(Redazione) - Muto canto - 05 - Mi ami? Vicissitudini d'amore oggi
di Anna Rita Merico
Lì dove l’imprecisione di luogo e tempo lascia traccia e segno d’anima e, qualcuno, prende a dire il rocambolo d’ogni possibile narrazione.
Sarebbe importante lasciar parlare i frammenti, quelli che vanno a sedersi nei confini liminari. Sono confini in cui le schegge visionarie si incistano tra cupezze e sogno, dando sostanza magica a desideri e paure. Emergono lì a baciare le soglie ove si liquefa ogni possibile cronologia. Sono le soglie in cui si svela la violenza dell’impossibile contenimento di ciò che ci tiene al mondo. Sono mefitici passaggi da cui si liberano collosi potenziali d’immaginazione.
Hieronymus Bosch (1453-1516), particolare del trittico Giardino delle Delizie (1480-1490) Museo del Prado di Madrid |
Siamo
fermi dinanzi ad un movimento claustrofobico. I corpi s’invischiano
dentro le trasparenze dell’essere. Campeggia la ferita che, pur
prosciugante, è abitata da amore. La parola ubriaca indica la
distruzione del potere di essere in relazione d’amore.
Ciò
che il sismografo dell’anima traccia è quanto vacilla nella
possibilità della narrazione.
Sottrarre
al magma del pensabile e condividere il battito ossessivo di
un’impossibilità desiderante: questa una delle derive da cui la
narrazione chiede sfondamento, ancora, nel solco del rifiuto di una
disumanizzazione indefinita che, oggi, tutti c’invischia.
E’
Ronald Laing (1927-1989), filosofo e psichiatra scozzese, a portare
la nostra riflessione in quei fondi anfratti in cui si gioca lo
scacco d’ogni possibile rapporto con la realtà. Ci porta
all’interno di quel filo, mai abbastanza esplorato, capace di
tenere in bilico realtà ed irrealtà. E’ Stanza che ha dato tanto
in letteratura. E’ Stanza conosciuta, sicuramente, da Kafka e
Pessoa, è Stanza ove s’alternano possibilità ed impossibilità di
visione del mondo. E’ Stanza di pesi e misure in cui la
contemporaneità scorrazza libera beffando ogni possibile canone e
argine. E’ Stanza capace di generare, a velocità inusitate,
differenti sensi dello sguardo. E’ stanza senza tempo, né luogo,
eppure è Stanza d’infinite proiezioni temporali.
E’
Stanza pigiata, qualche decennio fa, dai bottoni
dell’esistenzialismo. E sia!
Lei
mi ami?
Lui
sì
ti amo
Lei
più di tutto?
Lui
sì
più di tutto
Lei
più
di tutto al mondo?
Lui
sì
più di tutto al mondo
Lei
ti
piaccio?
Lui
sì
mi piaci
Lei
ti
piace stare vicino a me?
Lui
sì
mi piace stare vicino a te
Lei
ti
piace guardarmi?
Lui
sì
mi piace guardarti
Lei
pensi
che io sia stupida?
Lui
no
non penso che tu sia stupida
Lei
pensi
che io sia carina?
Lui
sì
penso che tu sia carina
Lei
ti
annoio
Lui
no
non mi annoi
Lei
ti
piacciono le mie sopracciglia?
Lui
sì
mi piacciono le tue sopracciglia
Lei
molto?
Lui
molto
Lei
quale
ti piace di più?
Lui
se
dico quale l’altra sarà gelosa
Lei
lo
devi dire
Lui
sono
tutte e due squisite
Lei
davvero?
Lui
davvero
Lei
ho
delle belle ciglia?
Lui
sì
delle
ciglia bellissime
Lei
ti
piace annusarmi?
Lui
sì
mi piace annusarti
Lei
ti
piace il mio profumo?
Lui
sì
mi piace il tuo profumo
Lei
pensi
che io abbia un buon gusto?
Lui
sì penso che tu abbia un buon gusto
Lei
pensi che io abbia del talento?
Lui
sì penso che tu abbia del talento
Lei
non pensi che io sia pigra?
Lui
no non penso che tu sia pigra
Lei
ti piace toccarmi?
Lui
sì mi piace toccarti
Lei
pensi che io sia buffa?
Lui
solo in un modo simpatico
Lui
stai
ridendo di me?
Lui
no
non sto ridendo di te
Lei
mi
ami davvero?
Lui
sì
ti amo davvero
Lei
dì’
<ti amo>
Lui
ti
amo
Lei
hai
voglia di abbracciarmi?
Lui
sì
ho voglia di abbracciarti, e stringerti, e
coccolarti,
e amoreggiare con te
Lei
va
tutto bene?
Lui
si
va tutto bene
Lei
giura
che non mi lascerai mai?
Lui
giuro
che non ti lascerò mai, mi faccio una croce
sul
cuore e che possa morire se non dico la verità
(pausa)
Lei
mi ami davvero?1
____
1 -
R. L. Laing Mi ami? da Mi ami?, trad. di Floriana Bossi, Einaudi,
Nuovo Politecnico 1978, pg 83
Commenti
Posta un commento