Poesie di Monica Messa tratte dalla sua prossima raccolta ancora inedita

 
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TRATTA DALLA SEZIONE 
"SAMIR"
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Ai bordi della città diorama,
Samir beve vino
e ingoia bignè.
Sulla barba ha dodici stelle
di miglio perlato.

Il fumido chiasso della stazione
ti chiama.
Il cieco canta.
Le mosche banchettano
su ciarpame e mani.

Un pugno diretto
un coltello mancino,
cade la sigaretta.
Samir sorride, non capisce,
ha sangue fra le dita.

Solo ricordi
come fiorisce in fretta
una ferita.
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TRATTE DALLA SEZIONE
"LA BAMBINA DI RAME E DI MIELE"
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La bambina di rame e di miele
appende foglie alle orecchie
e si sente una regina.

Ancora non sa che le vespe
ricompensano i fichi con la vita.
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"Pensa alle cose belle"
Un bacio sulla fronte
e la pioggia sulla grondaia.
Piccola carpa koi,
drago bianco volante.
"Sono tutte belle le creature che dormono".
Il caprifico spuntava
dal muretto a secco.

Cremore di tartaro e cocaina
nella credenza in cucina.
“Papà ti vuole bene”
Lei è riso, granaio, mandorla.
Lui balena ferita.
Nel castello di cenere.
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(Domenica mattina)
Dolceforno (caldo).
La nonna e il cruciverba.
Cielo piombato all’orizzonte.
Canditi agrumi e cedro.
Zucchero a velo,
impalpabile.

Giuda intinge la mano e poi muore.
Ha un albero. E un campo di sangue.

Tuo padre aveva un bacio per ogni stagione.
Sulla fronte per dormire,
sulle gote arrossate al lido "Le lucciole".
Sale della terra e fra i codini.
Un triciclo arancione.
E uva fragola bianca precoce.
"L'hai mai assaggiata?"
"Non ti arrendere con me".

Ora è tutto tegole e tempeste,
gomitoli di lana colorata e mele cotte.
Un viale aperto in fiduciosa attesa.
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Ha perso l'anima
questa mattina.
Stava in una buca
poco profonda.
Non si è mossa.
Tagliente
lo sguardo e la spada.
L'ha lasciata lì
senza radici.

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Ogni tabellina ha un suo colore,
come la mattina dalla finestra
che va dal blu all'arancione.

Quella del tre sembra un fiore che muore
(modi d’amare che restano)
quella del due decisamente marrone
(occhi che sorridono per l'ultima volta)
quella del cinque color cane triste
(non picchiarlo, non picchiarlo più)
quella del sei pallida lama
(il papà ti ama)
quella del quattro biondo grano
(correre, correre al sole).
A quella del sette non ci è ancora arrivata
(non ci voglio andare, lasciami stare).

Ha le scarpe al contrario
ma non le importa.
Per seguire le formiche non serve equilibrio.
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(Mia madre dorme.
Anche quando ero bambina dormiva.
Dormivamo insieme
e facevamo sogni uguali,
una mamma e una figlia fatte d’oro,
con la corona in odegitrio abbraccio.

Mia madre dorme.
Guardavamo i Film della Fiera
in flanella e bigodini,
c’era Amedeo Nazzari
e un bambino che moriva.
           - Mamma, non voglio guardarli più -

Mia madre dorme.
Ripetevo le tabelline ogni pomeriggio,
le sue mani insaponate,
voli di bucato dalla finestra,
la calligrafia degli uccelli ricamava le parole.

Mia madre dorme.
In estate non riuscivo a prendere sonno.
Odore di smog e Adriatico nella stanza.
Leggevamo di nascosto
fino all’ultimo aereo postale.

Mia madre dorme.
La notte ora cresce concava
sulle sue ginocchia girasoli.)

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TRATTA DALLA SEZIONE
"ANNA"
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Troppo grande questo mondo
per le tue mani, bambina,
bastano appena appena per spingere
barchette di giornale.

Un passo, dall'asfalto alla sabbia.
Sorridi in debito di luce,
capelli nuovi di chemio
e il libero arbitrio in una falange.
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TRATTA DALLA SEZIONE
"BICE"
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Bice ha gli occhi grigi.
E' minuta e le piace cantare.
Fiorin fiorello
l'amore è bello vicino a te.

