Sognai il Sogno - חלמתי את החלום
Diceva addio
eppure restava
un senso d'appartenenza
tra le fessure delle mattonelle
un passo oltre la soglia
l'altro piede nella casa
dei silenzi senza tempo
Diceva addio
senza presenza di aggettivi
né increspature nella voce
senza interpunzioni o pause
un monolite di granito
nella capsula della morbidezza
senza scampo - il lessico della fine
A me restava il suono
del vento di tramontana
bussava alle finestre
e chiedeva un permesso senza replica
di rovistarmi nelle vene
alla ricerca senza speranza
della gemma della resistenza
Diceva addio
ma andavo io
il passo che sollevava
polveri e ori
fanghi e intenzioni
e liste senza fine
e conte e filastrocche
Diceva addio
e tornava il bambino
nella casa del sogno
e si sciacquava il volto
e mi sorrideva
dalla stanza della memoria
la mano nella tasca
E tornava il sassolino
e le veglie di notte
a contare le ombre sul muro
nella casa dei silenzi
dove sei milioni di nomi
non avevano pronuncia
né ospitalità, solo oblio
Li ricordavo io
il sassolino nella mano
e ne inventavo i nomi
Uno su sei milioni
di nome Abraham Levi
ci sarà stato, no?
Ti benedico.
E Abraham sorrideva non alla finzione
di gaiezza della casa dell'oblio
(forse una carezza per il bisogno di vivere, sì)
ma del sassolino che cantava
il suo nome in eterno
nel flusso senza fine
della memoria di un bimbo
Dimmi pure addio
io possiedo la lingua del sogno
e la mappa del ritorno
e se pronunci quell'avverbio
il sassolino pulsa nella tasca
e Abraham canta nenie di consolazione
Dimmi pure addio
io vengo dalla casa
del silenzio, dell'oblio, del pianto, dello strozzo
in gola a chi ha visto troppo
la casa del sogno di un bambino
capace di costruire mondi e mescolare stucchi
per coprire sul muro la crepa dell'incoscienza
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Testo - inedito 2023 - e foto
di Sergio Daniele Donati
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