(Redazione) - Il maschile - 02 - La fratellanza universale, il ruolo del padre. Massoneria e letteratura
A cura di David La Mantia
Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
l'hanno persa e danno la colpa a te,
se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.
Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa,
o essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,
o essendo odiato, non dare spazio all'odio,
senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio;
Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,
se sai incontrarti con il Successo e la Sconfitta
e trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui,
o guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
e piegarti a ricostruirle con strumenti usurati.
Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
e rischiarlo in un unico lancio di una monetina,
e perdere, e ricominciare daccapo
senza mai fiatare una parola sulla tua perdita.
Se sai costringere il tuo cuore, nervi, e polsi
a sorreggerti anche quando sono esausti,
e così resistere quando in te non c'è più nulla
tranne la Volontà che dice loro: "Resistete!"
Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
o passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con la gente comune,
se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
dando valore a ognuno dei sessanta secondi,
tua è la Terra e tutto ciò che contiene,
e - cosa più importante - sarai un Uomo, figlio mio!
La famosa poesia di Rudyard Kipling (1865-1936), premio Nobel per la Letteratura nel 1907, If (Se - Lettera ad un figlio), venne tradotta in italiano da Antonio Gramsci (sì, proprio il fondatore del PCI) nel 1916, e pubblicata sul quotidiano Avanti! con il titolo Se - breviario per laici.
Kipling l'aveva pensata e scritta nel 1895, dedicandola al figlio John, morto al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1915. E’ inclusa nel capitolo “Brother Square Toes” del libro “Ricompense e Fate” (“Rewards and Fairies”) ed è un must, un'opera eterna, costruita con versi che non possono lasciare insensibili. If era anche un gioiello per Indro Montanelli, che tradusse Kipling per il Corriere della Sera il 2 gennaio 1998, e che definì quei versi, sempre sullo stesso quotidiano, (21 dicembre 2000), un Breviario o Catechismo del credo stoico.
Quello che pochi sanno o che fingono di non sapere è che Kipling era massone. L'artista fece il suo ingresso in Massoneria nel 1886, nella loggia Hope and Perseverance n. 782 di Lahore, Punjab, loggia che rese celebre con la poesia “Mother Lodge” apparsa in “The Seven Seas” nel 1896.
La Massoneria allora, non so oggi, era un esempio di fratellanza universale, declinata al maschile. Eccone un esempio: l'artista fu iniziato da un maestro venerabile indù, promosso compagno da un musulmano ed elevato al grado di maestro da un inglese, mentre il tegolatore, colui che l'aveva invitato ad entrare, era ebreo. Tutta l’opera di Kipling reca il segno della sua vocazione universalistica. Ci sono tutti i temi tipici della massoneria: il rapporto padre-figlio centrale in If, la fratellanza universale, il ruolo del maestro, l'importanza dell'esempio, la tolleranza, l'uguaglianza, una divinità non rivelata, un architetto dell'universo incarnazione di valore.
E i Poeti italiani massoni? Quanti ne volete. Tanto per dare un elenco Carducci, Pascoli, D'Annunzio, Quasimodo. Qualcuno, a voce bassa, fa anche, al momento senza prove, il nome di Manzoni, la cui gioventù fu senz'altro attraversata dai fervori illuministici francesi. Suo nonno materno, lo straordinario Cesare Beccaria autore de Dei delitti e delle pene era certamente un "fratello".
In realtà, la massoneria è studiata nelle nostre scuole in modo sintetico ed estremamente riduttivo. Io direi volutamente approssimativo. Solitamente si fa accenno a questa organizzazione in due momenti diversi: durante l’analisi della Rivoluzione francese e nella stagione rivoluzionaria italiana di metà ‘800. Nel primo caso ci si sofferma di più sulle idee della libera muratoria, sulla sua attività in opposizione alla Chiesa; nel secondo caso c’è un accenno al ruolo svolto dalla massoneria nell’organizzazione dei moti del ’20-’21 ed in quelli del ’48. C'è Garibaldi, certo, ed il suo sogno di liberare Roma dal potere papale. Talvolta nei manuali è presente un quadro riassuntivo, quattro parole in croce con una piccola storia dell’organizzazione, solitamente minimale e superficiale.
