(Redazione) - A proposito della raccolta "Il logorio della vita moderna" di Monica Messa - Estratto dalla silloge con nota di lettura di Annalisa Mercurio


A cura di Annalisa Mercurio

Il logorio della vita moderna. In copertina, carciofi. 
Titolo e copertina ci proiettano immediatamente indietro nel tempo, davanti ai televisori anni 70, al volto e alla voce di Ernesto Calindri.
Questo è già indice dell’ironia e dell’acume di cui Monica Messa è capace. Questa silloge sa muoversi con destrezza e naturalezza tra azioni quotidiane, oggetti casalinghi, e introspezioni, tra l’osservazione della vita che scorre nelle piccole cose e i temi dell’esistenza.
Monica Messa, inoltre, spiega che il filo conduttore della silloge, per quanto quasi assente nei testi, è la paura: Essa viene citata esplicitamente in una sola poesia (e in un contesto molto diverso da quello esistenziale), perché credo sia un sentimento troppo intimo e complesso per poter essere descritto in questo libretto che non è né un trattato di filosofia, né un manuale di istruzioni. È semplicemente un insieme di osservazioni personali e, credo condivisibili, sui “sintomi” della paura e sui modi, spesso grezzi e inutili, con cui quotidianamente cerchiamo di eluderla. (…)”

A mio avviso, la bellezza di questa scrittura è nella fusione dell’arte poetica con una mente matematico-scientifica: non si parla di numeri (così come, in un dipinto di Mondrian, non vengono esplicitate formule), ma semplicemente si gode di proporzioni, di un equilibrio di suoni e colori.
Come scrisse Godfrey Harold Hardy, “Le forme create dal matematico, come quelle create dal pittore o dal poeta, devono essere belle” (da Apologia di un matematico).

La poetessa non può scindere la scrittura poetica, dalla sua formazione scientifica che appare sottilmente sia nella sua capacità di comparare e creare ponti tra citazioni di poeti e non, e la sua scrittura (spaziando da Emily Dikinson, a Patrizia Cavalli, Caproni, Zanzotto, Borges, dall’autrice contemporanea Maria Grazia Calandrone, all’alpinista scomparso Omar Vecchio), sia nella conta delle parole, e nella statistica dell’uso di queste che appare come un cameo nelle ultime pagine:

(…) Ho un debole per le parole e mi piace contarle.(…) Ero curiosa di sapere quali fossero e le ho estratte con un tool automatico.”

Trovo sia una raccolta sincera, dove il femminile riesce a rendere elegante la strada, il tavolo, le briciole, i rancori. Monica Messa, in Il logorio della vita moderna, rende poesia il lato tangibile di ciò che nel quotidiano diamo per scontato, aprendo vasti orizzonti sul sentire umano.
Vi lascio ai suoi testi.

Per la redazione
de LE PAROLE DI FEDRO
Annalisa Mercurio
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ESTRATTO DALLA RACCOLTA

Quotidiano

Un tamburello,
una trottola e un pacco di biscotti.
Silenzio di neve dalla finestra.
Pensieri al litio illuminano la stanza, cripta museo, noi fantasmi anzitempo.
Corridoi lunghi e spietati
ingoiano le nostre voci,
grigio passo striscia
i battiscopa in fila indiana.
Borbottano le arterie segrete
della casa,
stride il cemento armato
delle sue ossa lunghe.
Che senso ha la quiete senza la tempesta?

Margherita

Spargi il pomodoro
sul disco della pizza
e fissi, del cordone,
la linea di confine.
Così pianifichi
la tua vita
e la sua azione,
l’argine e la gittata,
la tua soglia del dolore.
Oltre vedi per te
solo straripamenti
e distruzione.
E ripiegato, t'inghiotti.

Palline di pane
Palline di pane
sulla tovaglia della colazione
era quello di te
che lasciavi ogni mattina.
Indurivano fino a sera,
come i tuoi pensieri.

(Tradotta in lingua spagnola da 
Centro Culturale Tina Modotti - Caracas)

A consuntivo

A parziale risarcimento
dei danni arrecati e subiti,
cerco tramonto usato,
ma in buone condizioni,
di colore azzurrino
tendente al rosa
e luce di sole che smette
di incendiare le case.
Un tramonto
A parziale risarcimento
dei danni arrecati e subiti,
cerco tramonto usato,
ma in buone condizioni,
di colore azzurrino
tendente al rosa
e luce di sole che smette
di incendiare le case.
Un tramonto che sarà alba
in qualche altra parte del globo,
un enorme sorriso su altre cimase
infreddolite dalla notte.
Un tramonto che serbi in sé
un po' di sole
e che, pure senza stelle,
questa notte scalderà.


MONICA MESSA è nata a Monopoli nel 1974. Ha pubblicato “Poesiole” (2018), una raccolta di poesie su vari temi, scritte nell’arco di trent’anni, “Seppie Ripiene – Poesie per poche lire” (2018) e infine “Il Logorio della vita moderna” (2021). 
A settembre 2022 ha pubblicato una plaquet,”/imagine: l’universo è nato dall’immaginazione”, dove accanto ad alcune poesie edite propone delle immagini generate mediante l’applicazione di Intelligenza Artificiale, Midjourney.
Ha partecipato a diversi Festival. 
Alcune poesie sono state pubblicate in blog, riviste cartacee e online (tra cui “La Vallisa”, “Frequenze Poetiche”, “Il cucchiaio nell’orecchio”, “Versante Ripido”, “Minima Poesia”, “Versolibero”, “Poesia Ultracontemporanea”), nell’annuario “Kieff Book”, in antologie (“La poesia delle donne in Puglia” e “Odi Alimentari” entrambe a cura di Daniele Giancane – Edizioni Tabula Fati, “L’isola di Gary” e “L’isola di Gary – Paesaggi di guerra e di pace” entrambe a cura di Maria Pia Latorre – Opera Indomita Edizioni, “Schegge e Frammenti” – Terra d’Ulivi Edizioni, “Poetare Quaderno” e “Poetare Agenda 2022”, “Tra parole e immagini” a cura di Giorgio Moio – Edizioni Frequenze Poetiche) e su Repubblica Bari
È nella redazione della rivista di poesia “La Confraternita Letteraria”. 
Alcune poesie sono state tradotte in spagnolo dal “Centro Culturale Tina Modotti”.
Cura, inoltre, un blog e una Pagina Facebook.
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Commenti

  1. Un'altra penna meravigliosa!
    "Palline di pane" una chicca.
    Grazie di questi doni.

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    1. Si verissimo una penna meravigliosa. Grazie di cuore Gisella

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  2. Poesie che in parte conoscevo,mi sono piaciute da subito.

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