(Redazione) - Specchi e Labirinti - 15 - SULLA XXVIII EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO “METAURO”
di Paola Deplano
Era il 1994 e in un ristorante di Urbania (PU), ci fu l’incontro casuale tra il poeta Umberto Piersanti, il sindaco della città, Giuseppe Lucarini e l’Assessore alla cultura della Provincia, Alberto Berardi. Da questo evento fortuito nacque l’idea di istituire un Premio letterario che conosciamo attraverso le parole di Feliciano Paoli, uno dei componenti della giuria tecnica:
«Il Premio Letterario Metauro nasce nel 1994 ed è giunto quest’anno alla XXVIII edizione.
Attraverso una qualificata giuria tecnica, presieduta dal Presidente Umberto Piersanti, vengono individuati tre significativi libri di poesia contemporanea pubblicati in Italia nel biennio che precede l’edizione corrente.
Il Premio è sostenuto e promosso dall’Unione Montana Alto Metauro e dai Comuni che la compongono; l’iniziativa è appoggiata anche dalla Regione Marche.
Comuni appartenenti all’Unione Montana e cioè: Borgo Pace, Fermignano, Isola del Piano, Mercatello sul Metauro, Montecalvo in Foglia, Peglio, Petriano, Piobbico, Sant’Angelo in Vado, Urbania e Urbino partecipano al Premio ospitando a turno la cerimonia di premiazione e coinvolgendo i cittadini i ciascun Comune che compongono la giuria popolare.
La biblioteca Comunale di Urbania ospita la segreteria e cura gli aspetti organizzativi e logistici per il buon funzionamento del Premio.
La giuria popolare è formata da circa cinquanta persone compresa una rappresentanza delle scuole superiori del territorio. I giurati popolari ricevono una copia di ciascuno dei tre libri finalisti in tempo utile, già durante l’estate, in modo da leggere il libro prima della serata conclusiva della edizione.
Prima la lettura dei testi e poi l’ascolto della performance dei finalisti nella serata conclusiva danno alla giuria popolare gli strumenti per un giudizio che i giurati esprimono con il voto decidendo così il vincitore del Premio.
L’ edizione del 2023 si svolgerà in un Comune metaurense ancora da decidere e comunque nel mese di ottobre; il libri finalisti sono indicati dalla Giuria tecnica Eugenio De Signoribus, Feliciano Paoli e Paolo Ruffilli, presieduta da Umberto Piersanti, solitamente entro il mese di giugno.
Nel corso di ventisei edizioni la poesia italiana contemporanea è passata al Premio Metauro: da Franco Fortini a Valerio Magrelli, da Valentino Zeichen a Milo De Angelis, da Rosita Copioli a Roberto Mussapi, da Francesco Scarabicchi a Iolanda Insana, da Antonella Anedda a Maurizio Cucchi.»
La cerimonia di premiazione di quest'anno si è svolta nel pomeriggio di sabato 15 ottobre 2022 a Mercatello sul Metauro, presso la chiesa di San Francesco. La vincitrice è stata Elisa Donzelli con l’opera Album (Nottetempo); secondo e terzo classificato sono stati Marco Ferri e Guido Monti, rispettivamente con Com’è passato il tempo (Marcos y Marcos) e Le stanze (Pequod).
Per favorire la conoscenza di questi autori e riportiamo qui di seguito una breve presentazione di ciascuno di essi e delle loro opere:
ELISA DONZELLI
Presentiamo l’autrice attraverso una mia sintesi delle notizie contenute nel sito ufficiale della Scuola Normale Superiore:
Elisa Donzelli (Torino 1979) è professoressa associata presso la Scuola Normale Superiore dove insegna Letteratura italiana contemporanea agli allievi del corso ordinario e di perfezionamento.
Si è formata nel ex dipartimento di italianistica dell’Università “La Sapienza” di Roma sotto la guida di Giulio Ferroni, Amedeo Quondam, Biancamaria Frabotta.
