Crepuscolare

 

È quasi costante un richiamo al corpo,
un disturbo, un acufene che si traduce
in balbuzie, solo per non restare soli,
davanti al desolante spettacolo
di una disgregazione che mai
chiude il suo pesante sipario. 

Eppure, nelle brevi apnee di un respiro
sempre troppo asmatico,
nei balzi improvvisi di un cuore
ballerino, ho appreso a giocare
coi fuochi fatui dello stupore
e a concedere alla parola bambina
la vestizione carnevalesca da principessa.

Lascio che sia per lei ciò che a me
fu negato; né mi vien concesso
ora, mentre il cielo prende striature
ocra e indaco e il mio occhio stanco
lacrima schegge di sale grosso
sui solchi di un volto che non si arrende
al tatuaggio malsano della Storia.

Testo - inedito 2024 - e foto
di Sergio Daniele Donati
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Commenti

  1. Tema ricorrente della tua poesia, ferita ancestrale, atavica, vive in ogni stagione, resta il riscatto, il donare oltretutto, il concedere ciò che non fu dato in una epoca sempre più devastata dove ogni respiro è un miracolo. GGM

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    1. Grazie davvero, sì è un tema che ritorna come onda

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