Due poeti allo specchio (Daniela Stasi e Sergio Daniele Donati)
I.
Ormai mi son fatta d'una pietra
refrattaria agli incanti mentali: da cui non traggo più alcuno
refrattaria agli incanti mentali: da cui non traggo più alcuno
spunto, veritiero, sulla natura del mio corpo
Che da me, spesso, arretra
a dire
a dire
Che non è più il mite involucro delle mie domande; ma che
tutto in me trasponde il sangue; scevro da ogni mio avulso
pensar me stessa.
Farsi di me la consistenza e in, controluce assumere le mie sembianze.
Farsi di me la consistenza e in, controluce assumere le mie sembianze.
II.
E se d'estate, da ragazza, facevo cadere le
palpebre anche alle finestre della mia stanza;
in ossequio alla potenza dei Prìncipi del Sole
- a illuminarmi, condiscendenti, le intuizioni -
Adesso, oso pure sfidarli!
Con i miei occhi più feroci dei loro; ad accecarmi del
corpo la vanagloria della mente
Solo così poter andare al cospetto della vera Luce: testimone
oculare di chi si liberò, dalle incerte idee di sé.
Anche se, di questo mio affiancarmi, ne temo la fatale
sostanza: tramutarsi, senza di me, nell'esito Finale.
(Daniela Stasi - inedito 2023)
_____
Dice di sé l'autrice: "Ancora esistente a questo suo nome, Daniela Stasi "
[Nata a Milano, Laureata in Architettura, ad indirizzo storico-critico, mi occupo da sempre di editoria e comunicazione]
e le voci dei compagni nel parchetto
si facevano lontane.
Lo chiamavano il piccolo male
e dicevano sarebbe passato
- come poi è stato -
col mio diventare uomo.
Piccolo sì, ma ero piccolo anch'io,
e mi piegava la schiena
quel mio andar lontano;
mi spezzava il cuore
il bisbigliare la notte
dei miei genitori
paure per quel figlio
un po' strano.
II.
Poi è stato un Maestro che m'ha raddrizzato
gli occhi sulla linea dell'orizzonte
e lo sterno sull'asse del desiderio.
Mi diceva: chiudi gli occhi e ascolta.
E le voci rimanevano lontane
ma dentro un corpo accogliente.
Anzi, sempre più lontane;
sei milioni di voci fatte di fumo
da ascoltare nel pianto e dar loro
parola e grido e canto.
Fu allora che vidi negli occhi
dei miei genitori il silenzio
che tramuta il riconoscimento in riconoscenza.
Il corpo è turbina e ci porta lontano
ad ascoltare il fumo
farsi carne e la carne dissolversi
in una piccola speranza; di trasformazione.
_____
Dice di sé l'autore: "Io forse sono solo le voci che mi attraversano, ma porto sempre lo stesso nome, Sergio Daniele Donati "
[Nato a Milano, avvocato, mi occupo di diritto commerciale e minorile, ma sono occupato da tante parole]
Commenti
Posta un commento