Studiosa di letteratura del Novecento, la sua attenzione si è sempre rivolta in particolar modo alla poesia e alla traduzione poetica del secolo scorso e del nuovo millennio, con un’attenzione mirata alla ricerca condotta sia in Italia sia all’estero all’interno di fondi e archivi letterari della contemporaneità. È autrice di saggi accademici e curatele di volumi di poesie e di carteggi tra autori del Novecento.
Da dieci anni dirige la collana di poesia contemporanea della Donzelli Editore.
Con la raccolta di poesia Album, oltre al Premio Metauro ha vinto il primo Premio di poesia Città di Legnano - Giuseppe Tirinnanzi 2021 sezione "poesia italiana" e il premio "Opera prima Alma Mater Elena Violani Landi" dell'Università di Bologna 2021.
MARCO FERRI
Approcciamo l’autore attraverso un breve testo che mi ha fatto pervenire via mail:
« COME È PASSATO IL TEMPO
Ho pensato a un’auto-antologia come se fosse l’ultimo libro. Come è passato il tempo. Poesie 1980-2020, pubblicato da Marcos y Marcos nel 2022, con una prefazione di Massimo Raffaeli e una nota di Fabio Pusterla, ricostruisce infatti i vari tessuti dei libri precedenti, li riorganizza e aggiunge un inizio e una fine, tuttavia, almeno come sensazione, mi sono accorto che non conclude, e servirà ripartire con conoscenze nuove. Alcune si trovavano in nuce nei due libri di narrativa, Vecchi scemi (racconti) e La tartaruga di stoffa (romanzo), entrambi pubblicati da Pequod nel 2017 e 2021. A 72 anni, ho ancora molto lavoro da fare, ma un po’ è fatto. Ho pensato che fosse il caso di mettere qualche informazione in
un sito: marco ferri poetry blog notes.
IL LIBRO
«Tornare sui propri testi non è indolore, sembra di provenire da un altro pianeta, così ne ho inventato uno: Proxima Zeta. La seconda parte, Nero il bianco, è una zona di elaborazione del lutto, dopo la perdita di mio fratello e di sua moglie. Una cesura nel tempo, uno strappo. L’odore delle gomme bruciate: qui ho cercato di riallacciare il drammatico dialogo tra la Storia e le storie, usando sonetti anomali. Esercizi per cosmonauti è un libro nel libro: 77 frammenti compongono un oggetto sfaccettato, in presa diretta dall’inconscio. Povertà della ricchezza prova a raccontare il farsi e disfarsi del pianeta, come L’ipomea quamoclit, altri viaggiatori e l’infermiera, la sezione conclusiva, dove le attenzioni si spostano sulla natura e sulla poesia. Alla fine ho avvertito come un sentimento di abbandono. Non c’è il lieto fine ma credo che la storia prosegua.»
GUIDO MONTI
Presentiamo l’autore attraverso una libera rielaborazione di un suo vocale inviatomi su whatsapp:
Ne Le stanze il centro poetico è rappresentato dalle relazioni: amorose, familiari, amicali, con tutte le loro fragilità e, a volte, con la loro disfatta. Non può essere altrimenti, essendo l’uomo un animale sociale. Nella silloge c’è come un susseguirsi di quadri che rievocano il passato in tutte le sue implicazioni. È presente inoltre anche quello che l’autore definisce “l’addio alla vita”, attraverso figure che, avvicinandosi alla fine, sembrano celebrare ancora di più la gioia di esistere. In conclusione c’è anche la fanciullezza, con la sua forza che riesce a sostenere tutti quelli che hanno perso il vigore e la speranza. L’infanzia – sembra dirci l’autore - è forse l’unico antidoto a tutte le brutture del mondo, dall’inesorabile scorrere del tempo alle guerre che da sempre tormentano l’umanità.
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