Estratto dalla Silloge di Paola Di Toro "Stato Liquido" (Delta Edizioni, 2022)




DALLA SILLOGE - STATO LIQUIDO (DELTA EDIZIONI, 2022)

Esercizio d'adorazione 

Ma io, non mi ritrovo quasi mai
così sola, così limpida.
Spoglia di tutto, del tremore.
Con tutta la pace del vostro sonno
allargata nei polmoni.
Ora sono spazio bianco intonso,
i pensieri fanno genuflessione
alla purezza
e si affacciano sul rigo.
Sul filo della luce, gli uccelli
cominciano a scrivere.
Con zampe sottili telegrafiche
a piccoli segni leggeri. 

Corpo apparente

Sono un corpo concavo
gettato sulla battigia
dalle correnti.
Un guscio scarno e assoluto.
Sono un'oasi momentanea
sbeccata
uno scrigno rotto
dove declina gli echi
il vento.
Le tessiture
tutte
dell'azzurro.
Riposo in quel che rimane
di me.
Nella mia parte dura
fatta impronta e fossile.
Da qualche parte è la vita
Il tormento molle viscerale
la fame
la sete
io e te.

Si sta in questo modo
nei giorni di nebbia,
svaniti e defilati
infilati nel vapore
in un pensiero.
In qualunque cosa
smisuri e vagheggi.
Chissà gli angeli
se sono immersi in noi
così
come particelle
insensibili al dolore.
E con le ali colorate
Innescate dal nulla
dall'ossatura dei rami
Blu

Se per un attimo solo riuscissi
ad immergermi
nell' oceano della sera,
come tutte le cose terrestri,
ora bagnate d'oltremare,
e diluire le grida,
il clamore , i battiti,
trovare i fondali del silenzio
una quiete d'abisso.
E invece risalgo la corrente
vengo a galla, annaspo.
La mia inquietudine è schiuma
sulle creste ripide delle nuvole.


Qui e ora

Oggi smetto il vento
e le foglie rotte.
Ancoro turbini,
una smania che spesso
mi solleva da terra.
Nel guscio tiepido
deposto dalla luce
inchiodo pure l'ombra mia
e le respiro accanto.

Il respiro

Rimango col mucchio esatto
della mia esistenza
oggi che abbocco l'aria a dosi esigue,
raggomitolo fili sottili di respiro
e sto tutta dentro ad uno spazio minuto.
Il mio peso netto è tutto qui
senza il calibro dei pensieri.
Struttura asciutta essenziale
in stato di conservazione.
Il vento invece, respira ampio
col suo petto di spire,
nutre in larghezza,
gonfia ed impazza qualcosa tra gli infissi,
che non riconosco.

Esercizio d'adorazione II 

Non c'è un tetto
sulla testa di Dio.
Nello slancio piuttosto
del filo d'erba,
nella smarginatura del seme
che si fa corolla,
io Lo trovo.
In quei cieli del tutto inaspettati,
nel nitore pieno,
nel fendente lucido del raggio
e nel buio pesto con gli altari del silenzio.
Soprattutto quando si fa creatura viva
e chiesa nell'abbraccio.
Quando si fa sacrificio, amore
e ancora amore, dedizione,
morte, perdono,
io riesco finanche a piangerLo.


NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE
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Paola Di Toro - Campobasso 1975, ha studiato e vive nella città dove è nata. Dopo gli studi classici e la laurea in Giurisprudenza, si specializza in criminologia, un ambito in cui, oltre alle conoscenze del settore, si rafforza l'interesse per la scrittura e la poesia. Entrambi strumenti inequivocabili, capaci di affinare sensibilità e lucidità nella decodificazione dei fenomeni sociologici. Dopo brevi esperienze giornalistiche, partecipa a progetti e ricerche, soprattutto nell'ambito del mondo minorile e della violenza di genere. L'amore per la scrittura, in particolare quella poetica, tenuto come passione strettamente personale e supporto del tutto privato, viene esplicitato solo in seguito ad una raggiunta consapevolezza, raggiunta in seguito alla partecipazione a premi e concorsi letterari. Riceve menzioni e segnalazioni "per un'autenticità, senza calcoli o aridità concettuali". È sul podio con "Qui ed ora" e con "Corpo apparente". Pubblica con Delta3 edizioni nel maggio 2022 la sua prima raccolta intitolata Stato liquido.
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