Tre inediti di Mirea Borgia
La morte raccontava il movimento
che la vita non riusciva a comprendere.
Il sole, a farci da esempio,
‒ con le mille braccia adoranti ‒
si affermava per moltiplicato orgoglio.
Era in auge l'ossessione:
quelli che ancora non erano mai-vecchi
scassavano di buio gli schermi.
Un rumore inatteso,
un sibilo di piscio a candeggiare il bianco.
Non eravamo pronti per osteggiare i nuovi dei.
Gridavamo solo allo scandalo.
che la vita non riusciva a comprendere.
Il sole, a farci da esempio,
‒ con le mille braccia adoranti ‒
si affermava per moltiplicato orgoglio.
Era in auge l'ossessione:
quelli che ancora non erano mai-vecchi
scassavano di buio gli schermi.
Un rumore inatteso,
un sibilo di piscio a candeggiare il bianco.
Non eravamo pronti per osteggiare i nuovi dei.
Gridavamo solo allo scandalo.
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L'effimero ha parlato di noi
restando chino a baciare la bocca del vate.
Ci fermiamo ad aspettare
con la noia della compromissione
‒ noi, che trasportiamo da una parte all'altra
il residuo
l'ambiguità del chiarimento che brama
quando tutto è disatteso o spaurito.
L'istante vale l'istante che incrocia l'eterno
determinato e indeterminato e viceversa.
Nessuno ha la
consapevolezza del disarmo.
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Giustizia è fatta, l'identità è stagnante.
Raggiungimi in quest’acciderbolezza.
Non sapere di sapere che è l'inganno
‒ L'affanno! L'affanno! ‒ Persiste
rara specie nostra specie vostra specie.
Usciamo dal sogno che è ordinario.
Grattiamo la luce
(non grattiamo, scortichiamo). Allerta,
c'è la soluzione in fiamme. Non la nomini.
Non lo fai perché: accadrà una cosa
molto triste, accadrà che sembra già,
sono già ‒ non sei già! Saremo chi siamo.
Accadrà che bla bla bla e resistiamo.
Luce ombra thauma tic tac. Disavanzo
e non mi fermo. Perdere, vivere o gestire.
Accadrà che anche a tutto c'è un limite.
Perdinci, perdindirindina, comunichiamo.
Perlomeno perforiamo: il presente
il passato, l'illusione. Perlustriamo il per.
Raggiungimi in quest’acciderbolezza.
Non sapere di sapere che è l'inganno
‒ L'affanno! L'affanno! ‒ Persiste
rara specie nostra specie vostra specie.
Usciamo dal sogno che è ordinario.
Grattiamo la luce
(non grattiamo, scortichiamo). Allerta,
c'è la soluzione in fiamme. Non la nomini.
Non lo fai perché: accadrà una cosa
molto triste, accadrà che sembra già,
sono già ‒ non sei già! Saremo chi siamo.
Accadrà che bla bla bla e resistiamo.
Luce ombra thauma tic tac. Disavanzo
e non mi fermo. Perdere, vivere o gestire.
Accadrà che anche a tutto c'è un limite.
Perdinci, perdindirindina, comunichiamo.
Perlomeno perforiamo: il presente
il passato, l'illusione. Perlustriamo il per.
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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE
“Borgia
mette in gioco l’istinto di sopravvivenza per combattere l’inquietudine”, così
scrive Franco Manzoni sul “Corriere della sera”, parlando della sua poesia, che
indaga, attraverso dei moti filosofici e lirici, i meandri dell’Io in continuo dialogo
con i risvolti civili. Nel 2019 è stata finalista al Premio Letterario
Internazionale Città Di Como. Nel 2020 ha pubblicato con Il Convivio Editore la
raccolta di poesie “L’innocenza dell’ombra”, opera selezionata al Camaiore e
finalista al Premio Prestigiacomo. Suoi testi sono stati pubblicati in alcuni
blog e riviste letterarie. Nel 2022 ha pubblicato “Cronaca dell’abbandono”, con
il quale è arrivata fra i primi cinque finalisti al Premio Letterario Forum
Traiani, sezione poesia edita. Sue poesie sono state pubblicate nell’antologia
“Pasti caldi giù all’ospizio ‒
Antologia degli opposti” per Transeuropa Edizioni.
Collabora con le pagine
culturali del quotidiano “Conquiste del lavoro” e co-dirige la collana
“Ormeggi” de
AlIl Convivio Editore.
Vive in provincia di Roma.
Vive in provincia di Roma.
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