(Redazione) - Riflessioni, non recensioni - 16 - Sul film "Freaks"
di Stefania Lombardi
Oggi parliamo
di Freaks,
mostri. Vorrei prima ricordare il nome di questa rubrica:
“Riflessioni, non recensioni.
C’è un
motivo: la recensione cerca di invogliare o non invogliare a vedere
un film (o a leggere un libro) e non contiene anticipazioni, i
celebri “spoiler”.
Una
riflessione, invece, è a 360 gradi sul film (o libro) e deve poter
contemplare tutti gli elementi del film (o del libro) e, per questo,
contiene molti “spoiler”.
In questa
rubrica si parla di film arcinoti e si presume che tutte e tutti
abbiano visto, ed è un modo per riflettere assieme su alcuni
elementi.
Esistono
persone che non hanno mai visto alcuni dei film arcinoti che questa
rubrica tratta, può capitare e, infatti, ora mi sto rivolgendo a
loro: questa rubrica contiene sempre “spoiler”, sempre.
Quindi, la
raccomandazione è di leggere prima il titolo, capire se anche per
noi è un film arcinoto e decidere se continuare a riflettere assieme
su alcuni elementi chiave oppure non andare avanti perché si temono
gli spoiler.
Personalmente,
la lettura di uno spoiler non mi ha mai dissuaso dal vedere un film e
nemmeno mi ha rovinato la visione dello stesso; ma questo rientra
nella sfera del personale ed è sempre meglio avvisare.
“Freaks
è un film del 1932 diretto da Tod Browning. Ambientato nel mondo del
circo ed interpretato da veri "fenomeni
da baraccone", è
considerato uno dei più grandi cult movie di sempre, nonché un
classico del genere macabro. Nella classifica dei migliori 50 cult
movies stilata nel 2003 dalla rivista statunitense Entertainment
Weekly viene piazzato al terzo
posto, preceduto solo da The
Rocky Horror Picture Show di Jim
Sharman (1975) e da This Is
Spinal Tap di Rob Reiner (1984).
Nel 1994 è
stato scelto per la conservazione nel National
Film Registry della Biblioteca
del Congresso degli Stati Uniti.”
Freaks out
è, invece, un altro film a tema
ambientato ai tempi della Germania nazista e dove i protagonisti
lavorano in un circo, unica cosa in comune con Freaks
del 1932.
Ma se noi
traduciamo sia “freaks”
che “monsters”
con l’italiano mostri, qual è la differenza in lingua sassone?
Ovviamente
una differenza esiste, altrimenti non esisterebbe neppure la
diversità di questi due termini.
In lingua
sassone i monsters sono
creature, non esseri umani; i freaks,
invece, sono esseri umani diversi e/o con qualche malformazione.
Per
comprendere quanto una recensione possa essere legata ai tempi o
essere fuorviante, vediamo, sempre da Wikipedia, come il film fu
accolto dalla critica:
“Il film fu
vietato dalla Germania nazista dal 1933 al 1945, nel Regno Unito la
visione fu vietata fino al 1964. Fu vietata la visione nella città
di Cleveland. In Italia il film debuttò direttamente in prima
visione televisiva su Rai 3 il 6 settembre 1983, preceduto da
un'introduzione di Enrico Ghezzi; a partire dal 24 ottobre 2016 il
film, in inglese con sottotitoli, è stato distribuito in cinema
selezionati del territorio nazionale dalla Cineteca di Bologna come
parte della rassegna “Il cinema
ritrovato”.
Nonostante i
tagli [delle parti più cruente e sadiche], il film venne accolto
negativamente dal pubblico, registrando perdite pari a 164.000
dollari, e diventando un caso estremamente controverso. Il regista
Browning, celebre all'epoca per le sue collaborazioni con Lon Chaney
e per aver diretto Bela Lugosi in
Dracula (1931), ebbe la carriera
rovinata e faticò non poco a trovare ancora lavoro negli anni
successivi. Freaks
diventò l'unica pellicola della MGM ad essere ritirata dai cinema
prima del previsto. In Gran Bretagna il film venne vietato per
trent'anni. Mentre in altre nazioni (come l'Italia) non uscì mai
nelle sale.
