(Redazione) - Cinque poesie contemporanee sulla Shoah ( a cura di Paola Deplano )
Si crepano
maschere d'argilla
sui miei volti e
lo sguardo si perde
su un orizzonte
assente;
avanzano lenti
i passi del silenzio
e ardono
i fuochi sacri
della memoria.
maschere d'argilla
sui miei volti e
lo sguardo si perde
su un orizzonte
assente;
avanzano lenti
i passi del silenzio
e ardono
i fuochi sacri
della memoria.
In alto
sei milioni
di voci evanescenti,
celate dai fumi
della storia,
osservano e
sostengono
una tenacia
bambina.
Per loro
solo
canto nenie
antiche,
canti d'elevazione
nella notte
senza stelle.
Sergio Daniele Donati, Il canto della Moabita, Ensemble Ed. 2021
CAMMINO PIANO
Cammino piano
mentre il cielo scuro
fuma occhi di pace
dai comignoli sui tetti.
Luci balorde notturne
avanzano in questa fine di giorno.
Sospeso al muro, un cartellone lontano
mi avvicina alla storia
che non perdona…
E nelle tue pupille perplesse e innocenti
di bimbo che non è potuto crescere
leggo un messaggio spaventoso all’umanità:
“Buon Natale”.
sei milioni
di voci evanescenti,
celate dai fumi
della storia,
osservano e
sostengono
una tenacia
bambina.
Per loro
solo
canto nenie
antiche,
canti d'elevazione
nella notte
senza stelle.
Sergio Daniele Donati, Il canto della Moabita, Ensemble Ed. 2021
CORRISPONDENZE #2
Nel corridoio, scarpe fuori stagione
in fila prima di collocarle nel ripostiglio.
D’improvviso mi riporta l’immagine alla Shoah,
magazzini di vestiti e oggetti ammassati,
foto, capelli, documenti, tutto consegnato
nei lager negli incubi nella cenere.
Dopo quel buio senza stelle
vennero altre oscurità a inghiottire occhi:
triste consapevolezza della terra che seppellì
nel silenzio un grido di mani sui fili spinati.
Inedito di Davide Zizza
CAMMINO PIANO
Cammino piano
mentre il cielo scuro
fuma occhi di pace
dai comignoli sui tetti.
Luci balorde notturne
avanzano in questa fine di giorno.
Sospeso al muro, un cartellone lontano
mi avvicina alla storia
che non perdona…
E nelle tue pupille perplesse e innocenti
di bimbo che non è potuto crescere
leggo un messaggio spaventoso all’umanità:
“Buon Natale”.
Sarita Massai, Dove si compra il coraggio, Edizioni Progetto Cultura 2003
PIETRA D'INCIAMPO
BIRKENAU, 24 OTTOBRE 2012
Il vento non serpeggia, il vento attizza
voci ringhianti e pastori tedeschi.
La voce ferma e tremante di Sami
non pronuncia il nome, ma “links!” e “rechts!”,
spartiti per spiccare corpi e storie.
Al crematorio due, al lato opposto
del suo “Sonderkommando”, il suo ricordo:
dov’era, Shlomo, ai giorni, “Shekinah”?
Di fronte alla baracca dei bambini
Andra e Tatiana parlano di Sergio,
del passo avanti e l’orrore di Amburgo.
Non sediamo sui fiumi a Babilonia,
ma il nostro pianto è in piedi e scuote il vento.
Anna Maria Curci, Opera incerta, L’Arcolaio, Forlimpopoli 2020
Deve farti cadere
sbucciarti le ginocchia
chiuderti le palpebre
cucirti la bocca
riempirti di silenzi.
Scendano su di te
sei milioni di silenzi.
Inedito di Annalisa Mercurio
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