Due poeti allo specchio (Anna Rita Merico e Sergio Daniele Donati)

Mi striscio dietro ciò che sta dietro al pensiero
m’impinguo in quella materia che mi consente di sottrarmi al dato
calandomi nel profondo dell’annullamento del tempo
cerco origine di parola e trasformazione di mondo
Il giorno si leva
mi dici di giustizia della parola
mi dici del dono dell’ombra nella radice dell’essere
mi dici dell’occhiosorgente intramato nella Visione
mi dici del buio che porta al centro e del limite e della caduta
Dipano la grazia del limite
proteggo il suono antico nutrendomi lenta dal palato d’una balbuzie radicata nel dentro
Mantello di lettere e vene di acuta spiritualità forgiano corpo
si esce chini dalla sabbia e muti dalle grotte
con lo stilo verghiamo segni essenziali di trama di vita
li infiliamo nelle crune moltiplicandone i sensi
lettere nimbate di luce mostrano le geometrie di un sacro
che
ci narra
terra urlo bestemmia sogno approdo attesa orizzonte
Mi dici di ciò che
è prima della parola
mi dici della lettera che mostra scrigno di sé
la lettera che lavora silente nella mescita capace di separare lo spaziovoragine sonnecchiante la forma
muta di pieno osservo gli anfratti di una creazione che mi dice e ti dice
Mostri la vita che va tessendosi e dipanandosi intorno a segni
mistero che ci fa mondo annodato intorno a linee segni e semi sparsi verso ogni direzione possibile
mistero capace di dire libertà e indicare nascite di posizioni erette
Ne cogliamo stille a mani concave
a occhi saturi
diciamo cura per ciò che resta fuori di noi
Apprendo il poterti lasciare essere perché lascio essere la parola
mia misura
nostro infinito caldo sotto cenere
Mi dici del come sollevare lettera quasi fossero porte svelanti mondi
mi indichi cunicoli di budello che lenti mi consentono di impadronirmi del canto dell’essere
il muro s’impila lettera dopo lettera
il muro s’impila dal lusso del silenzio vergato nello spazio bianco
la parola ora s’impolpa mostrando midollo e semenza
Mi dici la lettera primo dono
mi dici la lettera sponda di quell’ancestrale teso nel domani della creazione e nel dentro del primigenio
mi dici la lettera mentre ascolto il vivente spalmato ai fianchi del mio andare
mi dici la lettera ed io ripercorro ciò che ho preso e ciò che ho lasciato ciò che ho raggiunto e ciò che ho
perso
Strisciandomi dietro ciò che sta dietro al pensiero
raggiungo uno stato e da esso mi dico
scopro l’odore di lettera accesa vergata mille e più volte nel rotolo della legge
la lettera mi salta beffarda le chiedo parola mi narra la bestia che lei ha vinto
esausta m’avvinghio dipano l’irraccontabile trovato in quel millesimale preciso punto in cui iene balene pantere sono state piegate da lettere trasmutate in potenza di parola d’inizio
                                             Di quell’inizio voglio dire strisciandomi dietro ciò che sta dietro al pensiero

(Anna Rita Merico - inedito 2023)

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Mai la parola viene detta prima
di quell'attimo immortale in cui l'Altrove 
stiracchia le sue membra e lancia
un urlo senza suono al quale le nostre penne
- senza il nostro consenso - 
si appellano senza sosta. 
Siamo figli d'una pletora di eppure
e per questo sospendiamo ogni giudizio
e ci attardiamo all'ascolto di ciò che precede
- e in un certo senso nega -
la nenia d'una mente incapace di dir altro
che la lista dei suoi nomi. 
Io dico nella speranza di rendere impossibile
per me esser detto,
dico per non essere ascoltato,
perché ci si perda nello spazio vuoto
che unisce il suono d'una lettera 
a quello della successiva. 
Là - ne sono ben cosciente -
risiede la sciara, il magma da cui sorge
lento e caldo ogni dire del Sacro.
Ha bisogno delle nostra parola, sai,
ma non per esser detto,
per celarsi piuttosto
dietro alle scatole vuote
dei nostri lemmi e poter cantare solo
la  marcia nunziale, il canto che prepara
una discesa antica dai cieli fertili
- anzi fertilizzati -
del sogno di un popolo. 

O forse io dico della mia balbuzie
quando cerco di ripetere ciò che ugole maestre
mi hanno cantato negli anni dell'apprendimento
lento e vorace; nelle notti d'insonnia
a caccia di rime e assonanze in testi
per me allora incomprensibili.

Mi saziavo del mio fallimento allora, 
del mio sopirmi sapendo di aver riempito 
ossa cave e capillari stretti di parole
ancora senza senso, per una mente bambina.
Era il sonno felice di chi adora
non sapere che esiste l'altro,
che l'Altro esiste e riporta a sé 
ogni flusso e ogni flusso 
in lui, bambino, si cheta. 
Forse allora avrei potuto dire
- allora forse sì, avrei potuto.
Non ora. Mi restano uno spartito fluido
un canovaccio, e uno zibaldone a cui i miei pensieri
d'ematite e ossidiana s'accordano,
sì, ma solo nelle notti d'estate, al canto dell'assiolo.

La gente, sai, ride di questo mio simbolo ricorrente
ma io so del coraggio di ripetere da soli per l'intera esistenza
uno -  e un solo - suono, senza attendere risposta,
così solo per poter dire a sé stessi: io canto. 

(Sergio Daniele Donati - inedito 2023)


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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE

Anna Rita Merico nata a Nola (Na), attualmente vive in Salento. Inizia la propria attività di ricerca all’interno dell’M.C.E. (Movimento Cooperazione Educativa) e, contestualmente, in ambienti legati al pensiero della soggettività femminile a partire da Laurea in Filosofia e tesi su Carla Lonzi. Molte le collaborazioni con I.R.R.E. Puglia e Ministero per sperimentazioni nazionali (Progetto P.O.LI.TE.) ed europee (Progetto Tam-Tam, Spagna-Grecia-Italia) sul tema della differenza sessuale.
Lunga attività di ricerca su tematiche inerenti la filosofia della differenza sessuale: collaborazioni con dipartimenti universitari attraverso progettazioni europee, pubblicazioni su riviste di settore e testi collettanei, corsi presso enti istituzionali ed associazionismo.
Silloge: Era un raggio…entrò da Est (2020, Musicaos ed.). Raccolta: Fenomenologia del silenzio (Musicaos ed. 2022)
Presente su blog e riviste online/cartacee (critica letteraria e poesia).

Sergio Daniele Donati (Milano 1966;  ivi ancora residente non abbandonerebbe mai la sua città che definisce la sua unica amate di una vita)
Ha pubblicato per Divergenze edizioni il romanzo "Tutto tranne l'amore" (2023)
Ha pubblicato per Ensemble edizioni la silloge "Il canto della Moabita" (2021). 
Ha pubblicato per Mimesis edizioni (Collana dei Taccuini del Silenzio) il libro: "E mi coprii i volti al soffio del Silenzio" (2018). 
Fondatore caporedattore e curatore della pagina Le parole di Fedro, ivi propone alcuni dei suoi percorsi nel linguaggio poetico e narrativo. Altre poesie sono state pubblicate più volte sul vari litblog.
Numerose sue poesie sono apparse su riviste cartacee e online e su quotidiani nazionali. 
Avvocato milanese si occupa di diritto commerciale e di tutela dei minori.
Studioso di meditazione ebraica ed estremo orientale, insegna cultura e meditazione ebraica in associazioni e scuole di formazione e tiene seminari sul valore simbolico dell'alfabeto ebraico.



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