Impellenza (ascoltando Chopin)
Mi dici: "scrivi"
e ignori il mio sguardo perso
su un mare di rimpianti
e l'onda di silicio
e la memoria dei canti.
Mi dici "scrivi"
mentre la mano trema
e il gatto miagola
da un aldilà
di tetra confessione.
Mi dici: "scrivi"
e la porta cigola
su cardini millenari
e male oliati,
mentre tu
mi dici: "scrivi"
come se la scrittura fosse
atto di presenza e non
d'evanescenza al mondo.
Mi dici "scrivi"
e uccidi ciò che resta
d'un nome ambiguo
nel solco tracciato
dall'aratro della Storia.
Mi dici: "scrivi"
e io scrivo,
schiavo, ancora una volta,
d'un detto - in lingua arcana.
Tu vuoi che apra quel cassetto
e mi dici: "scrivi"
e sorridi del mio volto trasfigurato
e delle voci di nani
che abitano nei suoi legni.
Era gente piccola
invasa da un sogno di pienezza
quasi disumano;
gente dal volto strano
e dal profilo di luna
calante che parlava
una lingua riservata
ormai ai camini.
E tu, mi dici "scrivi"
e sorridi del mio disappunto.
Della mano che si stringe a pugno
su un pennino brecciato,
del sangue che cola
dal palmo, come inchiostro
tu ridi.
E ridi della mia supplica di silenzio
mentre mi dici "scrivi".
In un mondo in cui ognuno dice
- al mondo - "ho scritto",
tu dici a me,
che chiedo solo muschi: "scrivi".
E io vorrei tornare al silenzio
di un'Alef profuga e straniera;
a ciò ch'era prima d'ogni luce,
prima della melma
di cui impastasti
- nel vento -
l'anima d'un uomo perduto.
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Testo - ineditom2023 -
di Sergio Daniele Donati
Bellissima
RispondiEliminaGrazie davvero di cuore
EliminaMeravigliosa poesia e musica grazie
RispondiEliminaSono io a ringraziarla per la lettura e il commento
Elimina…Scrivi … non puoi far altro ☺️
RispondiEliminaGrazie di cuore
EliminaDavvero bellissima. Grazie.
RispondiEliminaGrazie davvero
Eliminala tua poetica spesso trasporta Oltre. grazie Sergio
RispondiEliminaSono io a ringraziare di cuore
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