Oblio - Odisseo a Penelope
Disumane, collose
parole blu salgono
le cortecce del cielo.
Tu non sei più là ormai
e quasi dimentico
il tuo verde nome.
Mi scordo il timbro cavo
d'una voce barbara.
Là, tra le foglie secche
e parole sospese,
io non ricordo più
di dare al mio cuore
- danzatore lunare -
respiri di silenzio.
E ho una paura nera,
non proprio di morire,
ma di lasciar segno.
Ho paura che scordi
piene promesse d'oblio
- nelle notti di luna,
falsi poeti dicon
d'udir la mia voce,
tra refoli di vento.
Dimenticami;
io sono ormai
afono, muto,
incapace di
scrittura piena.
parole blu salgono
le cortecce del cielo.
Tu non sei più là ormai
e quasi dimentico
il tuo verde nome.
Mi scordo il timbro cavo
d'una voce barbara.
Là, tra le foglie secche
e parole sospese,
io non ricordo più
di dare al mio cuore
- danzatore lunare -
respiri di silenzio.
E ho una paura nera,
non proprio di morire,
ma di lasciar segno.
Ho paura che scordi
piene promesse d'oblio
- nelle notti di luna,
falsi poeti dicon
d'udir la mia voce,
tra refoli di vento.
Dimenticami;
io sono ormai
afono, muto,
incapace di
scrittura piena.
Dimenticami;
a nostro figlio
dì della morte
mia in battaglia.
Dimenticami;
togli la vita
ad Argo perché
l'attesa di nero
cane - che torni
un altro cane -
insulta forte
la fredda gioia
di crudeli dei.
dì della morte
mia in battaglia.
Dimenticami;
togli la vita
ad Argo perché
l'attesa di nero
cane - che torni
un altro cane -
insulta forte
la fredda gioia
di crudeli dei.
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Foto e testo - inedito 2023 -
di Sergio Daniele Donati
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