Cinque poesie inedite di Gabriella Cinti
IL TUO PRIMO GIORNO
Da questa freschezza, mattinale
candore di vento, nutrita
d’azzurro, muove il tuo
viaggio verso i miei confini.
Filando un istante di rugiada
il chiarore si insedia
nel sonno delle cose.
Ferma nell’aria, sirena pensosa,
rinuncio alla danza dei richiami.
Non basta per l’oltre.
Forzare ancora l’apparenza,
irriducibile moto,
conciliarsi con il nulla
per bordi di sottrazione.
Intanto l’incontro dell’oro nel verde
racconta l’alba del mondo
tra anelli aperti di tempo.
Di bacche, di foglie, del puro vivere
sia infiorato il tuo nido di luce
per planare nel fondo del sogno
portando tra le ali la Risposta suprema.
Sia oggi il tuo Primo giorno.
sia infiorato il tuo nido di luce
per planare nel fondo del sogno
portando tra le ali la Risposta suprema.
Sia oggi il tuo Primo giorno.
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IL NULLA È CERTO
Seduta al centro
tra la domanda e la non risposta
accampata tra le curve grigie,
i bivi del sé, del noi,
tra le Norne, a vigilare il destino.
Erranza di ore dilavate
senza provvida bonifica:
la talpa acquattata dentro il tempo
tra tane di parole
e interminabili semafori di silenzio,
scava da sempre, come me.
Fusa di frasi nell’inverno lungo
dell'inimmaginabile,
le fusaiole protodanubiane,
prime a tessere l'anima,
le lacrime nutrienti delle dee di Moravia,
da ventiseimila anni
a dispensare vita e consolazione.
Se mi doni un sorriso pineale,
porterò il tuo nome senza nome
tra le pieghe del respiro
nelle anse dei fianchi
dove il tempo si appoggia
confidente.
Appaiono tra i Magi
pulviscoli di vaironi,
commossa ammiro la smisurata
volontà di volo,
per le ali microscopiche in dotazione,
a me protopiume nascoste tra le dita,
ogni mattina dolenti di inerzia.
Non ho il radar delle gru di Creta,
lisci i minuti:
la promessa è questa staffetta
del divenire transfuga a rimbalzo
sull’orlo fonico dove si incenera
l’estate combusta delle parole,
stelle nere nel ghiaccio di ora.
Dissigillati i quaderni di pioggia
sgrondano scuri senza l’oro pensato,
l’asfalto è avaro di prodigi.
Il nulla è certo.
TROFEO DI SIGNIFICATO
La quarta parete delle parole,
muschio di serra astrale,
da lì ti parlo,
in mano la matassa a spine
delle occasioni mancate:
ho negoziato il respiro simbiotico
ma sono fiati fragili di giunco,
mi approdano nella bonaccia straniata,
le ore calcinate, l’aria di gesso
dove sfoca l’obliquo del tuo sguardo
assediato dal silenzio.
Navigo sola nel territorio della luce,
a sera ringrazio le pèsche
rosse del sole sulle guance,
altra danza di mani per tenere viva
l’estate del respiro,
i gesti profumati nell’impronta
del qui-ora.
Non si vince nella gara
solitaria dei ricordi,
unico trofeo è vedere il significato
sgusciare dagli eventi,
nudo e squillante,
vero di luce.
Ma non mi appaga.
Alle dieci di mattina
è sempre bassa marea
nelle acque chiuse
del non vissuto.
Crolla la fortezza di carta
di una domenica di settembre
se l’ariete di una sola parola
bussa lieve ai miei minuti.
Mi innamoro dell’impronunciabile.
_____
MURENA D'AMORE
Le parole arate nella placenta
morbida di un pomeriggio d'inverno,
uova deposte nelle mani
dalle Muse delle acque profonde,
Murena d'amore
nuda e dipinta
affamata di respiro,
ritrovo gli stessi umidi primordi
nella vita nuova dei germogli
affiorati in nuoto con me
Avatar rovesciata
le pinne in risalita
attraverso caverne chiare:
la bocca del tempo,
-mai più fauci-.
E nasco, nasco
vengo a una luce
che abbraccia la tua luce,
il patto con il buio
si celebra in clemenza
di sorrisi,
la morbidezza del chiaroscuro
tra radure di pace.
Mi parlavi dei fari
e dei mari attraversati
visti nei tuoi occhi
e ora catturati nell'istante.
Un unico tuffo
sia il nostro volo.
____
COLLEZIONISTA DI SEGNI
I graffiti primordiali tessono la storia dei sogni
il cammino verso l'altra parte della roccia,
inseguire l’oltre anche oggi,
come un sapore,
con la sensibilità gustativa degli eucarioti,
collezionista di segni,
mai sazia di simboli.
