Due poeti allo specchio (Raffaella Rossi e Sergio Daniele Donati)
non è come ristorarsi con l’acqua
si beve dal calice amaro
come nel Getsemani
(lo allontani il Padre se vuole)
ma è viscerale per me essere umana,
è l’accordo segreto tra me e il cielo
è la truffa che mi ha indebitata
devo pagare la solitudine che mi hai lasciato.
Così oggi mi mortifica anche la cipolla in cucina
chiede perdono per provocarmi il pianto,
sono io a chiederle perdono se dovrò dividerla
e mi perdonino tutti se a volte
non sono stata sufficientemente garbata
se mi ferisce l’occhio addormentato degli altri.
Il calice è pure il mio
ma dall’orlo già sporco
beve solo chi non ha paura.
Raffaella Rossi - inedito 2023
Da quali deserti
giunga quel dolore
che spezza lo sterno
nelle mie notti insonni
io non saprei dire.
Ne conosco però
il movimento e so
che è spirale,
mulinello, gorgo;
o, a volte, buco nero
che assorbe i miei fiati,
per espellerli nei silenzi
di galassie immobili,
di camposanti di stelle morte.
Conosco tutto
di quel dolore
salvo la sorgente
e, per questo,
sorrido un poco
all'idea di ricevere
perdono. Mi basterebbe
il sacro dono
dell'oblio e la revoca
della mia condanna
a un'eterna memoria.
Sergio Daniele Donati - inedito 2023
Grandi versi, grandi contributi da entrambi. Grazie
RispondiEliminaGrazie.
EliminaGrazie davvero di cuore
EliminaVette di dolore e di bellezza. Grazie Raffaella e grazie Sergio per averci fatto entrare in zone così intime. Nominare il dolore, chiamarlo in causa: il mostro si combatte anche così.
RispondiEliminaGrazie dal profondo del cuore
EliminaGrazie. Raffaella
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