Alcune
recensioni contemporanee furono non solo molto negative, ma
espressero anche repulsione e oltraggio nei confronti del film. A
proposito di Freaks,
Harrison's Reports
scrisse: "Chiunque possa
considerare intrattenimento questo, dovrebbe essere internato nel
reparto psichiatrico di qualche ospedale".
Nel The Kansas City Star,
John C. Moffitt scrisse: "Non
ci sono scuse per questo film. C'è voluta una mente perversa per
produrlo e ci vuole stomaco per guardarlo".
The Hollywood Reporter lo
definì un “assalto oltraggioso
ai sentimenti, ai sensi, al cervello e allo stomaco degli
spettatori”.
Anche
“Variety” pubblicò
una recensione negativa della pellicola, scrivendo che il film era
"sontuosamente prodotto
senza badare a spese, mirabilmente diretto, ma che i capi della Metro
avevano fallito nel tentativo di realizzare un'opera di
intrattenimento valida e importante".
Sempre secondo il recensore di Variety:
"Qui la storia non è
sufficientemente forte per tenere desto l'interesse, in parte perché
l'interesse non si può facilmente ottenere con una storia d'amore
troppo fantastica". La
recensione prosegue indicando come la trama "non
prende e allo stesso tempo non gratifica, dato che è impossibile per
una persona normale simpatizzare o immedesimarsi con i due
protagonisti nani".
Non tutte le
critiche furono così caustiche. The
New York Times definì Freaks
un film "a tratti eccellente
e orribile, nel vero senso della parola"
e anche "un'opera non
facilmente dimenticabile".
Il New York Herald Tribune
scrisse che il film era "opera
ovviamente sgradevole e malsana"
ma "in modo strano, una
pellicola non solamente eccitante, ma occasionalmente persino
commovente."
John Mosher
di The New Yorker
recensì positivamente il film, definendolo "una
piccola gemma" che "sta
in una categoria a parte, e non verrà dimenticata in fretta da
quanti l'hanno vista". Egli
trovò inoltre la storia “perfettamente
plausibile”.
Con il
trascorrere dei decenni, la pellicola ha acquisito lo status di cult
movie e le recensioni sono
diventate sempre più positive fino alla definizione di capolavoro
che sfiora la leggenda.
Sull'aggregatore di recensioni Rotten
Tomatoes, Freaks
ha un indice di approvazione del 94%, basato su 53 recensioni da
parte di critici cinematografici professionisti, e un giudizio finale
di 8,48 su 10.
A partire dai
primi anni Sessanta, Freaks
è stato oggetto di una riscoperta collettiva da parte della
controcultura e nel corso degli anni Settanta e Ottanta, il film
veniva regolarmente proiettato negli "spettacoli
di mezzanotte" di vari
cinema statunitensi. Nel 1994, Freaks
è stato selezionato per la conservazione nel National
Film Registry della Biblioteca
del Congresso degli Stati Uniti, per i suoi alti valori estetici e
morali.
Ryan Murphy
si è ispirato a questo film per American
Horror Story: Freak Show;
infatti, nell'ultima puntata la protagonista lo cita facendo
riferimento agli eventi in corso”.
Dopo questo
largo, ma necessario, abuso delle parole di Wikipedia, torniamo a noi
e alle nostre riflessioni.
Abbiamo
inquadrato il periodo storico e l’accoglienza man mano mutata nel
tempo.
Come ogni
film a tema freaks
e monsters,
l’interrogazione verte su chi siano i veri mostri e sulle favole al
contrario.
Mi spiego
meglio: una dominante cultura teutonica ci fa immaginare i
protagonisti positivi delle favole con capelli biondi e occhi azzurri
(gli occhi verdi son ben più rari ma appartengono alle “streghe”).
