Due poeti allo specchio (Ugo Mauthe e Sergio Daniele Donati)
voglia di
aver voglia di ballare una notte intera
o addentare a mani nude uno stinco
non di santo ma di unto sacrosanto
o se astemio non fossi bere alcolici
di quelli che scuotono le ossa
come giochi di vento nella bufera
ho voglia di scrivere come se
non ci fosse un domani ora
che un domani forse ancora c'è per un'ora
o settimana o le dita di più mani
ho voglia di scrivere e solo riesco
a leggere e quando leggo ho voglia
di scrivere e scrivo che ho voglia
di scrivere
qualcuno qualcosa
a chi appartiene la voce
che chiama l’anima
e la scena che appare
reale subito non reale
assomiglia a un ricordo
ma non c’è un passato
che l’abbia incontrata
gli occhi pesano nel viso
come stivali nella neve
poltiglia sotto pressione
sgocciolio che non disseta
la voce non sa tacere
contrabbanda un sogno
per farne una visione
risvegliarsi non cancella
il ricordo che non hai
vissuto eppure possiedi
Testi inediti (2023) di Ugo Mauthe
Ho voglia di
Ho voglia di non aver più
voglie e di specchiarmi
- svogliato - in una pozza d'acqua,
trovarmi brutto e salvarmi
- così, per anti-estetica -
dalla sorte di Narciso.
E ho voglia di trascrivere
i canti che altri intonano
e guardare nel fondo
del pozzo della Moabita
e caderci dentro; capire
che non è poi così male
saper affogare ogni tanto
il proprio nome in acque scure.
Ho voglia, sì proprio voglia,
d'esser scritto dall'altrui penna,
mentre dormo;
in assenza di voglie.
Qualcuno mi diceva
Qualcuno mi diceva
"non ti accontentare;
guarda meglio".
Una voce estranea,
che odorava di boschi,
forse un po' ironica.
Ma io ero distratto,
come ancora sono,
così guardai il miglio
- che serio cipiglio -
e se oggi qualcosa
so scrivere è solo
perché riconosco
nella potenza del seme
il valore supremo
della distrazione.
Testi inediti (2023) di Sergio Daniele Donati
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