Il quinto Alef-Bet (binomi) - 01 - Alef e Bet
là sul crinale sottile della coscienza,
e la risata sorda d'un abisso beffardo.
Quasi tutto allora era tenebra e confusione
e assenza di nome, per me,
non ancora nato alle piogge dell'interpretazione.
Sentivo a volte un borbottio lontano,
uno strascicare di piedi anziani
su sabbie roventi, e un crepitare di fuoco
e odori di spezie e fumi di the e sudori
di pelli rugose, cotte da un sole solitario.
Allora fui detto, aprii gli occhi,
un senza-nome appena nato e accolto
nella casa della trasmissione.
Ora giungo le mani
- un gesto antico -
e mi copro il volto stanco.
Una vita a onorare la Parola
di nuovo coperta da venti guerra
e chiamo con l'ultima mia voce
il ricordo del primo passo
che mi fece uscire dal rifugio allora
a camminare tra le genziane dei lemmi
che un paziente maestro mi mostrava.
E dammi, Maestro, ancora una volta
la facoltà di percorrere quel tragitto
a spirale nei costrutti e nelle lettere
e di credere ancora nell'uomo.
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Testo - 14.10.2023 - di
Sergio Daniele Donati
Ogni tua parola mi fa venire i brividi, come tutti i tuoi testi ❤
RispondiEliminaOh grazie davvero, Cinzia
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