Due poesie inedite di Silvana Pasanisi
Queste tue
sono lenzuola ottuagenarie
che usa la gente di ricamo
dal poco orlo
e dallo sfiancamento del tessuto
Le ho stese all’aria
come un dipinto aperto
c’erano i vapori del sonno
il clima alto del risveglio
Che impegno
ogni volta
trovare la piega
serratura per il buon tempo
Stamattina
ho ricavato la cenere
e spostato il fiume
ho visto il bianco
mentre le aprivo al sole
d’istinto
ho attraversato le mura
e ho riconosciuto i nomi delle piante
senza saperlo prima
la direzione dei venti
dov’è il maestrale
quante cose porta il libeccio
come sopravvivi col vento di scirocco
imbastito a mano lenta e calda
tenuto insieme da un quadrato di sventure
Per un attimo
all’ora del ritiro
le perdo quelle rughe bianche
trovo l’alloro nel tè
la forma del pane
e di tutto mi prendo la mia parte
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IL FERRO DI PORCO
Non chiamatele donne
con quella presunzione antica
aggiustata solo da un quarto di smorfia
precisamente sulla parte sinistra del labbro
Distinguete
usate il ferro di porco
A vostra discolpa dirò che è davvero materia complessa
per operatori poco inclini alla facilità
Sono stagioni
molto implicate col vento
col destino
e sono mille e più
come gli scambi dei binari
hanno complicità con molte azioni
con la rotazione dei pianeti
Particelle che s’innalzano con le maree
sono robivecchi pronti all’uso
permeabili
ti restano in gola
se parli con loro
immutabili e mutevoli
esseri umani pronti al capovolgimento
da fermo
da fermo e senza ragione
microscopiche particelle atipiche
esseri soli destinati al bombardamento e all’espansione
esempi sempre unici di qualunque mutazione
Permetti una parola
la tua semplificazione è ingiustificata
non mettere a somma quello che non ha un sistema di misura
donne
onde orizzonti pieghe della mano fili sottili che legano sempre
movimenti settembrini verso il futuro
acrobate di carne
in gola ti restano
se parli con loro
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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE
Silvana Pasanisi nasce a Taranto dove vive.
Lettrice appassionata, negli anni universitari si dedica al teatro per ragazzi in qualità di attrice nella Compagnia del Mago Distratto, solida realtà teatrale del territorio ionico. Nel 2020 torna nella sua Compagnia teatrale per nuovi progetti.
Pubblica varie sillogi poetiche, partecipa a prestigiose antologie, collabora con la Casa Editrice “Il Papavero” di Avellino in qualità di responsabile di collana.
Animatrice culturale, protagonista di iniziative e performances legate alla poesia e alla narrativa in tutto il territorio nazionale, interlocutrice di associazioni culturali e case editrici, scrive per il blog “Versipelle” format per la diffusione e valorizzazione del linguaggio poetico.
bellissima la prima.. sa di profumo di bucato, di sole e vento, di sapone di marsiglia e di giochi d'ombre tra i panni stesi nell'aia.. sa d'infanzia. La seconda aggroviglia ancor di più di quanto già non lo sia l'enigma (per noi uomini basici) che è la donna...un memento a non scassinare e forzare per capire, a non usare leve e forza che in questo caso non funzionano a sollevare mondi (con buona pace di Paddo d'Alessandria e d'Archimede) ancge perchè la donna più che un mondo è un intero universo.
RispondiEliminaGrazie davvero di cuore, Giuseppe, per questo stupendo commento.
EliminaGrazie per questo commento così intenso e attento .
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