Persino nelle immagini sacre vediamo la Madonna e Gesù bambino
rappresentati con quei colori.
Ma può
essere plausibile o possibile che avessero avuto quei colori dato il
posto, il luogo fisico dove vivevano e risiedevano?
Nelle favole
al contrario son proprio questi bellissimi (perché ci hanno convinto
che per essere bellissimi bisogna avere quei colori? Non è affatto
così) umani con i capelli biondi e gli occhi azzurri i veri mostri
perché fan cose mostruose.
I
protagonisti, i mostri, portano valori positivi. Gli umani dal viso
angelico e dai sopracitati colori sono i veri mostri.
Anche in
Freaks del
1932 accade quanto sopra scritto. Nel circo, accanto ai freaks,
lavorano anche Cleopatra (Cleo), la biondissima donna più bella del
mondo, ed Ercole, l’uomo più forte del mondo.
Gli
spettatori possono comprendere subito che, nonostante il molto
gradevole aspetto, sono loro, Cleo ed Ercole, i veri mostri; possiamo
ben comprenderlo, infatti, se prestiamo occhio e orecchie alla voce
narrante a inizio e fine del film (voce narrante aggiunta dopo, per
coprire i tagli, ormai introvabili, richiesti al film per la sua
crudità).
La voce
narrante parla del freak
più freak
di tutti e che un tempo fu la donna più bella del mondo.
E,
soprattutto, vien detto che se si fa del male a un freak,
è come se si fosse fatto del male a tutti loro.
S’intuisce
già, da queste prime frasi, tutta la trama del film (qui è il film
stesso che fa vari “spoiler” al film senza temerli) che verte su
ingiustizie, vendette, e solidarietà come codice dei freaks,
dei diversi.
Come un
cerchio che si chiude, la voce narrante torna, alla fine del film, e
mostra l’attuale freak
più freak
di tutti, ex donna bellissima (ma mostro) ammirata per tutto il film
e s’interroga su cosa possa aver causato questa trasformazione
elencando varie possibilità e citando, da ultimo, il “codice
dei freaks”.
Hans, una
persona gentilissima e dolcissima affetta da nanismo è innamorato
della crudele Cleo, al punto da lasciare la sua fidanzata Frida per
lei.
Cleo si
approfitta dei sentimenti di Hans per truffarlo dato che, assieme
all’amante Ercole, trama per avere il suo denaro attraverso il
matrimonio; salvo poi cercare di ucciderlo in seguito.
Fortunatamente,
non mancano i personaggi positivi come il clown che tratta i freaks
da quel che sono in realtà: esseri umani con sogni e sentimenti come
tutte e tutti noi e non dei meri fenomeni da baraccone, seppur quello
è l’impiego nel circo.
Il clown
diventa il nuovo compagno di Venus, ex compagna del perfido Ercole.
E la povera
Venus rischia anche di essere assassinata da Ercole perché aveva
intuito il malefico piano che Ercole e Cleo stavano attuando ai danni
di Hans.
Tradimenti,
meschinità e miserie umane la fanno da padrone e padroni; c’è
anche la speranza per un’umanità migliore e i sentimenti nobili;
ma anche una vendetta che è a metà strada verso la giustizia,
perché avviene come una sorta di catarsi, fino a diventare
l’attuazione di una legge del contrappasso.
Ed è così
che la donna bellissima e mostro dentro diventa anche freak
fuori.
Senza mai
essere una freak,
sebbene freak
più freak
di tutti.
Anche da
freak
è esclusa dal codice, da quella solidarietà verso gli altri che lei
non ha mai provato.
Gli
interrogativi che il film pone sono tanti e ci spinge a guardarci
dentro come non mai.
Prima, però,
cerchiamo di recuperare questa pellicola, perché merita.
Così, oggi
non parliamo solo di freaks,
sentiamo da freaks.
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