Bice e Anita strusciano in piazza, ogni tanto.
Bice indossa camice con volant.
I soldati le guardano,
ma Anita è Anita.
Anita ha il fuoco dentro agli occhi.
Bice ha capelli nuovi
castani, lucentissimi.

Bice legge
legge di nascosto.
Porta gattini a casa,
frigge le alici,
arrotola trippa e serve vino.

Bice ha 20 anni e nessun fidanzato.
E' bella Bice,
ma c'ha la risacca dentro
e la risacca abbaglia
chi non la sa guardare.

Bice scrive
e quando scrive è come un ricamo
fitto fitto di parole
scrive diari, poesie, preghiere,
piange per un pino abbattuto.

A fine agosto, Monopoli è una brace.
L'afa si addensa
filtra dai muri nei palazzi.
La sera, ghiaccio e anguria nelle ceste,
si va al mare. Ma Bice è a casa.
Chissà a cosa pensa,
se si massaggia le caviglie bianche
se gratta la nuca di Nerone
se legge a bassa voce oppure prega.
Un colpo al portone, secco, uno solo.
Un cacioricotta galeotto
e un breve messaggio.
Bice non lo dice,
ma la sua risacca si fa mare. 
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TRATTA DALLA SEZIONE
"UN PICCOLO  AMORE"
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Una lapide stretta
sul ciglio della strada,
la foto di un ragazzo pelle e ossa,
papaveri di seta blu.

Dicono che
nei primi trenta secondi
dopo la morte
il cervello sogni.

Margherite e urina l'ultimo odore
e nel sogno il ricordo
di un piccolo amore.
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EPILOGO
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Rimane
il mantello da fata del suo ultimo Carnevale
appeso davanti alla porta
come santi senza calendario.

Saltano
le carpe la cascata di Ryumon
a pagina settantacinque
del vecchio libro illustrato.

Muore
il binario, un neonato piange
nella roulotte russa.
La vipera fra le margherite cuoce le sue ferite.

Promettono
baldoria le sedie di plastica impilate
alla fine della festa.
Si incontrano le mani e tornano al via.

Morde
un dito al lato della bocca.
Bianco il cielo, quasi candido,
lana, latte, monastero.

Le auto beccheggiano nel parcheggio nero,
fra fustini vuoti e scatole di rigatoni.
Fra ciò che resta dentro e ciò che porta fuori.

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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE

Ha esordito nel 2018 con “Poesiole”, una raccolta di poesie su vari temi, scritte nell’arco di trent’anni. Ha poi pubblicato “Seppie Ripiene – Poesie per poche lire” (2018) e “Il Logorio della vita moderna” (2021). A settembre 2022 ha pubblicato una plaquet,”imagine: l’universo è nato dall’immaginazione”, dove accanto ad alcune poesie edite propone delle immagini generate mediante l’applicazione di Intelligenza Artificiale, Midjourney.
Ha partecipato a diversi Festival. Alcune poesie sono state pubblicate in blog, riviste cartacee e online (tra cui “La Vallisa”, “Frequenze Poetiche”, “Il cucchiaio nell’orecchio”, “Versante Ripido”, “Minima Poesia”, “Versolibero”, “Poesia Ultracontemporanea”), nell’annuario “Kieff Book”, in antologie (“La poesia delle donne in Puglia” e “Odi Alimentari” entrambe a cura di Daniele Giancane – Edizioni Tabula Fati, “L’isola di Gary” e “L’isola di Gary – Paesaggi di guerra e di pace” entrambe a cura di Maria Pia Latorre – Opera Indomita Edizioni, “Schegge e Frammenti” – Terra d’Ulivi Edizioni, “Poetare Quaderno” e “Poetare Agenda 2022”, “Tra parole e immagini” a cura di Giorgio Moio – Edizioni Frequenze Poetiche) e nella rubrica “La Bottega della Poesia” di Repubblica - Bari, a cura di Vittorino Curci, in particolare per la stessa rubrica è stata ospite, al Festival “La luna e i calanchi”. 
È nella redazione della rivista di poesia “La Confraternita Letteraria”. 
Alcune poesie sono state tradotte in spagnolo dal “Centro Culturale Tina Modotti”. Cura, inoltre, un blog e una Pagina Facebook.
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