La discesa sacra (un Salmo balbuziente)
La stanza azzurra
devastata dall'uragano;
non resta che qualche
goccia d'olio sacro
e un simulacro di speranza
da tramutare in canto.
Le senti anche tu
le voci roche e sfatte
ripetere il mantra
devastata dall'uragano;
non resta che qualche
goccia d'olio sacro
e un simulacro di speranza
da tramutare in canto.
Le senti anche tu
le voci roche e sfatte
ripetere il mantra
della fiducia nel celato
e nel passaggio stretto
a una pelle nuova?
È un canto corale
che ripete senza sosta
e centellina resine
e cortecce d'eucalipto
per le ossidiane dei figli.
A terra l'epitelio di biscia,
concime del passato
su una terra senza soffio.
Si dice che poi aleggi
ancora un vento divino
sui volti delle acque
salate dei nostri occhi,
e che di lontano il corno
che chiamano Shofar
laceri tempi e spazi
- ancora una volta -
per rendere possibile
la distanza dall'Altro
che chiamano amore.
Ho peccato, Moabita,
davanti al pozzo
io ho peccato.
Possa la tua voce
ancora una volta
risollevarmi il mento
alle stelle e dirigere
il mio sguardo là,
nel flusso indaco
senza fine né cominciamento
delle generazioni.
Toglimi il petrolio
dagli occhi e chiama
ancora una volta
sul nome di un uomo perso
la discesa sacra
d'una nenia di consolazione.
È un canto corale
che ripete senza sosta
e centellina resine
e cortecce d'eucalipto
per le ossidiane dei figli.
A terra l'epitelio di biscia,
concime del passato
su una terra senza soffio.
Si dice che poi aleggi
ancora un vento divino
sui volti delle acque
salate dei nostri occhi,
e che di lontano il corno
che chiamano Shofar
laceri tempi e spazi
- ancora una volta -
per rendere possibile
la distanza dall'Altro
che chiamano amore.
Ho peccato, Moabita,
davanti al pozzo
io ho peccato.
Possa la tua voce
ancora una volta
risollevarmi il mento
alle stelle e dirigere
il mio sguardo là,
nel flusso indaco
senza fine né cominciamento
delle generazioni.
Toglimi il petrolio
dagli occhi e chiama
ancora una volta
sul nome di un uomo perso
la discesa sacra
d'una nenia di consolazione.
Testo inedito (2023)
di Sergio Daniele Donati
meravigliosa
RispondiEliminaGrazie di cuore
EliminaLo senti il canto di preghiera metre cambi pelle infilandoti in una strettoia della vita? Ogni cambiamento è una strettoia e noi spesso siamo densi come il deposito dell'olio, tanto che non riusciamo a passare attraverso l'imbuto che filtra. Bellissimo testo! Barbara Rabita
RispondiEliminaGrazie davvero per queste meravigliose parole, Barbara.
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