Ciò che colpisce maggiormente, tuttavia, è l’assenza quasi totale di informazioni sugli avvenimenti successivi della storia contemporanea, come ad esempio l’Unità d’Italia, la Rivoluzione turca del grande padre Ataturk, il rapporto contrastato tra fascismo e massoneria, l’importanza riacquisita nel dopoguerra, gli affari del trittico finanza-chiesa-massoneria e i vari scandali a partire dalla P2. Spesso si va verso la ridicolizzazione della Massoneria, come quella operata da Vincenzo Cerami nel suo straordinario Un borghese piccolo piccolo, in cui una loggia diventa quasi un teatrino di vecchiacci storti e brutti, per nulla vocati al bene dell'umanità.
Questo assordante silenzio si protrae anche alla storia della letteratura. Escludendo qualche rapidissimo accenno, non ci si concentra mai sul numero di scrittori italiani iscritti alla massoneria o vicini ad essa, tralasciando di analizzare il rapporto tra le loro opere ed il messaggio massonico. Talvolta la chiave massonica permetterebbe di allargare la prospettiva critica su un’opera, aggiungendo significati nuovi e sorprendenti, allegorici, esoterici; altre volte, invece, una lettura misterica ed attenta della semantica occulta celata potrebbe contribuire a sciogliere riferimenti ed allusioni, che appaiono come criptiche o contraddittorie agli occhi dei critici “tradizionali”.
Ma non perdiamo tempo. Cercherò di toccare autori degli ultimi 200 anni per comprendere quanto sia ampia e lunghissima questa via interpretativa scarsamente percorsa.
VITTORIO ALFIERI (1749-1803)
Il drammaturgo italiano eroico e titanico fu iniziato alla massoneria all’estero, durante i suoi viaggi in giro per l’Europa. In una sua opera [La Vita, Epoca IV, capitolo I] mette in rima alcuni segreti e costumi dell’ordine (cosa pericolosissima, che forse costò la vita a Mozart), chiedendo nel contempo scusa ai fratelli per questo suo audace gesto. Successivamente aderì alla loggia “Vittoria” di Napoli, ed in effetti la città campana fu asilo di molti massoni durante la serrata piemontese ad opera dei Savoia. Negli ultimi anni di vita Alfieri rinnegherà questa sua esperienza nella satira L’impostura, così come sconfesserà tutti i suoi atteggiamenti illuministici, mostrando disprezzo verso il nuovo ordine, che stava per imporsi per mano di Napoleone.
UGO FOSCOLO (1778-1827)
Del rapporto tra Foscolo e la massoneria si sa pochissimo. Fu iniziato presso la Loggia Reale Amalia Augusta di Brescia e la sua rapida carriera tra le fila dell’esercito napoleonico si spiega anche con la totale adesione ai progetti dell’imperatore ed ai suoi ideali profondamente intrisi nel messaggio massonico. Non bisogna dimenticare, inoltre, l’interesse di Foscolo per il fratello Alfieri ed il fortissimo messaggio presente nei Sepolcri, frutto degli insegnamenti di Melchiorre Cesarotti, altro fratello, gran traduttore dei Canti di Ossian e dell'elegia scritta in un cimitero di campagna. Dei sepolcri sono opera in cui si loda l’influenza positiva che i morti possono avere sui vivi, attraverso una ispirazione patriottica e civile lontana dall’ideale trascendentale cristiano. I riferimenti presenti in quest’opera sono numerosi (come ad esempio la lode per i costumi dell’Inghilterra (tradizionalmente definita perfida Albione), nazione forgiata dalla massoneria e tutt’altro che “nemica” per l’autore nonostante gli scontri tra essa e Napoleone), così come quelli delle Grazie, impossibili da capire appieno se non si collega il percorso dell'evoluzione umana con quello tracciato e auspicato dalla massoneria.
GIOSUE’ CARDUCCI (1835-1907)
Giosuè Carducci fu iniziato alla massoneria nella loggia Galvani di Bologna, spinto dai suoi sentimenti anti-ecclesiastici e patrioti; la città emiliana resta ancora oggi un centro importantissimo per la libera muratoria. La sua fiducia nel progresso e l’opposizione ad ogni tipo di oscurantismo lo spingeranno a comporre l’Inno a Satana nel 1863. L’opera, pubblicata due anni dopo, è un durissimo attacco al potere della chiesa ed al suo messaggio repressivo, sancito da Pio IX nel Sillabo, pubblicato nel 1864.
