Due poeti allo specchio (Maura Baldini e Sergio Daniele Donati)
Dall’amplesso oscuro dei nostri nodi
non nascerà mai la pace dei cuori
ma il mostruoso giorno della luce,
in cui ogni nostra strada brillerà
del sangue che abbiamo versato.
Ci divide un cargo di bugie –
il vento straccia le vesti di dosso
e tremiamo come bestie trafitte
dai fari poco prima dell’impatto.
Sopra, il cielo è un ossario di soli
e ognuno compita la preghiera
del tempo. Briciole cadono intanto:
attendiamo d’imbottirci la gola.
Ma il lusso di questa opulenza non
annienta l’opificio degli orrori,
gli oltraggi delle lingue sfrenate,
il delirio di risibili assiomi,
coltelli esibiti con parsimonia.
Da fuori s’arguisce la cerimonia:
è un montaggio di scene posticce.
In piazza si sporge il solito mostro
che non è mai chi si dice che sia, ma
un proscenio di svenevoli vanità.
Poi, al calare dei soli, il lavacro
delle coscienze sana ogni viltà.
Eppure il demone vero esiste:
negli interstizi e fra la polvere,
nelle narici e sotto le unghie.
E noi, idoli della comodità,
apostoli storditi dalla luce,
con l'altro rivolto a un passato
immaginario, rivelato da cataratte
non nascerà mai la pace dei cuori
ma il mostruoso giorno della luce,
in cui ogni nostra strada brillerà
del sangue che abbiamo versato.
Ci divide un cargo di bugie –
il vento straccia le vesti di dosso
e tremiamo come bestie trafitte
dai fari poco prima dell’impatto.
Sopra, il cielo è un ossario di soli
e ognuno compita la preghiera
del tempo. Briciole cadono intanto:
attendiamo d’imbottirci la gola.
Ma il lusso di questa opulenza non
annienta l’opificio degli orrori,
gli oltraggi delle lingue sfrenate,
il delirio di risibili assiomi,
coltelli esibiti con parsimonia.
Da fuori s’arguisce la cerimonia:
è un montaggio di scene posticce.
In piazza si sporge il solito mostro
che non è mai chi si dice che sia, ma
un proscenio di svenevoli vanità.
Poi, al calare dei soli, il lavacro
delle coscienze sana ogni viltà.
Eppure il demone vero esiste:
negli interstizi e fra la polvere,
nelle narici e sotto le unghie.
E noi, idoli della comodità,
apostoli storditi dalla luce,
noi non lo scorgiamo nemmeno quando
ci passa accanto, la notte, la bocca
umida di sangue, e prende forma
la cronaca dei martiri; la firma
su quelle prede spolpate siamo noi.
E mentre il buio cala impassibile
sul greto secco della gratitudine,
fra cataste di morti abbelliti,
qualcuno bonfonchia d’amore, come
se l’amore avesse orli da rifinire.
La verità s’è cavata gli occhi,
facendone coriandoli incolori.
ci passa accanto, la notte, la bocca
umida di sangue, e prende forma
la cronaca dei martiri; la firma
su quelle prede spolpate siamo noi.
E mentre il buio cala impassibile
sul greto secco della gratitudine,
fra cataste di morti abbelliti,
qualcuno bonfonchia d’amore, come
se l’amore avesse orli da rifinire.
La verità s’è cavata gli occhi,
facendone coriandoli incolori.
Chi sopravvive appende la luce –
dietro le palpebre –
dove le ombre sembrano più buone.
dietro le palpebre –
dove le ombre sembrano più buone.
Maura Baldini
Inedito 2023
immaginario, rivelato da cataratte
di nebbia blu e sale marino.
La memoria è un tetro teatro,
la luce abbaglia, la tenebra spaura
e non resta che la speranza
di una intuizione di penombra
che accordi i lamenti grigi
delle anime dei morti
La memoria è un tetro teatro,
la luce abbaglia, la tenebra spaura
e non resta che la speranza
di una intuizione di penombra
che accordi i lamenti grigi
delle anime dei morti
alle voci che ci abitano
- non è il ritorno alla vita
che bramiamo, ma il sogno
eterno e inascoltato d'oblio.
Ma accordare è verbo-tranello
ché viviamo nella dimenticanza,
Ma accordare è verbo-tranello
ché viviamo nella dimenticanza,
nell'assimilazione del grido sacro
dell'altrove ai nostri capricci bambini
ed è costante e impietoso il naufragio
dei nostri desideri su spiagge inospitali.
dei nostri desideri su spiagge inospitali.
E, se esiste un demone, è certo quello
che dà nome a energie burlone
- scatenano illusioni di bellezza
in un firmamento di stelle morte.
La luce abbaglia, la tenebra spaura:
dimmi tu di chi è la voce che sento
vibrare tra i fumi del sogno malcelato
di un definitivo nascondimento.
di un definitivo nascondimento.
Sergio Daniele Donati
Inedito 2023
Che bei testi! Potenti tutti e due 😍
RispondiEliminaGrazie di cuore
EliminaGrazie di cuore anche da parte mia, per il tempo, e l’apertura - non scontata - alla potenza. (Maura Baldini)
EliminaNon c'è che dire. Questi due ragazzi promettono bene 🥰
RispondiEliminaGrazie davvero per l'apprezzamento...e anche per avermi detto "ragazzo". Fa sempre piacere :)
EliminaNon so se promettiamo bene Sergio e io, ma è certo che la poesia è una promessa nell’oscurità. Grazie infinite del tempo dedicato alla lettura e del generoso apprezzamento! (Maura Baldini)
EliminaChe dire? Mi sembra di essere stata tra quelle parole di viverne ancora le immagini…
RispondiEliminaDavvero grazie di cuore per questo stupendo commento
EliminaNon c’è testimonianza più bella, per un poeta, di quella di chi ha vissuto nelle sue parole. Un grazie e un abbraccio commossi. (Maura Baldini)
EliminaMeravigliosi! La carne trema e si apre allo spirito…grazie! 🙏🏻
RispondiEliminaGrazie davvero dal profondo (Sergio Daniele Donati)
EliminaOgni verbo è un tremito, respira, sotto forma di spirito. Grazie di cuore (Maura Baldini)
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