Primo Levi,
a cura di Roberta Mori e Domenico Scarpa (Einaudi 2018)].
Foto di Sergio Daniele Donati ______ Giochiamo con le parole? di Sergio Daniele Donati |
J'ouvre une parenthèse.
Si vous avez un peu trop d'air,
je la fermerai tout de suite.
(Alphonse Allais)
Quant'è dura - e quanto dura -
il giogo della parola
finché non cogli un'apertura,
un varco strano.
in quel dire un po' arcano.
Una screziata risatina
d'ode in quell'ampolla
ch'ogni onomatopea allittera
in - di Tropea - cipolla
E tace il senso
ma io rido
e m'accorgo all'improvviso
che non so più cosa dire.
Tu non starmi a benedire,
altre sono le parole
altri sono i Vati e i Lari;
io davvero m'accontento
d'esser degno figlio
della schiera dei giullari.
Foto di Sergio Daniele Donati ______ |
Un racconto
di Francesca Piovesan
Buon compleanno e congratulazioni a voi per il lavoro di ricerca e perfezionamento della bellezza. Vi seguo con piacere e passione. M.
RispondiEliminaGrazie davvero, essere letti da lettori di qualità è sempre un onore
EliminaGrazie, belle le riflessioni/ citazioni di film o grandi opere di teatro sul tema del
RispondiElimina" compleanno", bei testi della Redazione... anche divertenti!
Grazie, a voi buon compleanno come gruppo LE PAROLE DI FEDRO.
Abbraccio a tutti!
Grazie davvero dal profondo.
EliminaComplimenti per il vostro impegno. Uno spazio culturale profondo, ricco di spunti e di creatività divertente, con un pizzico di follia. Davvero originale.
EliminaGrazie davvero.
EliminaBuon compleanno a tutti voi che arricchite la vita di pensieri e bellezza
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