Passato
Ora non ditemi
che ignoro il progetto
se il mio dire
pesca sempre nel lago
- a volte torbido,
altre cristallino -
d'un passato elaborato
con fatica leggera.
Il futuro è rivolo sotterraneo,
un mugugno antico
in lingua poco umana
e incomprensibile per i lobi
anche del profeta.
E io non sono profeta
- se la voce mi parla
è solo perché io trasmetta
il suo messaggio ai popoli
che abitano le mie viscere,
non alle genti che dimorano
oltre il fiume Giordano.
Sono il bruco sulla foglia
in attesa del dono delle ali
e, se ho un corpo verde,
è per parlare
al mondo di speranze
- a volte vive,
più volte perse
dietro le finzioni
d'un sorriso di donna.
Mi chiama la goccia
di miele di castagno,
la bicicletta legata al palo
- una stasi che tutto dice
delle peripezie del mondo.
Perché io fui assente
a me stesso negli anni
della formazione, fui acqua
e poi cielo; mai terra.
E non ho memoria;
un sassolino, forse,
in una tasca bucata
che perde ricordi
per lasciar spazio
al richiamo del vuoto.
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Foto e testo - inedito 2023 - di
Sergio Daniele Donati
Questi versi sono presenza cristallina, il nudo ascolto che canta ricordi, il passato ed il vuoto indigeni di una tasca bucata, il tutto con amorevole consapevolezza.
RispondiEliminaGrazie davvero di cuore per questo meraviglioso commento
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