Cerco in ogni voce nascosta dell'Inizio,
l’odore delle parole sulle pietre
intrise di antichi suoni,
sparsi come la frantumata vita d’origine.
Sentirsi neanderthalensi
e offrire pagine raccolte
in mazzi, come allora
trofei di stambecchi
per gli estremi assenti
ma vivi in noi.
Penso anche agli occhi di mare
dei morti dal Paleolitico,
conchiglie sostitutive di pupille
per guardare l'oltre con bellezza minerale:
Cercavamo da sempre una vista segreta
perché la luce più bella
È SEMPRE quella invocata.
Ora tra le inquietudini ammassate
dell’Antropocene,
prestami un desiderio
nella notte delle stelle pensate
fiorite nelle galassie
silenziose dell’altrove.
Regalami un Segno
come gardenia da appuntare
nell’occhiello del cuore.
Dispensami sperperi di sorrisi
e battiti tra tuffi di sussulti
per sciogliere agile le corde strette di oggi
con il Miele del più sacro Auspicio
Penso anche agli occhi di mare
dei morti dal Paleolitico,
conchiglie sostitutive di pupille
per guardare l'oltre con bellezza minerale:
Cercavamo da sempre una vista segreta
perché la luce più bella
È SEMPRE quella invocata.
Ora tra le inquietudini ammassate
dell’Antropocene,
prestami un desiderio
nella notte delle stelle pensate
fiorite nelle galassie
silenziose dell’altrove.
Regalami un Segno
come gardenia da appuntare
nell’occhiello del cuore.
Dispensami sperperi di sorrisi
e battiti tra tuffi di sussulti
per sciogliere agile le corde strette di oggi
con il Miele del più sacro Auspicio
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NOTA BIOBIBLIOGRAFICA
Gabriella
Cinti, in arte Mystis,
nata a Jesi (An), italianista, grecista, poeta e saggista,
antropologa del mondo antico studiosa del greco antico, in cui è
anche performer in vari Festival e manifestazioni artistiche o
teatrali. Recensita
in vari quotidiani e riviste letterarie e blog culturali. Ospite
di vari Festival internazionali di Poesia e Letteratura e di
trasmissioni e interviste radio-televisive.
Opere
di poesia pubblicate:
Suite
per la parola
(Péquod, Ancona, 2008),Euridice è Orfeo, Achille e la Tartaruga, Torino, 2016,. Primo premio assoluto al Concorso Letterario Albero Andronico 2017, con premiazione in Campidoglio.
Madre del respiro, Moretti e Vitali 2017
La lingua del sorriso: poema da viaggio, Prometheus editrice, Milano, 2020), recensita da Franco Manzoni con un Elzeviro in Terza Pagina del Corriere della Sera il 29 aprile 2020.
Prima (con nota di Post-fazione di Mauro Ferrari), Puntoacapo, Pasturana, 2022.
Sulla
sua poesia il saggio
di Franco Manzoni, Femminea
estasi. Sulla
poetica di Gabriella Cinti,
Algra editore, Catania, 2018.
Saggi:
Il canto di
Saffo-Musicalità e pensiero mitico nei lirici greci,
Moretti e Vitali, Bergamo 2010 .
Il saggio-ebook, Emilio Villa e l’arte dell’uomo primordiale: estetica dell’origine, I Quaderni del Bardo, Lecce, 2019.
All’origine del divenire. Il labirinto dei Labirinti di Emilio, Mimesis, Milano, 2020, recensito sul sito ufficiale di TRECCANI.IT
Suoi testi sono presenti in diverse importanti Antologie di poesia e letterarie.
Autrice di numerosi saggi per riviste specializzate.
Tradotta in inglese, rumeno, polacco, serbo e greco moderno, è vincitrice di prestigiosi premi di poesia e saggistica.
Il saggio-ebook, Emilio Villa e l’arte dell’uomo primordiale: estetica dell’origine, I Quaderni del Bardo, Lecce, 2019.
All’origine del divenire. Il labirinto dei Labirinti di Emilio, Mimesis, Milano, 2020, recensito sul sito ufficiale di TRECCANI.IT
Suoi testi sono presenti in diverse importanti Antologie di poesia e letterarie.
Autrice di numerosi saggi per riviste specializzate.
Tradotta in inglese, rumeno, polacco, serbo e greco moderno, è vincitrice di prestigiosi premi di poesia e saggistica.
Che brava!
RispondiEliminaSì, lo è davvero. Grazie.
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