(Redazione) - Estratto da "Affreschi Strappati" di Giuseppe Settanni (Ensemble editore, 2022) con breve nota di Sergio Daniele Donati


Siamo davvero lieti di poter pubblicare un estratto dalla silloge di Giuseppe Settanni "Affreschi strappati" (Ensemble. ed, 2022).
Dice lo stesso autore a proposito della sua ultima fatica poetica: 

"Affreschi strappati è una raccolta di pezzi di intonaco, dipinti su un muro crollato nel tempo e pazientemente rimessi insieme con l’illusione che si possa ricucire ogni divisione. Non c’è spazio per costruire di nuovo ciò che è stato distrutto una volta: solo il ricordo e l’immaginazione possono salvare dall’abbandono qualche particolare di ogni vissuto. E, in questo senso, gli Affreschi strappati trovano una briciola di eternità nel museo delle parole in cui tutti i figli di Prometeo hanno il diritto di entrare".

In effetti, pare evidente a chi vi scrive che i tratti del poeta siano a livello ritmico (siamo di fronte a una scrittura che ha un ottimo battente) e di richiamo al sogno molto particolari. 
La scrittura di Giuseppe Settanni è spesso positivamente assertiva, poco ipotetica. 
È fatta di rinuncia ad inutili orpelli ed arcaismi e contiene spesso - più o meno implicite - delle domande molto pregne. 
E vorrei esser chiaro in questo: per porre domanda bisogna saper esser assertivi, sebbene ciò possa sembrare paradossale. 
Ogni questione contiene in sé una affermazione di necessità, dei desiderata di conoscenza che sono il vero nutrimento della domanda stessa. La domanda - non va dimenticato -  si nutre sempre di una sete di conoscenza che non è mai da chi pone la domanda stessa dubitata, né mai dubitante. 
Da questo particolare punto visuale, sarete d'accordo con me che ben altra cosa, rispetto a porre domande, è svolgere ipotesi; e l'autore appare conoscere bene questa distinzione, come negli estratti che sotto troverete potrete constatare.
È dunque, quella del poeta Giuseppe Settanni, una scrittura che ci questiona su temi forti quali il ruolo della speranza (o della sua assenza) o della morte
E, nel farlo, l'autore volutamente ci lascia nella sospensione di un dubbio che vien spesso amplificato dal rivolgersi al lettore direttamente attraverso una seconda persona singolare, qui molto efficace. 
Il TU, lo si sa, ha un effetto di coinvolgimento immediato e diretto del lettore che ben si sposa con l'idea del questionare cui accennavo sopra. 

La domanda è rivolta non a un pubblico indefinito ma a te, sì proprio a te. Saprai rispondere?

La natura assertiva del poetare di Giuseppe Settanni, emerge chiara anche da un non minoritario e poco importante elemento.
La scarsità voluta e ricercata degli aggettivi. 
E finalmente! Perché poche scritture, a parer mio, conoscono ormai la regola aurea che vuole che l'aggettivo sia sempre una gemma solitaria nel verso e nella composizione poetica in toto. 
L'abuso di aggettivazione - ormai fenomeno irrefrenabile, figlio di una ricerca posticcia scrittura seduttiva -  comporta sempre un depotenziamento dell'aggettivo stesso, che andrebbe usato come il sale in cucina; QB (quanto basta).

Giuseppe Settanni evidentemente questo conosce molto bene e i suoi aggettivi sono sempre positive micce esplosive nel verso. Lo potrete verificare nel breve estratto qui sotto. 

Una silloge dunque che ci riporta al valore positivo del saper ascoltare domande. Ripeto: ascoltare
Ben altra, e forse meno importante, cosa è azzardare risposte. L'ascolto di una domanda è, per la cultura ebraica e non solo, un valore in sé perché ci proietta a contatto con un altrove fecondo. 
Ogni domanda è di per sé un eppure vivace e in poesia questo elemento di vivacità si amplifica ancora di più perché troppo spesso siamo immersi in un poetare descrittivo che poco spazio lascia all'immaginazione di mondi altri.
Per dirla con un francesismo la question est toujours un au-delà 1.
E al di là della domanda nessuno sa cosa ci sia (la risposta? altre domande? il silenzio?). 
Non occorre in questa sede, perché ci porterebbe troppo lontano richiamare al lezione di Edmond Jabès sul valore fondante della domanda in rapporto alla poesia (per qualche notizia sul sommo poeta e pensatore cliccare qui). 
Ma certo è che questo porsi come altrove o al di là accomuna due attività che nascono con l'essere umano: il canto poetico e il porre domande.
Ecco la lettura di Settanni mi ha riportato alle mie mai sopite giovanili passioni jabesiane e al piacere di leggere dei versi che non sono scevri dal contenere un potente segno filosofico, pur senza dirlo chiaramente. 
Per questo consiglio dunque veramente a tutti la lettura di questa matura e profonda silloge uscita nel 2022 per i tipi di Ensemble Editore.

Per la redazione de LE PAROLE DI FEDRO
il caporedattore Sergio Daniele Donati
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ESTRATTO
nel frattempo, galleggiavi 
attaccato alla rete

e quel figlio
avrebbe dovuto riscaldarsi 
accanto a te

la colpa era scontata: 
un lenzuolo, una lampada

respiravi con regolarità

fino a quando 
il tentativo
di rendere impraticabile
quell’anima pesante?

il caffè è torbido, 
forse si può rinascere
anche senza la speranza

non per stasera, almeno

credevo ti volessi allontanare 
dai baci dell’abitudine
e dalla tranquillità senza scalpore

entrando, non mi hai salutato
avevi in testa solo il peccato
qualche dettaglio

come vuoi che ci abbracciamo

in questo freddo senza luce?

ti scopri tumefatto dalla serratura
con una lacerazione non ancora 
cicatrizzata

la lapide, quella a terra 
un pozzo di acqua intirizzita 
e le panche:
ci starebbe bene
una natura morta di zurbaràn

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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE

Giuseppe Settanni, legale d'azienda e docente universitario, è nato nel 1981 a San Giovanni Rotondo (FG) e vive a Fano (PU). In ambito poetico, ha pubblicato con Edizioni Ensemble le sillogi Blu (2019) e Affreschi strappati (2022), e ha ricevuto vari riconoscimenti, tra cui i premi Ossi di seppia, Mons. A.F. Pecci, Besio 1860, Ciò che Caino non sa, Ariodante Marianni e Tratturo Magno. I suoi versi sono ospitati sui principali siti e blog italiani, come Poesia del nostro tempo, l'Angolo Poesia del quotidiano La Repubblica, Inverso, La poesia e lo spirito, l'Angolo degli inediti di Stampa 2009 e Poetarum Silva.
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1 - trad. la domanda è sempre un al di là

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