Per Carducci, Satana è il simbolo dell’energia vitale e del progresso, esemplificato dall'immagine vigorosa della locomotiva. Certo non poté sfuggire al poeta la consuetudine di appellare, da parte della chiesa, come “satanico” o “luciferino” tutto ciò andasse contro il proprio messaggio; non è un mistero, inoltre, che all'interno della massoneria l’ideale ribelle di Lucifero sia considerato positivamente, facendo riferimento all'etimologia propria del termine “portatore di luce” e realizzando una sorta di commistione con il pagano Prometeo, altro eroe massonico. Successivamente il poeta vate si distaccherà dall'ordine con il suo riaccostarsi alla monarchia ed a posizioni più conservatrici.
GIOVANNI PASCOLI (1855-1912)
Seguendo la strada tracciata dal suo maestro Carducci, Giovanni Pascoli aderì alla massoneria venendo iniziato nella loggia Rizzoli di Bologna. La questione sulla sua adesione all'ordine è remota e molto combattuta; fu la sorella la prima a negare l’affiliazione, tuttavia il ritrovamento recente del testamento del poeta ne dà conferma senza ombra di dubbio. Della massoneria Pascoli amava l’impegno attivo, la fratellanza e la solidarietà che lo facevano sentire, per una volta, protetto. Influirono certamente anche gli ideali socialisti ed umanitari, che contraddistinsero la giovinezza dell’autore. Una traccia di passione mistica ed esoterica è riscontrabile, invece, nelle pagine critiche che Pascoli dedicò a Dante, Minerva oscura, dense di significati profondi ed esoterici.
E poi Corda fratres. Si tratta di una composizione Poetica, opera di Pascoli nel 1898, considerata l'inno ufficiale della Fédération internationale des étudiants (meglio nota con il nome di Corda Fratres, titolo dell'inno), associazione internazionale di fratellanza studentesca ideata dal torinese Efisio Giglio-Tos, la cui fondazione ufficiale ebbe luogo in quello stesso anno. Dell'associazione, l'inno rifletteva la visione irenica di una fratellanza universale e transnazionale, che sarebbe naufragata 15 anni dopo, travolta dai rivolgimenti della Grande Guerra e dal richiamo esercitato dai rigurgiti nazionalisti e interventisti che spinsero gli aderenti alla defezione dagli ideali e all'adesione alle Union sacrée patriottiche.
Ne esiste una versione italiana, che può considerarsi autentica in quanto frutto di una traduzione originale licenziata dallo stesso Giovanni Pascoli, ritrovata dopo la morte dell'autore
Nel testo di Corda Fratres troviamo profondi spunti massonici. L'appello alla fratellanza universale, ad esempio, l'uso della parola d'ordine, e della parola Luce
Ecco una parte del testo:
Noi che sappiamo qualcosa delle guerre che combatterono i nostri padri, gli uni agli altri diciamo «La parola d'ordine», e dall'una e dall'altra parte i cuori rispondono «Pace» e «Luce» e «Gioia con voi, o fratelli!»
Noi, gioventù divisa da terra e mare, da religione e da leggi, siamo lontani e vicini, assenti e presenti, non simili tra noi di faccia, di lingua e di schiatta, ma di cuore... fratelli
Un testo straordinario per intensità
GABRIELE D’ANNUNZIO (1863-1938)
L’adesione di D’Annunzio alla massoneria è piuttosto controversa, dato che, sebbene non manchino i riferimenti del poeta a simboli ed ideali massonici, ed inoltre siano note le sue amicizie con massoni dichiarati, manca una prova certa della sua adesione formale. Nel 1901 inaugurò l’Università Popolare di Milano con il suo fondatore Ettore Ferrari, gran maestro del GOI, e successivamente si ebbe uno scontro tra le diverse logge per accaparrarsi il poeta. La disputa sarebbe stata vinta da quella di Piazze del Gesù e D’Annunzio avrebbe successivamente percorso tutti i gradini della scala massonica fino ad arrivare al 33◦ grado; la stessa bandiera della Reggenza del Carnaro avrebbe simboli esoterici e massonici, senza dimenticare che molti aderenti all'impresa fiumana furono a loro volta massoni. Secondo un’altra teoria, D’Annunzio aderì alla corrente massonica del Martinismo, spinto dal suo amico Debussy; questa società aborriva i caratteri razionalistici tipici della libera muratoria, perseguendo un forte panismo edonista e sensista, che poggia la sua base teorica sull'idea di una divinità formata da emanazioni sensitive, che l’uomo deve recuperare attraverso un percorso mistico.
Certo non deve passare inosservata la scelta di D’Annunzio di denominare i suoi tre cicli di romanzi con simboli massonici o esoterici, quali il Giglio, la Rosa, e soprattutto il Melograno.
