Un (po') emo


Ch'io fui lo dirà tra poco
lo sguardo degli altri.
Forse una reticenza,
una parola mancata,
un canto solo immaginato
sarà la pronuncia d'un nome
banale, come tanti. 
Di me resteranno le parole dette,
le macchie nere - più spesso blu -
su fogli bianchi e vergini.
Ma non ci sarà testimonianza
dei miei strozzi, dei miei singulti
di quel torna a me
mai (o mal) pronunciato.
Né ci sarà persona capace
di tradurre in lingua nota
il mio grido bambino, 
gli occhi gonfi per l'allergia
a un'assenza senza senso.
Non sarà mai stato detto (tra poco)
il mio sentirmi attratto 
- troppo piccolo - dall'Altrove,
perché il qui e ora era abisso.
Nessuno, ed è un gran bene,
porterà traccia del mio
piccolo male d'allora,
ch'io contenni con forza
di gigante bambino, 
perché non divenisse stigma.

Oh sì, la gente legge,
e sospira del Sacro 
che a volte palpita, 
senza mio merito alcuno,
tra i miei versi;
ma non sa che quel Sacro
fu la consolazione 
d'un bimbo per il quale 
l'altalena della vita
era sempre occupata
da ingombri sui quali
- finalmente - tra poco
non ci sarà più parola.

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Sergio Daniele Donati
 Inedito 2023
In foto Marcel Marceau


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