Non dire dei lampi

 
In foto "Iod" di Sergio Daniele Donati

Non dire dei lampi
e tacita le voci
che strappano un senso fallace
al mondo dei suoni.
Torna all'argilla grezza
di un pensiero appena concepito
e poi salta, 
senza mostrare impedimento,
nel mondo altro; 
al tuo fianco.

        Là, davanti all'abisso del creato
        è scritto col fuoco
        il nome dell'origine,
        il viaggio a ritroso
        del salmone nell'universo
        solitario dell'incoscienza

Non dire dei lampi
e non curarti del simbolo
che tende fili troppo sottili
tra la tua ugola e l'orecchio
eterno e distratto della natura. 
Il sacro risiede sotto le unghie
ebeti del contadino,
tra le cere che impediscono
agli occhi di dischiudersi al mattino
per restare nel sogno.

        Là, sul crinale, sta la soglia
        il passaggio stretto
        e senza volto
        della dimenticanza più pura,
        dell'evanescenza più densa,
        del ritorno nell'uovo.

Non dire dei lampi
e chiudi la tua mano
ai messaggi del vento;
entra nel fuoco blu
di una concentrazione supina
sulla fertile valle del nulla.
Il sacro risiede dove non esiste
dimora, tra rovine e muri
a secco di un'esistenza
prenatale e d'ambra.

        Là, davanti a quella porta
        di legno brunito e senza serratura
        troverai scritta col cobalto
        la formula antica che apre
        al lombrico la percezione
        di una luce di terra.
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Testo - inedito 2023 - di
Sergio Daniele Donati




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