Due poesie di Alfredo Rienzi - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati
È sempre un onore, e un piacere profondo, poter accogliere su Le parole di Fedro poesie di Alfredo Rienzi, poeta che da sempre ha l'attenzione piena della nostra Redazione.
In particolare oggi vi proponiamo due componimenti che, ad avviso di chi vi scrive, si muovono su linee poetiche e di pensiero di estrema profondità.
Nella prima assistiamo al gioco antico della manifestazione della parola la cui origine terrigna e sulfurea il poeta mette in esordio in evidenza. Ogni parola, sembra suggerirci Alfredo Rienzi, sorge coperta da una natura magmatica. E non inganni la prima persona singolare utilizzata, perché nel meraviglioso verso finale (...è la fine che ingravida il principio) appare evidente la spinta del poeta a descrivere ciò che è per tutti, in relazione alla parola i cui elementi costitutivi non sono certo solamente luce, manifestazione, incontro.
Al contrario, rendere memoria al dato de-figurativo - o sfigurante - e frammentato di ogni parola, e farlo con la capacità poetica di chi conosce molto bene il periglio di un muoversi su crinale semantico sottile, come in questo caso, non può che portare tutti a riflettere bene sui danni che la mancanza di coscienza del limite della parola rappresenta.
E di argini, limiti, parla la seconda composizione che nasce come descrizione di un paesaggio osservato che immediatamente si trasforma in simbolo e ricordo e rielaborazione.
D'altronde è proprio questo il senso finale di ogni visione, che il poeta qui ben disvela: saper ritrovare la natura metaforica di ogni nostra limitata intercettazione del reale.
Ma qui il poeta si rende capace di trasformare questo ensemble visivo/riflessivo in un altro che diviene volizione, atto di fede, non in una trascendenza asettica e lontana, ma nelle potenza deflagrante di un seme sotterrato.
E seme è ogni parola, prima che venga detta, forse anche prima che venga concepita dalla mente umana, che di parole, sempre, si nutre.
Questo certamente il poeta non ignora. Anzi, ce lo esplicita ossimoricamente attraverso dei non detti palpitanti negli spazi vuoti tra le parole.
Per la Redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati
________
Il mantello di tutte le parole
la veste sudicia di terra e zolfo, il petto nudo: tutto così inizio
ed offro, e tutto così disperdo,Il mantello di tutte le parole
la veste sudicia di terra e zolfo, il petto nudo: tutto così inizio
al lungofiume, al sottopasso, agli antri
di case silenziose.
Dissotterro frammenti di feticci infranti e sfigurati
come un esploratore di zolle e tane vuote:
è la fine che ingravida il principio.
________
Il ceppo lungo l’argine degradante del fiume
è un pescatore curvo addormentato al ritmico sciacquio del cormorano
è comparso sull’acqua imporporata al sangue della sera
il volto senza rughe del carnefice
e il sussulto della preda mi giunge negli ossimori delle fronde al vento
le forme delle cose e le illusioni vivono di vicendevole ausilio
di un odioamore che sorge e dilaga dalla sottile incisura del dubbio.
Voglio deporre qui, nel soffice crogiolo della zolla,
la profezia del seme.
Il ceppo lungo l’argine degradante del fiume
è un pescatore curvo addormentato al ritmico sciacquio del cormorano
è comparso sull’acqua imporporata al sangue della sera
il volto senza rughe del carnefice
e il sussulto della preda mi giunge negli ossimori delle fronde al vento
le forme delle cose e le illusioni vivono di vicendevole ausilio
di un odioamore che sorge e dilaga dalla sottile incisura del dubbio.
Voglio deporre qui, nel soffice crogiolo della zolla,
la profezia del seme.
da Custodi ed invasori, Mimesis-Hebenon, 2005 in corso di ripubblicazione con Arcipelago itaca ed, 2024)
________
NOTIZIE BIOBIBLIOGRAFICHE
Alfredo
Rienzi (Venosa, Italia,
1959) vive nel Torinese. Ha pubblicato, in versi: Contemplando
segni, Premio Montale,
1992, in 7 poeti del
Premio Montale,
Scheiwiller 1993, con pref. di M. L. Spaziani;
Oltrelinee,
Ed. dell’Orso 1994; Simmetrie,
Joker 2000; Custodi ed
invasori”,
Mimesis-Hebenon 2005; La
parola postuma. Antologia e inediti”; Puntoacapo ed. 2011; Notizie dal 72°
parallelo, Joker 2015;
Partenze e promesse.
Presagi, Puntoacapo ed,
2019; Sull’improvviso,
Arcipelago itaca 2021. Ha
pubblicato il volume di saggi Il
qui e l’altrove nella poesia italiana moderna e contemporanea,
Ed. dell’Orso 2011 e ha tradotto testi di L. S. Senghor, in Nuit
d’Afrique ma nuit noire – Notte d’Africa mia notte nera,
a cura di A. Emina, Harmattan Italia, Torino-Paris 2004. Suoi testi
sono stati tradotti in inglese, spagnolo, russo, rumeno. Fonda e cura
il lit-blog Di sesta e di
settima grandezza
(https://alfredorienzi.wordpress.com), dove è disponibile una
biobibliografia più ampia.
Potrete trovare su Le parole di Fedro altri interventi su e di Alfredo Rienzi. Ecco a voi i link:
Commenti
Posta un commento