Spleen
In foto il grande pianista Glenn Gould |
Quando la crepa si dilata e lo sterno
mostra mobili tensioni verso l'alto
io so che è giunta l'ora di un richiamo
crepuscolare e sento la civetta lanciare
moniti di risveglio. Mi culla allora
un pianto senza tempo, e sollevo lo sguardo
ad un cielo incrostato di stelle.
E non c'è risposta per chi non pone domande;
solo un singulto,
un desiderio denso di sparizione.
Sono tracce mielose e intense di un'infanzia
mai vissuta. L'altro Sergio che creai allora
per sopravvivere a cure parentali inadatte
è in quest'ora stanco e si dondola
nell'angolo buio di una stanza
troppo piena di giochi
per riuscire a nascondere la polvere
di un'assenza eternamente sbattuta in faccia
come vento freddo d'inverno.
Che vuoi che sia questa tua ansia - dicevano -
per noi che alla tua età abbiamo conosciuto
la fuga e lo strazio?
Sono i mostri sotto al letto di vostro figlio
- avrei voluto rispondere -
di vostro figlio, che li tiene lì sotto
perché non entrino nella vostra stanza
e risveglino i vostri.
Ma di questo mio coraggio bambino tacevo
e taccio ancora dell'urlo di una generazione
devastata dall'immensità
di un abisso con sei milioni di nomi.
che dimora nei miei ventricoli infiammati.
È l'ora questa in cui scrivo e danzo
con fantasmi dai forti odori di paura
e mi travesto della maschera
del poeta per non vedere,
sì!, per non vedere ciò che mai fui.
La mummia nel sarcofago dei miei sogni di allora,
perde pezzi di stoffa e piccoli insetti,
privi della sacralità dello scarabeo del Nilo,
mi ricordano che, no!, io vengo da un'altra stirpe
dal cui cuore é estirpata la possibilità dell'oblio.
Limpida bellezza nelle viscere di una parola che annoda tensione di passato a grumi di presente, una parola che addenta il proprio doppio lasciandolo libero di essere sospeso nell'attimo, quello effimero, che giace muto al di fuori di ogni colpa. Anna Rita Merico
RispondiEliminaGrazie davvero Anna Rita
EliminaSe esiste un limite al sentire, l'autore lo supera abbondantemente. Versi tridimensionali sospesi tra un'infanzia ferita e un presente che con quella ferita continua a fare i conti. La straordinaria bellezza di questo testo cura, almeno in parte, la ferita. Fermo restando che questa è tutto tranne che poesia consolatoria. Marco Brogi
RispondiEliminaGrazie davvero dal profondo, Marco
EliminaIo in religioso silenzio…
RispondiEliminaAnnamaria
Grazie di cuore
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