EDMONDO DE AMICIS (1846-1908) e CARLO COLLODI (1826-1890)
L’autore di Cuore avrebbe aderito alla massoneria in Uruguay, tuttavia non c’è unanimità di vedute tra le fonti, né sulla sua iniziazione, né su dove sarebbe avvenuta. Gli ideali socialisti, egualitari e democratici dell’autore sarebbero un indice di questa sua adesione, comunque piuttosto incerta. Recentemente è stata avanzata l’ipotesi che il libro Cuore sia un vero e proprio manifesto dei valori massonici con cui si voleva plasmare la giovane Italia, basati fondamentalmente sull'amore per la patria.
In modo molto simile sono stati considerati come “massonici” i valori trasmessi da un altro autore di libri considerati “per ragazzi” (forse in modo troppo semplicistico). Ci riferiamo a Carlo Collodi, padre del famosissimo Pinocchio. La stessa nascita del protagonista, forgiato dalla grezza materia, sarebbe da collegare con l’ideale di crescita massonico basato sulla “costruzione” della propria identità, ed inoltre gli strumenti di Geppetto sono ancora oggi noti simboli della massoneria (scalpello, maglietto); la morte di Pinocchio burattino simboleggerebbe il passaggio dalla vita ingenua a quella adulta e consapevole, senza dimenticare che l’attraversamento della morte è uno dei riti di iniziazione all'ordine altri passaggi riconducibili al rito sarebbero riscontrabili nella bevanda amara che i tre medici (come tre sono gli ufficiali del rito iniziatore) gli fanno bere; il burattino viene accolto dai suoi simili che lo chiamano “fratello”; il ventre della balena somiglierebbe alla “camera di riflessione” e così via
SALVATORE QUASIMODO (1901-1968)
Salvatore Quasimodo fu iniziato alla massoneria nel 1922 dalla loggia Arnaldo da Brescia di Licata. Successivamente ne è stata intitolata anche una in suo onore. Come il Pascoli anche Quasimodo attribuirà alla massoneria un ruolo guida nel processo di solidarietà umana, sostenuta dalla forza dell’intelligenza laica. Un maschile intriso di valore di uguaglianza e fratellanza. Le tematiche mistiche ed esoteriche segneranno in particolar modo le sue prime opere, Acque e Terre ed Oboe sommerso, ma anche Giorno dopo giorno non ne è estraneo. Straordinarie due poesie di impianto massonico, giocate sulla critica della corruzione umana, qui di seguito proposte
Alle fronde dei salici
E come potevano noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento
_____
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Il mio excursus è chiaramente approssimativo. Oltre a questi autori ce ne sono tantissimi altri accostabili all'Ordine, alcuni dei quali indubbiamente massoni: Giacomo Casanova, Antonio de Curtis (Totò), Arrigo Boito, Luigi Capuana, Luigi Settembrini, Goffedro Mameli, Trilussa.
Probabilmente lo fu anche il grande Guido Gozzano, come il critico letterario e poeta Francesco De Sanctis, il poeta neoclassico Vincenzo Monti con il suo sermone sulla mitologia in cui poneva grande interesse sulle figure di Ercole e Venere, definendole" colonne", il già citato Cesare Beccaria con la rinuncia alla violenza nei confronti dei colpevoli, con l'esercizio di una giustizia più giusta .
E' evidente che più ci sia avvicina ai giorni nostri e meno dettagliate sono le informazioni in nostro possesso. Sugli autori più recenti temo che bisognerà attendere una cinquantina d'anni almeno. A meno che qualche aderente presente su Facebook non voglia fare coming out.
Noi attendiamo fiduciosi.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
- Giulia De Logu, Di virtù lira sonante. Poesia e massoneria in Italia tra Settecento e primo Ottocento, Edoardo Varini publishing, 2013
- Aldo Alessandro Mola, Storia della Massoneria in Italia, Bompiani, 2019
- Arnaldo da Brescia, Salvatore Quasimodo: l’iniziato della loggia licatese del GOI - lo si può trovare qui
- Raffaella Canovi, L'Iniziato. D'Annunzio e la massoneria, Ianieri editore, 2022
- Aldo Alessandro Mola, Giosuè Carducci. Scrittore, politico, massone, Bompiani, 2006
- Stefano Scioli, Pascoli massone. Lo si può trovare nel sito www.bibliomanie.it - qui
- Rudyard Kipling, Poesie massoniche, Tipheret, 2014
- Giacomo Maria Prati, Pinocchio esoterico. Mitopoiesi di un poema iniziatico, Aurora boreale edizioni, 2023
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